Ma il primo caso rosso della prima citazione mi sembra molto simile al primo caso rosso della terza citazione: la prima volta si parla del ciclo delle stagioni dovuto al sole, la seconda del ciclo del Sole durante l'anno, ma sono due modi di dire la stessa cosa.Incarcato ha scritto:Io invece distribuirei maiuscole e minuscole proprio come è stato fatto per le voci in rosso.
Sole, Terra e Luna
Moderatore: Cruscanti
È vero che questi sono nomi propri sempre, che per eccezione vengono usati al minuscolo, tuttavia può essere comodo considerarli nomi comuni che eccezionalmente sono usati al maiuscolo per il solito processo di entificazione o astrazione (per non parlare poi del maiuscolo di riverenza): si usa il maiuscolo quando si astrae dall'oggetto in sé, quindi ad esempio quando il Sole, la Luna e la Terra sono solo dei numeri (o degli spiriti, figurarsi); il minuscolo quando sono meri oggetti considerati nella loro relazione diretta con noi (da una prospettiva terrestre). Non che sia un criterio dirimente, tuttavia si può provare ad applicarlo.
Dunque: 1) «in situazioni in cui si parla del moto apparente del sole (Sole) nel cielo, usato ad esempio per determinare o definire l'ora» minuscolo; 2) lo sbarco dell'uomo sulla luna minuscolo (proprio perché la si calpesta! altro che sfera celeste perfetta ultramondana); 3) «l'uccello tal dei tali si orienta in base alla posizione del sole» indubbiamente minuscolo; 4) «Il ciclo luce-buio e quello delle stagioni sono, ovviamente, governati dal sole» minuscolo; 5) «Il primo è originato dalla rotazione della Terra attorno al proprio asse (con una faccia prima rivolta verso il Sole e poi rivolta dalla parte opposta), mentre il secondo è dovuto al moto orbitale della Terra attorno al Sole», maiuscolo (la rotazione della Terra non è cosa che percepiamo: e come osserva giustamente bubu non si può accostare maiuscolo e minuscolo nella stessa frase, quindi diventa tutto maiuscolo); 6) «nuovi almanacchi sempre più accurati, che riportavano non soltanto mesi e giorni ma anche gli spostamenti della Luna, del Sole e dei pianeti» dipende da quanto erano scientifici: se studiavano il moto apparente nel cielo, minuscolo; se studiavano le orbite maiuscolo; 7) «Giulio Cesare non sapeva che un ulteriore errore di circa un trecentesimo di giorno all’anno avrebbe finito per sfasare l’anno rispetto al ciclo del Sole» maiuscolo: si parla di uno sfasamento impercettibile, rivelabile solo con calcoli...
Non so, mi confondo sempre piú. Probabilmente l'unica cosa da fare è rinunciare a una regola precisa, e abbandonare del tutto il maiuscolo oppure (meglio) usare il minuscolo tranne quando istintivamente sembra sfigurare, e nel dubbio lasciare il minuscolo. Mah.
Dunque: 1) «in situazioni in cui si parla del moto apparente del sole (Sole) nel cielo, usato ad esempio per determinare o definire l'ora» minuscolo; 2) lo sbarco dell'uomo sulla luna minuscolo (proprio perché la si calpesta! altro che sfera celeste perfetta ultramondana); 3) «l'uccello tal dei tali si orienta in base alla posizione del sole» indubbiamente minuscolo; 4) «Il ciclo luce-buio e quello delle stagioni sono, ovviamente, governati dal sole» minuscolo; 5) «Il primo è originato dalla rotazione della Terra attorno al proprio asse (con una faccia prima rivolta verso il Sole e poi rivolta dalla parte opposta), mentre il secondo è dovuto al moto orbitale della Terra attorno al Sole», maiuscolo (la rotazione della Terra non è cosa che percepiamo: e come osserva giustamente bubu non si può accostare maiuscolo e minuscolo nella stessa frase, quindi diventa tutto maiuscolo); 6) «nuovi almanacchi sempre più accurati, che riportavano non soltanto mesi e giorni ma anche gli spostamenti della Luna, del Sole e dei pianeti» dipende da quanto erano scientifici: se studiavano il moto apparente nel cielo, minuscolo; se studiavano le orbite maiuscolo; 7) «Giulio Cesare non sapeva che un ulteriore errore di circa un trecentesimo di giorno all’anno avrebbe finito per sfasare l’anno rispetto al ciclo del Sole» maiuscolo: si parla di uno sfasamento impercettibile, rivelabile solo con calcoli...
Non so, mi confondo sempre piú. Probabilmente l'unica cosa da fare è rinunciare a una regola precisa, e abbandonare del tutto il maiuscolo oppure (meglio) usare il minuscolo tranne quando istintivamente sembra sfigurare, e nel dubbio lasciare il minuscolo. Mah.
Non è quello che ti consigliavo.Bue ha scritto:Beh ma devo comunque decidere, non posso distribuirle a caso...bubu7 ha scritto:Secondo me sono tutti casi in cui è indifferente usare la maiuscola o la minuscola.
Prendi una decisione (maiuscole o minuscole) e poi seguila con coerenza.
Oltre ai consigli già dati da altri forumisti ti faccio notare che la maiuscola è più "pesante" e sa di antico o, quantomeno, di classico; la minuscola è più "scorrevole" e sa di moderno.
Esclusi i casi di confronto diretto con altri astri, sta alla tua sensibilità e al taglio che vuoi dare allo scritto la scelta tra le due grafie.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
V. M. Illič-Svitič
Bue dixit:
Può essere, questo è quello che mi detta la mia sensibilità, anche alla luce di quanto ho precisato sopra. Tuttavia, è chiaro a tutti che è difficile dare criteri rigidi al riguardo. Nel primo inciso cui alludi percepisco meno la valenza propria del nome e mi pare piú immerso in uno scenario terrestre.Ma il primo caso rosso della prima citazione mi sembra molto simile al primo caso rosso della terza citazione: la prima volta si parla del ciclo delle stagioni dovuto al sole, la seconda del ciclo del Sole durante l'anno, ma sono due modi di dire la stessa cosa.
I' ho tanti vocabuli nella mia lingua materna, ch'io m'ho piú tosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole colle quali io possa bene esprimere il concetto della mente mia.
In questi casi, caro Bue, andrebbe considerata l'intenzione dello scrivente (e l'attesa del lettore). Il contesto non è più soltanto quello dell'argomento, ma anche, per dir così, dell'intentio. Se lei prende le citazioni riportate da Marco1971, vede bene che, con la sola eccezione di Fabio Tombari, si pone l'accento proprio sull'identità ragionativa, piuttosto che testuale senz'altro. Così il contesto scientifico vorrebbe la maiuscola per distinguere la 'terra' intesa come 'suolo' dalla 'Terra' intesa come 'pianeta'; la 'luna-paesaggio' (come albero e nuvola) dalla 'Luna-satellite' – lo stesso si dica per il 'sole-Sole'. Ma sotto il profilo intenzionale, oltre ad alludere al denotato astronomico in sé, la maiuscola vorrebbe segnalare appunto l'uso che di tale denotato si vuol proporre: un uso astronomico e scientifico, fatto di misurazioni ed entità per certi versi autoreferenziali.
Non si curi quindi dell'ignaro volatile; ma pensi al carattere scientifico dell'informazione, del messaggio, o meglio: del ragionamento (se si pensa all'«ora» della quotidianità, relativa e attualizzabile, vanno bene le minuscole; se si pensa all'«ora» dell'unità di tempo ordinata sull'apparenza solare, universale e assoluta, vanno bene le maiuscole).
Sempre la maiuscola per il Suo primo esempio (se il ragionamento vuol far passare un'informazione ad ogni modo scientifica).
Per il terzo esempio: ancora maiuscolo, ché se Giulio Cesare non era uno scienziato, chi scrive pare essere un autore che vuole divulgare appunto un'informazione scientifica (storica ma astronomica), che guardi alla misurazione temporale dal punto di vista del sapere umano, di uno storico della scienza (se vogliamo) che faccia sue le parole di uno scienziato (il ragionamento è per maiuscole, quindi).
Non si curi quindi dell'ignaro volatile; ma pensi al carattere scientifico dell'informazione, del messaggio, o meglio: del ragionamento (se si pensa all'«ora» della quotidianità, relativa e attualizzabile, vanno bene le minuscole; se si pensa all'«ora» dell'unità di tempo ordinata sull'apparenza solare, universale e assoluta, vanno bene le maiuscole).
Sempre la maiuscola per il Suo primo esempio (se il ragionamento vuol far passare un'informazione ad ogni modo scientifica).
Per il terzo esempio: ancora maiuscolo, ché se Giulio Cesare non era uno scienziato, chi scrive pare essere un autore che vuole divulgare appunto un'informazione scientifica (storica ma astronomica), che guardi alla misurazione temporale dal punto di vista del sapere umano, di uno storico della scienza (se vogliamo) che faccia sue le parole di uno scienziato (il ragionamento è per maiuscole, quindi).
Al di là dell'accordo sui singoli casi sottoscrivo, in particolare, questa bella e profonda premessa del nostro caro Ladim.Ladim ha scritto:In questi casi, caro Bue, andrebbe considerata l'intenzione dello scrivente (e l'attesa del lettore). Il contesto non è più soltanto quello dell'argomento, ma anche, per dir così, dell'intentio.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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