Si muoveva secondo che lui si muovesse

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methao_donor
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Si muoveva secondo che lui si muovesse

Intervento di methao_donor »

Leggendo "L'isola del giorno prima" di Umberto Eco, mi sono imbattuto in questa frase:
"L'Intruso non aveva un luogo fisso. Si muoveva secondo che lui si muovesse."

A orecchio non mi sona male, ma non so giustificare la mia sensazione. Cosa ne pensate?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

A me sembra che la frase sia poco riuscita esteticamente: secondo che (anche secondoché), nel senso di ‘come, nel modo che’ regge l’indicativo (Consentendo di tremare dal freddo o affogare dal caldo secondo che io voglio, Leopardi); col congiuntivo s’intende ‘nel caso che, qualora’. Quindi, L’Intruso si muoveva qualora lui si muovesse.

Non so, io avrei girato la frase diversamente: L’Intruso si muoveva assecondando ogni suo movimento/come un’ombra ominosa di lui, ecc.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Brazilian dude
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Intervento di Brazilian dude »

E io avrei usato moveva e movesse. Non credo che sarebbe sbagliato, giacché secondo la regola del dittongo mobile, il dittongo compare quando la sillaba è tonica e scompare quando la sillaba è atona.

Brazilian dude
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Sí, ha ragione, caro Brazilian dude. Purtroppo la regola del dittongo mobile non viene piú rispettata da tempo e non fa parte dello stàndaro attuale.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Brazilian dude
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Intervento di Brazilian dude »

Veramente? Ma mi è spontaneo usarla, anche perché abbiamo qualcosa di simile in portoghese e in spagnolo. Dovrei abbandonarla? :(

Brazilian dude
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Debbo deluderla e risponderle con un semplice e forte «Sí». Può naturalmente usare la regola del dittongo mobile, sia chiaro, però in molti casi è marcata, e può andar bene in uno scritto di stile sostenuto (sarebbe tuttora accettabile), e in un parlato toscaneggiante.

Ci son casi, poi, in cui si deve fare uno strappo alla regola, per non confondere certi verbi, come nuotare, notare (e altri): notiamo è diverso da nuotiamo.

Non c’è, insomma, regola senza eccezioni; e non c’è, soprattutto, norma che regoli l’uso.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Marco1971 ha scritto:Sí, ha ragione, caro Brazilian dude. Purtroppo la regola del dittongo mobile non viene piú rispettata da tempo e non fa parte dello stàndaro attuale.
Mi permetto di rimandare Brazilian dude [e tutti gl’interessati] a questo mio vecchio intervento e, soprattutto, alla tesi ivi citata…
Brazilian dude
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Intervento di Brazilian dude »

Può naturalmente usare la regola del dittongo mobile, sia chiaro, però in molti casi è marcata, e può andar bene in uno scritto di stile sostenuto (sarebbe tuttora accettabile), e in un parlato toscaneggiante.
Ciò non s'equiparerebbe a dire che è anche toscaneggiante distinguere la chiusura o apertura delle vocali e ed o, il che faccio con naturalità e ubbidendo all'ortoepia, anche perché in portoghese hanno praticamente la medesima distribuzione?

Brazilian dude
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

No, non equivarrebbe alla stessa cosa: il rispetto dell’ortoepia non è un toscaneggiare. Ma dire sonare invece di suonare (possibile, com’ho detto, nello scritto formale e letterario) sarebbe avvertito, invece, come popolareggiante.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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