«Discombugogglamento»

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Marco1971
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«Discombugogglamento»

Intervento di Marco1971 »

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Freelancer »

Un paio di osservazioni incidentali:

- Marco Biffi parla di circa 10.000 occorrenze in rete, a me ne risultano (con Google) circa 4.000. La parola è già in rapido declino?

- Vedo usato da Biffi, se non erro, un altro esempio di riduplicazione (che so non piacerà a Marco perché termina in consonante): tamtam, nel significato di "diffusione di notizie attraverso canali non ufficiali". Si osservi la grafia: il Devoto-Oli dà tam-tam (non ho consultato gli altri dizionari).
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Intervento di Marco1971 »

Freelancer ha scritto:Vedo usato da Biffi, se non erro, un altro esempio di riduplicazione (che so non piacerà a Marco perché termina in consonante): tamtam, nel significato di "diffusione di notizie attraverso canali non ufficiali". Si osservi la grafia: il Devoto-Oli dà tam-tam (non ho consultato gli altri dizionari).
Sono registrate entrambe le grafie (e si trova anche la variante staccata senza trattino). Se mi si chiedesse di adattarlo, avrei la soluzione già pronta: tantà (riduzione della variante tantan).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Marco1971 »

A me verrebbe in mente gugolía, col suffisso -ía di follia, pazzia, allegria, gelosia, bizzarria, ecc. Piú facile da pronunciare e piú trasparente (almeno un po’, me lo concederete :D).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:Se mi si chiedesse di adattarlo, avrei la soluzione già pronta: tantà (riduzione della variante tantan).
Non glielo chiedo :wink:

Bruno Migliorini osservava che le voci fonosimboliche terminanti in consonante non arrecano tanto disagio ai parlanti; lo stesso, penso, si potrebbe dire delle onomatopee.
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Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:A me verrebbe in mente gugolía, col suffisso -ía di follia, pazzia, allegria, gelosia, bizzarria, ecc. Piú facile da pronunciare e piú trasparente (almeno un po’, me lo concederete :D).
Ma nel caso in oggetto il nome base non è Google, bensì scombussolamento (da mancanza di Google). La pazzia è ciò che caratterizza il pazzo; la gelosia, ciò che caratterizza il geloso ecc. Ma la gugolia non sarebbe ciò che caratterizza Google, quindi l'analogia non regge.
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Intervento di Marco1971 »

Freelancer ha scritto:Non glielo chiedo ;)

Bruno Migliorini osservava che le voci fonosimboliche terminanti in consonante non arrecano tanto disagio ai parlanti; lo stesso, penso, si potrebbe dire delle onomatopee.
Sí, lo so, caro Roberto (mi riferisco a ambo le cose). E concordo. Tuttavia, per quelle voci onomatopeiche diventate stabilmente sostantivi, un vestitino piú cònsono non disdirebbe. :)
Freelancer ha scritto:Ma nel caso in oggetto il nome base non è Google, bensì scombussolamento (da mancanza di Google).
Roberto si lascerebbe irretire dal calco? :D
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Marco1971 »

Freelancer ha scritto:Ma nel caso in oggetto il nome base non è Google, bensì scombussolamento (da mancanza di Google). La pazzia è ciò che caratterizza il pazzo; la gelosia, ciò che caratterizza il geloso ecc. Ma la gugolia non sarebbe ciò che caratterizza Google, quindi l'analogia non regge.
‘Ciò che caratterizza’... La compagnia è forse ciò che caratterizza il compagno? :roll: E se interpretassimo gugolía come parola macedonia da Gugol(o) e (pazz)ia?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Marco1971 »

Però, Roberto, ha ragione: gugolía ha il difetto di non esprimere la privazione. Aggiungo quindi la s- privativa: sgugolía. ;)

P.S. Scusate l’invadenza... Ma dopotutto è apollodí. :D
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Marco1971 »

Non potrebbe funzionare scongugolamento?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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