«Biricchino»

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Fausto Raso
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«Biricchino»

Intervento di Fausto Raso »

“Una parola al giorno” del sito del vocabolario Zingarelli riporta: birichino o (raro) biricchino.
Nessun vocabolario consultato attesta la “variante” biricchino. Il Battaglia, in particolare, è categorico: errato biricchino. Mi piacerebbe sapere quale criterio hanno adottato i lessicografi del vocabolario in questione per attestare la voce errata.
Ultima modifica di Fausto Raso in data sab, 06 nov 2010 0:28, modificato 1 volta in totale.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Il criterio della lessicografia d’oggi è semplice e acritico: quante occorrenze ci sono di X e quante di Y? In questo caso, per fortuna, prevale ancora la forma corretta birichino (Google ci è teste!). Ciò nonostante, lo Zingarelli, se fosse sotto una direzione migliore, invece di ‘raro’, avrebbe scritto ‘errato’ (come un tempo faceva).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Aggiungo che l’ultimo Garzanti, di cui ho criticato varie cose, ha in nota, alla voce birichino:

La forma *biricchino, con due c, è scorretta.

Mi piace quest’aspetto del Garzanti. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

Stupisco nel constatare che il DOP attesti la voce (anche se specifica antiquata o regionale).
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Il DOP cartaceo che ho, edizione 1981, dice: «err. biricchino». Non so cosa sia questa storia dell’antiquato, visto che la voce è attestata solo dal 1801 in Foscolo, secondo il GRADIT.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

Marco1971 ha scritto:Il DOP cartaceo che ho, edizione 1981, dice: «err. biricchino». Non so cosa sia questa storia dell’antiquato, visto che la voce è attestata solo dal 1801 in Foscolo, secondo il GRADIT.
Probabilmente il DOP in rete è stato 'ritoccato' da qualche "lessicografo d'assalto" di cui, francamente, faremmo volentieri a meno per il bene della lingua di Dante.
Credo anche che sia stato 'ritoccato' il GDU del De Mauro che attesta, addirittura, birichino variante di biricchino :evil:
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Intervento di PersOnLine »

Biricchino non può essere considerato un settentrionalismo? Al Nord l'ho sempre e solo sentito con due 'c', e tutti i dizionari riportano come etimo una voce d'origine emiliana.
Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

PersOnLine ha scritto:Biricchino non può essere considerato un settentrionalismo? Al Nord l'ho sempre e solo sentito con due 'c', e tutti i dizionari riportano come etimo una voce d'origine emiliana.
Forse sí. Veda qui e qui.

Non si giustificherebbe, comunque, la messa a lemma nei vocabolari.
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Intervento di PersOnLine »

Fausto Raso ha scritto:Non si giustificherebbe, comunque, la messa a lemma nei vocabolari.
Io, invece, non riesco a capirne l'ostracismo: si tratta di una parola comunque recente (prima attestazione letteraria nell'800), di origine dialettale e avente un'origine comune con ''briccone'' - dal francese ''bric'' - di cui nessuno contesta la doppia 'c'.
Essendo la pronuncia con la doppia 'c' tipica della zona d'origine, seppure non attestata letterariamente, dovrebbe essere, a mio avviso, pacificamente tollerata.
Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

PersOnLine ha scritto:Essendo la pronuncia con la doppia 'c' tipica della zona d'origine, seppure non attestata letterariamente, dovrebbe essere, a mio avviso, pacificamente tollerata.
Non vorrei sbagliare, ma credo che i dialetti settentrionali, quello veneto in particolare, non tendano, nella pronuncia, al raddoppiamento delle consonanti.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

PersOnLine ha scritto:Io, invece, non riesco a capirne l'ostracismo: si tratta di una parola comunque recente (prima attestazione letteraria nell'800), di origine dialettale e avente un'origine comune con ''briccone'' - dal francese ''bric'' - di cui nessuno contesta la doppia 'c'.
Essendo la pronuncia con la doppia 'c' tipica della zona d'origine, seppure non attestata letterariamente, dovrebbe essere, a mio avviso, pacificamente tollerata.
Luca Serianni (I.66) ha scritto:[...]; nei dialetti del Nord le consonanti hanno tutte grado tenue e mentre all’interno di parola il parlante settentrionale apprende dall’italiano scritto a pronunciare ['mamma] e ['tutto] in luogo dei nativi ['mama] e ['tuto], all’interno di frase, senza il soccorso della grafia, egli tende a mantenere la pronuncia spontanea con la consonante tenue (e lo stesso avviene nell’articolare le consonanti palatali, cfr. I.88).
La forma incriminata, ossia biricchino, potrebbe dunque essere un ipercorrettismo settentrionale fondato sull’analogia con bicchierino, accipicchia, arlecchino, lenticchie, e simili.

Il DELI cita un’attestazione, forse del 1792, del milanese Porta: la brigada di berichin, e il veneziano berechin.

Due secoli e piú di tradizione scritta nella forma originaria birichino bastano a giustificare l’ostracismo a una forma tuttora avvertita dai parlanti cólti come erronea.
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Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

Da Wikipedia
L'etimologia della parola è incerta; secondo alcune fonti deriverebbe da buricco (saltimbanco), ma altri la fanno derivare dall'emiliano biricone ("briccone"). Per estensione, il termine è entrato nel lessico italiano come sinonimo "monello", ovvero un bambino o ragazzo vivace e impertinente.
Se si dà per certa l’origine emiliana di “birichino” si ha la conferma di una sola “c”.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

La conferma ci è già data dalle forme milanese e veneziana citate sopra: berichin e berechin.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Fausto Raso
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Purtroppo la voce errata (biricchino) finirà con il prevalere su quella corretta (birichino).
Si veda qui. :x
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Intervento di Marco1971 »

Per il momento siamo a 2560 per la forma errata contro 11.200 per quella corretta in Google Libri, e, rispettivamente, 17.200 contro 89.700 in Google tutto, che suggerisce: «forse cercavi birichino». Abbiamo, io credo, buone speranze perché birichino continui a prevalere, visto che i vocabolari lo mettono tuttora a lemma principale (anche il GRADIT, caro Fausto) e che alcuni insistono sull’erroneità dell’altra forma. :)
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