«Sprezzatura»

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Ferdinand Bardamu
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«Sprezzatura»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Sprezzatura, nel suo peculiare significato di «disinvoltura, studiata noncuranza», è parola tanto preziosa quanto male interpretata. Lo dimostra una recente lettera inviata allo storico Sergio Romano sul Corriere della Sera di domenica 4 dicembre. La risposta di Romano ne svela l’origine e ne illustra brevemente la fortuna.

Che lei parli francese (quasi) alla perfezione ho potuto constatarlo. Per quel che riguarda la traduzione a volte cade nella fantasia italica del «traducese», lungi dall’originale. Sprezzatura corrisponde al francese «méprisable» [come può un sostantivo, sprezzatura, essere tradotto con un aggettivo, méprisable?] dal libro di Moravia «Il disprezzo». Jean Luc Godard ne ha tratto «Le Mépris». «Nonchalance» si può tradurre in italiano con svogliatezza.
Giordano Sgarbi

Caro Sgarbi,
La parola sprezzatura può essere usata con significati diversi. Il suo primo significato, nel grande dizionario di Salvatore Battaglia edito dalla Utet, è: «atteggiamento sprezzante, tono di disprezzo verso persone o fatti ritenuti indegni di considerazione e di rispetto»; ma anche alterigia, boria, burbanza, negligenza, trascuratezza, mancanza d’impegno. Il suo significato più nobile e interessante, tuttavia, è quello con cui fu utilizzato da Baldassarre Castiglione nel passo in cui l’autore del «Cortegiano» s’interroga sulle principali virtù dell’uomo di corte e di mondo. Dopo lunga riflessione, scrisse di avere individuato «una regola universalissima» valida per «tutte le cose umane che si facciano o dicano (…) e ciò è fuggir quanto più si po (…) la affettazione; e, per dir forse una nova parola, usare in ogni cosa una certa sprezzatura che nasconda l’arte e dimostri ciò che si fa e dice venir fatto senza fatica e quasi senza pensarvi».

Il «Cortegiano» fu scritto fra il 1508 e il 1516, quando Castiglione viveva alla corte d’Urbino o serviva il duca come diplomatico in Italia e all’estero; ma fu pubblicato nel 1528 presso Aldo Manuzio a Venezia e divenne da allora un grande bestseller europeo. Le sue edizioni inglesi, in particolare, ebbero una grande influenza sulla concezione ideale del gentiluomo: un personaggio ironico e disincantato che nasconde la sua abilità sotto i modi del dilettante e stupisce per l’apparente semplicità e naturalezza con cui risolve problemi difficili o affronta situazioni complicate. Si potrebbe sostenere che lo snob, un personaggio molto caro alla letteratura britannica da Thackeray a Wodehouse, è per qualche aspetto la versione caricaturale del Cortegiano.

Il significato che Castiglione dette alla parola non è scomparso con lui. Se ne servirono, sempre secondo Battaglia, Torquato Tasso, Giacomo Leopardi, Gabriele D’Annunzio. Se ne servì anche Benedetto Croce che descrisse Vittorio Emanuele II con queste parole: «Aveva serbato non poco del vecchio re di razza, la qual cosa conferiva al suo prestigio presso il popolo, che trovava rispondente al suo concetto di un re il suo aspetto e piglio soldatesco, il suo abito di gentiluomo di campagna e cacciatore, la franchezza e la sprezzatura dei suoi modi».

Ancora una osservazione, caro Sgarbi. Nel dizionario francese-italiano di Raoul Boch, edito da Zanichelli, nonchalance è tradotto in italiano anche con noncuranza e indifferenza, due qualità che richiamano alcuni caratteri della sprezzatura.
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Marco1971
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Re: «Sprezzatura»

Intervento di Marco1971 »

Ferdinand Bardamu ha scritto:Sprezzatura corrisponde al francese «méprisable» [come può un sostantivo, sprezzatura, essere tradotto con un aggettivo, méprisable?]...
Non può. :D È il solito pressappochismo verso le lingue straniere. Forse pensava ai Misérables... :?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Eppure il suffisso aggettivale -able è abbastanza riconoscibile…
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