A parte l'ovvia inutilità di questo francesismo, è possibile che già ai tempi di Leopardi si usasse?
Nello Zibaldone (5-11 agosto 1823, p. 3514) si legge:
«Parlo qui della compassione inefficace, qual è quella che si prova leggendo un poema, e che spesso e facilmente ha luogo negli animi civili, massime destandovela lo charme e l'artifizio della poesia e degli abili prosatori» (la citazione è consultabile anche da qui).
È una peculiarità di Leopardi, o era già entrato in uso (mi sembra assai strano)? Il Devoto-Oli come datazione dice «prima del 1905»: tecnicamente è giusto, ma non so cosa intendono esattamente (nell'introduzione non c'è scritto niente al riguardo).
Qualcuno ha informazioni piú precise?
«Charme»
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Re: «Charme»
Il GRADIT dà proprio «1822, G. Leopardi "Zibaldone"» come prima attestazione.
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