«Facepalm»
Moderatore: Cruscanti
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Condivido i giudizi su «facciapalmarsi», che trovo decisamente pedissequo e —forse sbaglio— anche malformato.
Esprimendo un giudizio eufonico meramente personale, manviso e manvisarsi mi scorrono cosí leggeri... Purtroppo nutro dei dubbi sulla liceità di queste forme, seppur si tratti di nient'altro che impressioni non sostenute da argomentazioni di sorta.
Nell'evenienza in cui tali dubbi si rivelassero fondati, allora non avrei proprio nessun problema ad accogliere appalmo e appalmarsi, lo dico chiaramente.
Esprimendo un giudizio eufonico meramente personale, manviso e manvisarsi mi scorrono cosí leggeri... Purtroppo nutro dei dubbi sulla liceità di queste forme, seppur si tratti di nient'altro che impressioni non sostenute da argomentazioni di sorta.
Nell'evenienza in cui tali dubbi si rivelassero fondati, allora non avrei proprio nessun problema ad accogliere appalmo e appalmarsi, lo dico chiaramente.
Non pigra quies.
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- Souchou-sama
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Non fraintendetemi: non lo stavo proponendo, stavo solo segnalando che in giro per la Rete s’usa già, e che –secondo me– è la forma ivi destinata ad affermarsi.PersOnLine ha scritto:Facciapalmarsi lo trovo orribile
Chiaramente, a un livello piú «ufficiale» e meno «di nicchia» (mi riferisco alla nicchia della cosiddetta cultura di Internet), un calco cosí «pedissequo» appare poco proponibile anche a me.
(Ma vorrei far notare che per ora nessuna lingua, tranne lo svedese, ha un traducente per facepalm, e si tiene il termine inglese: sicché mi chiedo se ci sia davvero il bisogno d’«esportarlo» al di fuori della sua nicchia internettiana e di trovargli, quindi, un traducente piú «elegante» di facciapalmare o simili.)
Ha perfettamente ragione, e proprio per questo ha torto! Giochi di parole a parte, una parola «leggera» (io direi, perché no, «dolce», nello stesso senso di dolce stil novo) come manvisarsi è, fonosimbolicamente parlando, un pessimo traducente di facepalm. Quest’ultimo, infatti, è –se non m’inganno– [ˈfeɪsˌphɑˑm]: sicché abbiamo 1) ben tre contoidi non-sonori ([f, s, p]), nonché una /p/ “aspirata”; 2) una vera e propria onomatopea, con quel /pɑːm/. Consideriamo, invece, manviso [maɱˈviːzσ]: tutti foni sonori! È una parola fin troppo «dolce». Certo, sarebbe perfetta in una poesia: proprio come in poesia si dice viso e non faccia. Ma un termine espressivo e fonosimbolico come facepalm esige e reclama che si dica faccia, non viso; palma/o, non mano. Altrimenti, come facciamo a esprimerli, quest’«imbarazzo» e questo «sconforto»?! [Provate, per es., a dire Al viso! e Al viso tuo! anziché Alla faccia! e Alla faccia tua! ]Ozioso ha scritto:Esprimendo un giudizio eufonico meramente personale, manviso e manvisarsi mi scorrono cosí leggeri...
- Ferdinand Bardamu
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Be', il termine è certamente limitato quasi esclusivamente al gergo internettiano; il gesto però no, quindi il traducente potrebbe colmare una lacuna dell'italiano.Souchou-sama ha scritto:… mi chiedo se ci sia davvero il bisogno d’«esportarlo» al di fuori della sua nicchia internettiana e di trovargli, quindi, un traducente piú «elegante» di facciapalmare o simili.
Facepalm è fonosimbolico solo accidentalmente; il suo successo, a mio avviso, è dovuto principalmente al significato. Per tale motivo, io non includerei ragioni di carattere fonetico nella scelta del traducente.Souchou-sama ha scritto:… un termine espressivo e fonosimbolico come facepalm esige e reclama che si dica faccia, non viso; palma/o, non mano. Altrimenti, come facciamo a esprimerli, quest’«imbarazzo» e questo «sconforto»?! [Provate, per es., a dire Al viso! e Al viso tuo! anziché Alla faccia! e Alla faccia tua! ]
Tutt'al piú, direi che sarebbe poco azzeccato scegliere una parola d'un registro medio-alto come viso, per un gesto cosí comune, ordinario.
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Viso, il De mauro me lo marca come FO[ndamentale] e il Devoli-Oli (2008) con l'asterisco, non mi sembra un termine di «registro medio-alto», cosa che invece si può dire per palmo/a, che è presente sia nella traduzione "ufficiosa", indicata da Souchou-sama, sia nella nostra proposta di appalmo/arsi.Ferdinand Bardamu ha scritto:Tutt'al piú, direi che sarebbe poco azzeccato scegliere una parola d'un registro medio-alto come viso, per un gesto cosí comune, ordinario.
- Souchou-sama
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È vero; perché, allora, non utilizzare sia facciapalmare sia un altro traducente, a seconda dell’àmbito? (Sarebbe impensabile, per es., sostituire sistematicamente, nel gergo internettiano, ridere a crepapelle o simili a lollare.)Ferdinand Bardamu ha scritto:Be', il termine è certamente limitato quasi esclusivamente al gergo internettiano; il gesto però no, quindi il traducente potrebbe colmare una lacuna dell'italiano.
Sí, esatto, (sott)intendevo anche questo.Ferdinand Bardamu ha scritto:Tutt'al piú, direi che sarebbe poco azzeccato scegliere una parola d'un registro medio-alto come viso, per un gesto cosí comune, ordinario.
Non saprei. M’infastidisce come il fonosimbolismo venga sminuito o ignorato dai piú: per questo cerco di «riscoprirlo» e porlo sotto i riflettori tutte le volte che posso. In una lingua «letteraria» come l’italiano, poi, non mi pare fuori luogo. (Per un’interessante «riabilitazione» del fonosimbolismo, La rimando al peraltro discreto 100 monologhi ben pronunciati di Veneziano, pp. 47–52.)Ferdinand Bardamu ha scritto:Facepalm è fonosimbolico solo accidentalmente; il suo successo, a mio avviso, è dovuto principalmente al significato. Per tale motivo, io non includerei ragioni di carattere fonetico nella scelta del traducente.
Con ciò non intendo negare che, come dice Lei, il successo del termine sia dovuto soprattutto al significato, proprio perché «colma una lacuna» non solo dell’italiano, ma –si presume– di quasi tutte le lingue. Tuttavia, non credo che le ragioni del «successo» debbano oscurare altri eventuali fattori: stiamo parlando di lessico, non di «vendissimi»!
Comunque, sono stato confortato nella mia posizione anche dal succitato caso dello svedese, che traduce facepalm con ta sig för pannan: si tratta infatti d’una traduzione per certi versi molto libera (dovrebbe significare, letteralmente, ‹raggiungere la fronte›), ma perfettamente «fedele» sul piano dei foni, presentando una successione di [th, s, f, ph] che riproduce in toto (nemmeno a farlo apposta) gli aspetti da me messi in luce.
Ovvía, non mi vorrà confondere la frequenza col registro? Certo, la parola viso è d’uso comune, cosí come danzare o donare; ciò non toglie che si possano contrapporre, per registro, rispettivamente a faccia, ballare e regalare.PersOnLine ha scritto:Viso, il De mauro me lo marca come FO[ndamentale] e il Devoli-Oli (2008) con l'asterisco, non mi sembra un termine di «registro medio-alto»
- Ferdinand Bardamu
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Se l'obbiettivo è far sí che il termine originale sia riconosciuto (e, con esso, anche il concetto), un traducente come facciapalmare è perfetto; in piú la sua (voluta) goffa pedissequità aggiunge un tocco comico che ben s'adatta alla situazione.Souchou-sama ha scritto:… perché, allora, non utilizzare sia facciapalmare sia un altro traducente, a seconda dell’àmbito? (Sarebbe impensabile, per es., sostituire sistematicamente, nel gergo internettiano, ridere a crepapelle o simili a lollare.)
Appalmarsi ha il vantaggio di essere molto elegante e sintetico, ma forse non è immediatamente comprensibile, nel significato gergale. E questo, se è vero che in Rete vale il motto «non mi far pensare», è un punto a suo sfavore. (Ciò non toglie che, personalmente, mi piaccia di piú.)
Capisco quel che dice e, pensandoci bene, le do ragione. Una parola come manvisarsi avrebbe poco successo anche per la carenza d'espressività fonosimbolica: potrebb'essere un verbo letterario per la combinazione di viso con suoni morbidi e dolci. [La ringrazio per il consiglio di lettura .]Souchou-sama ha scritto:M’infastidisce come il fonosimbolismo venga sminuito o ignorato dai piú: per questo cerco di «riscoprirlo» e porlo sotto i riflettori tutte le volte che posso. In una lingua «letteraria» come l’italiano, poi, non mi pare fuori luogo. (Per un’interessante «riabilitazione» del fonosimbolismo, La rimando al peraltro discreto 100 monologhi ben pronunciati di Veneziano, pp. 47–52.)
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In effetti in moltissimi casi il valore fonosimbolico è quello che decreta il successo di molti termini stranieri: basti pensare alla quantità di verbi che, apparendo onomatopeici, vengono usati nei fumetti in italiano per rendere azione/suono...
ad esempio, to click... chiaramente è vincente rispetto a schiacciare o altri verbi analoghi
ad esempio, to click... chiaramente è vincente rispetto a schiacciare o altri verbi analoghi
- Ferdinand Bardamu
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Sennonché proprio schiacciare ha un'origine probabilmente onomatopeica; la sua stessa catena fonica evoca già qualcosa che viene premuto. Il successo di cliccare si deve piú alla specializzazione semantica, a mio parere.domna charola ha scritto:to click... chiaramente è vincente rispetto a schiacciare o altri verbi analoghi
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- Souchou-sama
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Esattamente: è anche a questo che pensavo.Ferdinand Bardamu ha scritto:in piú la sua (voluta) goffa pedissequità aggiunge un tocco comico che ben s'adatta alla situazione.
Son contento! ha capito perfettamente quel che volevo dire.Ferdinand Bardamu ha scritto:Capisco quel che dice e, pensandoci bene, le do ragione. Una parola come manvisarsi avrebbe poco successo anche per la carenza d'espressività fonosimbolica: potrebb'essere un verbo letterario per la combinazione di viso con suoni morbidi e dolci.
Giustissima osservazione. Sia cliccare sia schiacciare sono onomatopeici, ma evocano suoni ben diversi. Il fatto che schiacciare sia molto meno «dolce» è dimostrato anche dai vari significati ch’esso può assumere: ‹comprimere, pressare con forza qcs. appiattendolo, frantumandolo, deformandolo›; ‹calpestare›; ‹opprimere pesantemente qcn. annullandone la personalità o limitandone la libertà›; ‹umiliare, sopraffare›; ‹annientare militarmente›; ‹bocciare›; persino ‹aver un rapporto sessuale›… Vedete che cosa può il fonosimbolismo?domna charola ha scritto:Può essere... però "schiacc!" dà l'idea di qualcosa di spiaccicato tipo una pantegana sull'asfalto
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