"Emanuele"

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Zabob
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"Emanuele"

Intervento di Zabob »

Non so se ci avete mai fatto caso, ma a me pare che chi dice "Emanuele Filiberto" tenda ad avvicinare molto di più la 'u' e la 'e' (come -ue- in "duello") di chi dice "Vittorio Emanuele", in cui le due vocali sono nettamente staccate (come -ue- in "cruento"). Nell'esempio manzoniano (da La Risurrezione) riportato dal DOP («il Signor, l'Emmanuele!») la penultima 'e' fa sillaba a sé, altrimenti non si avrebbe un ottonario come tutti gli altri (a proposito: ci vorrebbe la dieresi sulla 'u'?).
Per il DiPI non c'è differenza fra /du'ɛllo/ e /kru'ɛnto/, ma a me la 'u' di "cruento" sembra più lunga (per farmi capire, lo pronuncio come se fosse scritto *cruhento).
Casi simili sono la -ui- di "taccuino", in cui avverto meno la separazione fra 'u' e 'i' rispetto a quella di "suino", la -ua- di "sensuale" rispetto a quella di "duale" o la -uo- di "innocuo" rispetto a quella di "congruo" (o del lat. mortuo): in altre parole, a ritmo allegro, le 'u' di "taccuino", "duello", "Emanuele Filiberto" "innocuo" e "sensuale" diventano delle approssimanti /w/ (e molti le pronunciano così anche a ritmo lento), mentre non ho mai sentito dire, nemmeno a ritmo veloce, /'swino/, /'dwale/, /kɔn'grwo/, /'krwɛnto/ o Vittorio Eman/wɛ/le.

Caso analoghi con la 'i' potrebbero essere "spiare" (che potrei anche scrivere spïare) rispetto a "ampliare", "biologo" ('i' più lunga) rispetto a "biologia" ('i' più breve)...
Ultima modifica di Zabob in data gio, 02 mag 2013 22:38, modificato 1 volta in totale.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Souchou-sama
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Intervento di Souchou-sama »

Direi che il DiPI risolve la maggior parte dei suoi dubbi: ci butti un occhio. :wink:
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Zabob
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Intervento di Zabob »

Ci ho buttato non solo un occhio ma anche due o tre :lol: , infatti ho scritto che «per il DiPI non c'è differenza fra /du'ɛllo/ e /kru'ɛnto/, ma a me la 'u' di "cruento" sembra più lunga»; così come le trascrizioni fonematiche non tengono conto di differenze che pure io avverto (fra "taccuino" e "suino", fra "innocuo" e "congruo", fra "spiare" e "ampliare" ecc.), e vorrei capire se dipende da me, da come parlano le persone che sono intorno a me, o se sono differenze oggettivamente presenti ma trascurabili ai fini di una trascrizione fonemica.

P.S.: ho trovato questo filone che pone problemi non dissimili.
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valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

Zabob ha scritto:Ci ho buttato non solo un occhio ma anche due o tre :lol: , infatti ho scritto che «per il DiPI non c'è differenza fra /du'ɛllo/ e /kru'ɛnto/, ma a me la 'u' di "cruento" sembra più lunga»;
Io queste due le sento uguali ma provo ad avanzare un'ipotesi: in /du'ɛllo/ la /u/ può più facilmente andare verso /w/ (ci sono parole comuni fatte alla stessa maniera, ad esempio "quello"); in /kru'ɛnto/ abbiamo già due consonanti prima della /u/, trasformare questa in /w/ equivarrebbe a formare una sillabona "krwɛn" (che mi pare poco probabile). Un altro esempio è "incongruente", si andrebbe a formare una sillaba troppo lunga.
Zabob ha scritto: così come le trascrizioni fonematiche non tengono conto di differenze che pure io avverto (fra "taccuino" e "suino", fra "innocuo" e "congruo", fra "spiare" e "ampliare" ecc.), e vorrei capire se dipende da me, da come parlano le persone che sono intorno a me, o se sono differenze oggettivamente presenti ma trascurabili ai fini di una trascrizione fonemica.
Il DiPI però tiene conto di alcune: per "suino" riporta solo la versione con iato, per "taccuino" indica la versione con dittongo come "moderna".
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Carnby
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Intervento di Carnby »

valerio_vanni ha scritto:Il DiPI però tiene conto di alcune: per "suino" riporta solo la versione con iato, per "taccuino" indica la versione con dittongo come "moderna".
Ovvero *tacquino. Non mi garba. :)
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Zabob
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Intervento di Zabob »

valerio_vanni ha scritto:Il DiPI però tiene conto di alcune: per "suino" riporta solo la versione con iato, per "taccuino" indica la versione con dittongo come "moderna".
Sì, infatti mi riferivo a /takku'ino/ rispetto a /su'ino/. Perché, a ritmo allegro, la prima /u/ diventa /w/ ma la seconda no?
Caso opposto: "fluoro" e "luogo" per il DiPI si pronunciano /flu'ɔro/ e /'lwɔgo/; qui invece non sento differenza, perché mi sembra più /lu'ɔgo/ che /'lwɔgo/.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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SinoItaliano
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Intervento di SinoItaliano »

Forse perché luogo deriva da loco (dittongamento o>uo + sonorizzazione)
Questo di sette è il piú gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.
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Zabob
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Intervento di Zabob »

SinoItaliano ha scritto:Forse perché luogo deriva da loco (dittongamento o>uo + sonorizzazione)
Grazie, questo spiega molte cose: anche in "ruota" e "duomo" faccio fatica a percepire un solo... swono! Ecco, forse dipende piuttosto dalla consonante che precede -uo-.
Ma, ripeto, potrebbe essere il mio idioletto.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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