Né forwardare né chattare sono parole italianissime: in italiano non esiste w e ch si legge k. Se mi dice ciattare allora sono d'accordo.Freelancer ha scritto:Ha solo fatto un esempio di come i forestierismi diano luogo a parole italianissime. Avrebbe anche potuto usare chattare. Oppure filmare, stoppare, bluffare o altro, ma questi ultimi sono denominali ormai assimilati e nessuno ci fa più caso mentre forwardare ancora colpisce. Che esista non significa che lo si debba usare.
La pronuncia dei linguisti
Moderatore: Cruscanti
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Non lo so, ma ci ho riflettuto. Serianni è sempre stato positivo quando gli ho scritto, nel senso che indicavo, perché in fondo è stato allievo del Castellani, e gli sarà rimasto impresso (i Maestri lasciano il segno) il dovere della responsabilità. Nel contempo, come si fa a non essere influenzati dalla tendenza generale? E la tendenza generale dei linguisti di oggi è quella del descrittivismo puro. D’altro canto, quando si fa un’intervista, non si conoscono le domande prima e non ci si può preparare (ne so qualcosa), e magari gli è venuto da dire questa cosa cosí, solo per illustrare, senza farsi promotore di forwardare. Ma è vero, condivido la sua perplessità.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- Sandro1991
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Questa, non è la pronuncia di un linguista, ma di un famoso doppiatore: Giorgio Lopez. Mi trovo in parziale disaccordo con un mio amico circa la giusta resa delle cogeminazioni. Io ritengo che in certi punti non siano rispettate affatto, e in altri risultino non nette, quasi evanescenti. Il mio rivale sostiene, invece, che siano corrette, e eufonicamente valide.
Voi, orecchie cólte, che mi dite?
Voi, orecchie cólte, che mi dite?
Che ha ragione lei. Non ho neanche ascoltato fino alla fine, perché già nei primi due minuti si rinvengono numerose imprecisioni e errori (due a caso: /'dEla/ per /'della/ e /ladZ'dZOja/ per /la'dZOja/, ripetuto due volte). Sarebbe stato bocciato all’esame.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- Sandro1991
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Gradirei un giudizio sulla pronuncia del linguista! Sul Tubo si trovano le puntate.
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