Quanto è importante l'etimologia?

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Moderatore: Cruscanti

rossosolodisera
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Quanto è importante l'etimologia?

Intervento di rossosolodisera »

Negli spazi di questo forum ho notato che ci sono gli etimologisti, ovvero coloro che nell'usare le parole in una certa accezione si rifanno all'etimologia, e coloro che si rifanno all'uso. Personalmente tendo ad essere del primo gruppo, tuttavia mi rendo conto che spesso le parole hanno perso sia i connotati morfologici sia quelli semantici della loro origine: ad esempio un angelo per noi può essere uno spirito come pure una persona molto buona di carattere, o una persona molto bella d'aspetto, ma nessuno si sognerebbe mai di chiamare angelo lo speaker del telegiornale in quanto annunciatore: mi spiego cosa intendo dire ?
Voi quanto siete influenzati dall'etimologia nella scelta del vostro linguaggio?
Mi è venuta voglia di aprire questa discussione dagli interventi nell'altra discussione mia inerente al "pesce selvatico".
Ultima modifica di rossosolodisera in data mar, 18 mar 2014 18:35, modificato 1 volta in totale.
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Animo Grato
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Re: Quanto è importante l'etimologia?

Intervento di Animo Grato »

rossosolodisera ha scritto:…nessuno si sognerebbe mai di chiamare angelo lo speaker del telegiornale in quanto annunciatore
Qui, non si sognerebbe nemmeno di chiamarlo speaker. :wink:
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
rossosolodisera
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Iscritto in data: lun, 30 dic 2013 17:30

Re: Quanto è importante l'etimologia?

Intervento di rossosolodisera »

Io non mi faccio queste paranoie: gli anglismi eccessivi (soprattutto alcuni) mi danno fastidio, ma uso volentieri parole di altre lingue attuali o morte entrate nel nostro uso. Molto più volentieri del dialetto :-)
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Carnby
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Iscritto in data: ven, 25 nov 2005 18:53
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Re: Quanto è importante l'etimologia?

Intervento di Carnby »

rossosolodisera ha scritto:Molto più volentieri del dialetto
Io preferisco di gran lunga le parole rustiche popolari ai forestierismi. :D
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u merlu rucà
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Iscritto in data: mar, 26 apr 2005 8:41

Re: Quanto è importante l'etimologia?

Intervento di u merlu rucà »

rossosolodisera ha scritto:Io non mi faccio queste paranoie: gli anglismi eccessivi (soprattutto alcuni) mi danno fastidio, ma uso volentieri parole di altre lingue attuali o morte entrate nel nostro uso. Molto più volentieri del dialetto :-)
Meglio usare parenti prossimi che amici lontani.
Largu de farina e strentu de brenu.
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Freelancer
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Re: Quanto è importante l'etimologia?

Intervento di Freelancer »

rossosolodisera ha scritto:Voi quanto siete influenzati dall'etimologia nella scelta del vostro linguaggio?
Mi è venuta voglia di aprire questa discussione dagli interventi nell'altra discussione mia inerente al "pesce selvatico".
Penso che occorra una certa flessibilità sia nello scegliere per il proprio uso sia nell'approvare o disapprovare le scelte di altri. A seconda di ogni parola, si può prestare più attenzione all'una o all'altra delle possibili considerazioni, secondo il proprio gusto.

Ad esempio, con riferimento alla discussione su selvatico, a me sembrava che non si possa non avvertire la selva nella parola, quindi trovavo (e trovo) strano il pesce selvatico.

In altri casi il legame etimologico è più debole; solo chi conosce il greco avverte l'incongruenza di bella calligrafia, mentre alla maggioranza dei parlanti non sembra strano.

Analogamente per reboante, discusso recentemente. Da qui il fatto che la maggioranza dei parlanti usi roboante senza problemi e addirittura possa considerare sbagliato reboante.

Invece in suicidarsi, per esempio, non si può non avvertire il doppio riflessivo mi sembra, quindi è più probabile che non piaccia (ma molti non ci fanno caso).

E così via, caso per caso...
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Carnby
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Iscritto in data: ven, 25 nov 2005 18:53
Località: Empolese-Valdelsa

Re: Quanto è importante l'etimologia?

Intervento di Carnby »

u merlu rucà ha scritto:Meglio usare parenti prossimi che amici lontani.
Mi garba! :wink:
fiorentino90
Interventi: 263
Iscritto in data: lun, 09 apr 2012 1:22

Re: Quanto è importante l'etimologia?

Intervento di fiorentino90 »

u merlu rucà ha scritto:Meglio usare parenti prossimi che amici lontani.
8)
Carnby ha scritto:
rossosolodisera ha scritto:Molto più volentieri del dialetto
Io prefersco di gran lunga le parole rustiche popolari ai forestierismi. :D
Sono d'accordo.
rossosolodisera
Interventi: 198
Iscritto in data: lun, 30 dic 2013 17:30

Re: Quanto è importante l'etimologia?

Intervento di rossosolodisera »

Freelancer ha scritto:Penso che occorra una certa flessibilità sia nello scegliere per il proprio uso sia nell'approvare o disapprovare le scelte di altri

Su questo sono pienamente d'accordo.
Freelancer ha scritto:In altri casi il legame etimologico è più debole; solo chi conosce il greco avverte l'incongruenza di bella calligrafia, mentre alla maggioranza dei parlanti non sembra strano.
A me lo vietavano, e tutt' oggi chi lo dice non ci fa, mi creda, una bella figura (che non se ne renda conto è un altro discorso) .
Freelancer ha scritto:Analogamente per reboante, discusso recentemente. Da qui il fatto che la maggioranza dei parlanti usi roboante senza problemi e addirittura possa considerare sbagliato reboante.
Personalmente non uso praticamente mai nè l'una né l'altra forma, ma non avrei mai immaginato la forma reboante per il semplice fatto di non aver mai indagato sull'etimologia.
Freelancer ha scritto:Invece in suicidarsi, per esempio, non si può non avvertire il doppio riflessivo mi sembra, quindi è più probabile che non piaccia (ma molti non ci fanno caso).
Questo del suicidarsi è un vecchio pallino anche per me. Ma mi faccia capire, lei come lo dice e come vorrebbe che si dicesse (a parte ovviamente aggirare il problema con "si è ucciso" o "si è tolto la vita" ) ?
Ultima modifica di rossosolodisera in data dom, 03 ago 2014 20:45, modificato 2 volte in totale.
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Scilens
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Intervento di Scilens »

Perché calligrafia in italiano è diventata una parola senza connotazioni di valore, così può essere sgraziata, microscopica, strabordante e così via.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
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Carnby
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Iscritto in data: ven, 25 nov 2005 18:53
Località: Empolese-Valdelsa

Intervento di Carnby »

Scilens ha scritto:Perché calligrafia in italiano è diventata una parola senza connotazioni di valore, così può essere sgraziata, microscopica, strabordante e così via.
Per via dell'arte calligrafica? Dire arte grafica era troppo generico. Chirografica sarebbe stato forse più preciso, ma spesso la parola già uso si afferma con un significato più ampio rispetto a quello originario.
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Animo Grato
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Iscritto in data: ven, 01 feb 2013 15:11

Re: Quanto è importante l'etimologia?

Intervento di Animo Grato »

rossosolodisera ha scritto:
Freelancer ha scritto:In altri casi il legame etimologico è più debole; solo chi conosce il greco avverte l'incongruenza di bella calligrafia, mentre alla maggioranza dei parlanti non sembra strano.
A me lo vietavano, e chi lo dice non ci fa una bella figura (poco importa: tanto non se ne rende conto) .
Perfino il tradizionalista Treccani certifica, per calligrafia, il significato di "modo di scrivere in genere, scrittura, grafia", e riporta proprio gli esempi di "bella, brutta c[alligrafia]".
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
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rossosolodisera
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Iscritto in data: lun, 30 dic 2013 17:30

Re: Quanto è importante l'etimologia?

Intervento di rossosolodisera »

Carnby ha scritto:Io preferisco di gran lunga le parole rustiche popolari ai forestierismi. :D
Io no. :?
Scilens ha scritto:Perché calligrafia in italiano è diventata una parola senza connotazioni di valore, così può essere sgraziata, microscopica, strabordante e così via.
Chiedo scusa, Scilens, visto che comincia una frase con "perché" ci può dire a chi o a quale domanda starebbe rispondendo? Forse considera sottointeso anche questo, ma la prego di specificare. :x
Animo Grato ha scritto:Perfino il tradizionalista Treccani certifica…
Come credo di aver già scritto e ripetuto non sono uno che prende per oro colato tutto quello che dice il vocabolario o che da esso (di)pende, ed anzi vi tengo volentieri un certo distacco, almeno in merito alle cose che so già. Anche gli autori del Treccani, ammesso che siano stati infallibili in passato, ormai sono figli della una scuola "facilona" che dura da 40 anni (anche il sottoscritto, lo so) .
Io preferisco usare gli anglismi che rassegnarmi alle empiriche mutazioni o estensioni di significato: se lasciassimo che l'uso legiferasse allora alla voce contachilometri dovrebbe essere anche riportato come significato anche tachimetro per il fatto che i bambini, da sempre, usino quel termine in luogo di questo.
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Scilens
Interventi: 1097
Iscritto in data: dom, 28 ott 2012 15:31

Intervento di Scilens »

Ha ragione, sono io che devo scusarmi. Ho risposto all'intervento di Freelancer nel punto in cui scrive "solo chi conosce il greco avverte l'incongruenza di bella calligrafia, mentre alla maggioranza dei parlanti non sembra strano."

Per riprendere il tema a lei caro, la mia opinione è che l'etimologia in taluni casi denunci un'origine talmente lontana dal significato attuale di un termine da non avere nessuna importanza nell'uso pratico. Com'è stato detto, dove l'origine della parola è ancora percepibile senza fatica si cercherà, istintivamente, di non allontanarcisi troppo. Ecco perché definire il pesce non allevato come selvatico pare strano. Tantopiù nelle zone come la mia, dove per 'selva' s'intende quasi soltanto il bosco (coltivato e dunque per nulla selvatico) di castagni e marroni, fatto che spiega anche il perché Dante specifichi come 'selvaggia' la selva.
Nota: da noi selvatico è 'sarvaticho'.
rossosolodisera
Interventi: 198
Iscritto in data: lun, 30 dic 2013 17:30

Error communis facit ius

Intervento di rossosolodisera »

È passato un po' di tempo dagli ultimi interventi. Sono ripassato ed approfittto per discutere ancora. Ci si è appellati al Treccani per assolvere l'uso di calligrafia come vox media e il suo accompagnamento con aggettivo, ora pleonastico ovvero opposto (brutta calligrafia). Praticamente avrebbe avuto l'iter opposto a quello di fortuna, che in passato era sinonimo di sorte, sul calco del latino, ed oggi di buona sorte.

È giusto che ci si confronti, ci si contraddica se è il caso, sempre nel rispetto reciproco. Tuttavia ribadisco la mia delusione nel constatare che molti di voi si battano per difendere l'italiano e al contempo giustifichino le involuzioni col fatto che "ormai è nell'uso comune": mi pare di riscontrare una logica contraddittoria.

Allora rassegniamoci a tutto e dedichiamoci ad altri interessi! Non capisco perché l'uso comune debba legittimare bella calligrafia e non il giustamente aborrito piuttosto che in luogo di "o" ("sarebbe sbagliato , ma l'uso lo legittima"). Mi piacerebbe inoltre riscontrare la capacità di ragionare anche con la propria testa, sia pure abbinata alla consultazione del vocabolario.
Ultima modifica di rossosolodisera in data mer, 19 nov 2014 15:17, modificato 1 volta in totale.
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