«Selva di smentite» (o «proteste», «accuse», ecc.)

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Ferdinand Bardamu
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«Selva di smentite» (o «proteste», «accuse», ecc.)

Intervento di Ferdinand Bardamu »

A dimostrazione di quanto possa essere approssimativo il linguaggio giornalistico, vorrei portare l’esempio della locuzione selva di [smentite, proteste, ecc.]. Qualche esempio:

Ma la decisione dei giudici, per quanto non inattesa, è stata accolta da una selva di proteste. [Corriere della Sera, 18 marzo 2014]

Sia come sia, la decisione ha già suscitato una selva di proteste […]. [Il Messaggero, 24 novembre 2011]

Ma mentre Letta parlava, su Twitter, già era partita la selva di proteste dei renziani. [Il Giornale, 9 agosto 2013]

Per questi articolisti, la selva può accogliere qualcosa, esser suscitata da qualcosa, e partire. L’incongruenza di significato è palese.

Naturalmente, la frase fatta, in origine, non riguarda le selve, né i boschi, né le fratte. Dal contesto in cui compare la locuzione si ricava che le proteste, le accuse, le smentite compaiono d’improvviso, come reazione a qualcosa che è accaduto prima.

La parola giusta è allora salva, che, figuratamente, significa ‹esplosione improvvisa, fragorosa›. La sostituzione della parola — una lectio facilior o, meglio, un malapropismo — è dovuta alla relativa rarità di salva al singolare e al di fuori della locuzione a salve.
Ultima modifica di Ferdinand Bardamu in data mar, 22 lug 2014 9:01, modificato 1 volta in totale.
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Freelancer
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Intervento di Freelancer »

Ma nel suo significato figurato selva significa "Moltitudine di cose o persone molto fitta, e talora intricata e confusa: una s. di capelli; una s. di lance; una s. di tifosi" (vedi Treccani e Devoto-Oli).

Fatico a capire questa condanna di selva di proteste.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Grazie della risposta, Roberto. A me pare che, dato il contesto, selva c’entri molto poco, dal momento che ricorre assieme a verbi come lanciare («La tale associazione ha lanciato una selva di accuse…»), ricoprire («Il tal comportamento è stato ricoperto da una selva di proteste…»), suscitare, ecc., verbi che si adattano molto di piú a salva che a selva.

Mi pare che selva, usato in senso figurato, porti con sé piú l’idea di confusione, di oscurità, che quella di clamore o anche di rabbia, come in quest’altro esempio preso da un titolo di Italia Oggi: «Una selva di proteste su Brunetta / I docenti scatenati per le sortite del ministro sui loro stipendi». Qui sta meglio salva (‹esplosione improvvisa e simultanea›, Treccani, «Salva») che selva: la reazione dei docenti non è intricata o confusa, ma fragorosa, strepitosa.

Forse la mia è una generalizzazione, ma nella maggior parte dei casi in cui compare questa locuzione avverto un’incongruenza.
Avatara utente
Scilens
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Intervento di Scilens »

La salva non colpisce, è innocua, è gioiosa e festeggiante, mentre la selva è oscura (penso che sia il verso più noto in assoluto) e riporta alla mente una spinosità problematica.
Per fortuna certe perle le dimentico, tanto basta accendere qualunque elettrodomestico parlante per aggiornarsi.
Prima, durante le previsioni del tempo ho sentito che "l'estate alza la voce". Basta che ci lasci dormire.
domna charola
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Intervento di domna charola »

La salva non colpisce materialmente, ma psicolgicamente/uditivamente sì. Posso sparare a salve con i cannoni per salutare la nascita dell'erede al trono (il popolo coglie anche il senso di "festa", ma in origine si tratta di saluto militare), ma posso anche sparare a salve per spaventare un delinquente e fermarlo, o per disorientare il nemico.

Insomma, si tratta di "fare rumore" improvvisamente, per segnalare qualcosa o ottenere un risultato. Ma con la consapevolezza che, o chi sta davanti ci crede, oppure per quel che mi riguarda non sono in grado di sortire alcun effetto fisico, materiale, tangibile (non riesco a "far male").
E' l'esatto effetto che sortiscono proteste e accuse. Si starnazza sperando di ottenere qualcosa, di spaventare, di far reagire, ma in fondo in fondo, a parte la fragorosa manifestazione verbale, non cambia nulla. Non si colpisce realmente, e i vari destinatari continuano per la loro strada...

Più calzante di così... d'altra parte, in origine, la salva è una singola bordata di fuoco, lo sparo della linea in simultanea, che segue e copre la salva della linea precedente mentre questa sta ricaricando (lo si usa con le armi ad avancarica, ovviamente; oggi con le armi a ripetizione il problema non si pone, tranne per i rievocatori storici...).

Quindi quella dello sparo a vuoto, in segno gioioso o di saluto, è un'accezione del termine che è divenuta corrente dato che le condizioni al contorno sono cambiate.
Ma in origine, la salva colpiva, eccome!
E, proprio per dimostrare le intenzioni amichevoli, si usava in antico scaricare contemporaneamente le armi, sparando in aria: un saluto che significava "sono disarmato, vieni pure avanti". Origine simile a quella del mostrare la mano, codificato quando questa poteva portare, più o meno visibile, un'arma da taglio. Da qui, il senso di "saluto amichevole".

Analogamente, posso accogliere con una salva di fischi qualcuno; in questo caso, i fischi non sono "scarichi" o finti o "a vuoto", sono fischi reali, che colpiscono realmente, almeno dal punto di vista materiale, psicologico. Saremmo cioè addirittura entro il significato anctico: uso un'arma verbale, sparando tutti in contemporanea, per colpirti uditivamente.
Poi, nella realtà, l'arma verbale si rivela "a salve" (nel senso attuale), ma questo è un altro discorso...

Una selva di fischi invece è qualcosa che si ingarbuglia su se stessa, intrappolata nel suo intrico. Una selva non va al bersaglio, ma resta bloccata, ancorata alle sue radici. La selva non vola, non attraversa lo spazio per raggiungere qualcuno. Non è attiva e non fa nulla per richiamare l'attenzione su chi la usa (a parte la selva di Macbeth...).

Insomma, una selva di proteste è qualcosa che fallisce in partenza, nemmeno arriva a farsi udire...
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
Moderatore
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Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
Località: Legnago (Verona)

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Grazie a Scilens e Domna Charola. Non sono l’unico dunque a sentire che c’è qualcosa che non va nella metafora della selva. Ciò nonostante, se fate una ricerca su Google, noterete che selva di proteste prevale nettamente su salva di proteste. Sarà pure un error communis, ma la sua occorrenza persino in pezzi di grandi firme del giornalismo (Gian Antonio Stella del Corriere della Sera) mi lascia perplesso.
Avatara utente
Zabob
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Intervento di Zabob »

A dimostrazione che il termine corretto è salva (e non "selva") basti dire che spesso è adoperato, in alternativa, il termine bordata (bordata di fischi, di accuse, di proteste, ecc.). Ora, che "bordata" sia affine al concetto di salva (e del tutto estranea a quello di selva) è palese, come già implicito nel precedente intervento di domna charola.
Probabilmente viene usato selva perché dà comunque l'idea di qualcosa di fitto e impenetrabile: una selva di fischi è qualcosa che ti avvolge come una cortina di fusti d'albero, e averne ragione è altrettanto difficile come uscire da una foresta.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
domna charola
Interventi: 1633
Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09

Intervento di domna charola »

Secondo me, banalmente, viene usato "selva" perché non si conosce "salva" e lo si considera un errore di stampa. Oppure non lo si conosce del tutto e non ci si pone nemmeno il problema.
Però, da un professionista del testo scritto immediato, mi aspetterei almeno un minimo di padronanza della lingua italiana.
Non riesco a trovarvi scusanti, insomma.
Ivan92
Interventi: 1416
Iscritto in data: gio, 28 nov 2013 19:59
Località: Castelfidardo (AN)

Intervento di Ivan92 »

Anche io credo che si usi selva perché non si conosce salva. Mi trovo comunque d'accordo con quel che sostiene Zabob: è probabile che venga usato il termine selva per accentuare e mettere in evidenza gli ardui tentativi di districarsi tra i fischi e le proteste. A questo punto, io propenderei per una salva di fischi fitta come una selva. Una levata di scudi che accerchia, il furore d'un fuoco di fila di proteste che non dà tregua e dal quale risulta impossibile dileguarsi.
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