Virgola o due punti?

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puer
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Virgola o due punti?

Intervento di puer »

Molto spesso si trovano i sostantivi obiettivo e risultato seguiti da una virgola, es.: "obiettivo, inculcare la cultura della legalità". Oppure: "risultato, tutti promossi". Non sarebbe invece più corretto utilizzare i due punti?
2) Se un ministro è donna occorre dire: "il ministro rispondeva a chi gli chiedeva" o "a chi le chiedeva"?
3) "Condanna inferta al duo Rossi-Bianchi, rei di aver..." Rei o reo?
Grazie a chi vorrà intervenire.
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
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Re: Virgola o due punti?

Intervento di Ferdinand Bardamu »

puer ha scritto:Molto spesso si trovano i sostantivi obiettivo e risultato seguiti da una virgola…
Sottintende «sui giornali», vero? In ogni caso, sí, sarebbe preferibile l’uso dei due punti, tra le cui funzioni c’è anche quella sintattico-argomentativa.

Riguardo ai femminili di nomi di carica, c’è un filone apposito. Per risponderle brevemente: sarebbe meglio evitare incoerenze grammaticali, mescolando i generi. O assumiamo il maschile come genere neutro e decliniamo aggettivi, nomi e pronomi di conseguenza, oppure decliniamo al femminile il nome di carica quando è attribuito a una donna, anche se quel femminile è inusitato e «suona strano». Cose come *«la sindaco» sono compromessi inaccettabili per salvare capra e cavoli.

Terza domanda: se l’aggettivo si riferisce a piú nomi di genere diverso, si declina di norma al maschile plurale. Nella sua frase la scelta è fra la declinazione «a senso» (il duo è un gruppo di due persone) oppure grammaticale (duo è un sostantivo maschile singolare). Una precisazione, inoltre: una condanna si infligge (cioè si impone), non si inferisce. Inferire (sign. 1, p. pass. inferto) vuol dire ‹cagionare, arrecare›, e si usa in riferimento a danni, offese, ingiurie e simili.

P.S. La inviterei a porre un solo quesito per filone, aprendo tanti filoni quante sono le sue domande. Sarebbe opportuno anche che si sforzasse di inserire il filone nella sezione piú consona all’argomento della sua domanda. Grazie. :)
puer
Interventi: 293
Iscritto in data: dom, 27 gen 2013 15:35

Intervento di puer »

La ringrazio per i suoi preziosi interventi. Nutro qualche perplessità sull'inadeguatezza dell'espressione "condanna inferta". Mi sembra un'espressione molto utilizzata anche sul web. Le riporto solo un esempio tratto dalla Treccani: http://www.treccani.it/scuola/tesine/pa ... oli/2.html
Resto in attesa di un Suo ulteriore intervento. Grazie.
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Infliggere una condanna è una collocazione lessicale: sta quindi a metà tra le combinazioni libere e le espressioni idiomatiche. La scelta delle parole in una collocazione è limitata; tuttavia questa scelta esiste. Nelle espressioni idiomatiche invece la sostituzione sinonimica non è possibile: non si può dire *«Hai menato il quadrupede per l’aia», se non intendendo la frase nel suo senso proprio («Hai portato il cane a fare una passeggiata per l’aia»).

Ciò detto, uno sguardo ai significati di ciascun verbo ci può aiutare a capire quale sia la scelta lessicale migliore. Infliggere significa «Imporre, Assegnare, in punizione, Irrogare, riferito a pena o gastigo, e, per estensione, anche a danno o altro pregiudizio» (Vocabolario della Crusca, V edizione). Inferire, nell’accezione che qui c’interessa, significa invece «Arrecare, Cagionare, riferito a danno, ingiuria, offesa, pericolo, e simili» (Vocabolario della Crusca, V edizione). Infliggere, nel suo significato ristretto, presuppone dunque il riferimento a un’autorità e implica una «retribuzione» per un’azione che si ritiene, a torto o a ragione, offensiva o dannosa. Inferire, al contrario, non denota l’azione retributiva di un’autorità, e ha una connotazione sempre negativa: si può infliggere una giusta pena, ma non si può inferire un giusto danno (o, almeno, cosí pare a me). Insomma: ritengo piú appropriato che una condanna si infligga, non si inferisca.
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