«Di» + infinito con funzione di sostantivo

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Olya
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«Di» + infinito con funzione di sostantivo

Intervento di Olya »

Buongiorno a tutti!

C'è un problema che non riesco a risolvere.
Mi potreste dire, per favore, quando si può (o si deve) usare la preposizione "di" davanti a un infinito con funzione di sostantivo?

Per esempio, nel libro "Diario clandestino" di Giovannino Guareschi ho trovato una frase che mi sembra strana:
"Già per la seconda volta vedevamo quei colori, ma costava troppo di vederli".

Perché "di"? Direi "...ma costava troppo vederli". Sbaglio?

Mi pare che "vederli" qui è un soggetto. "Vederli costava troppo". Come nei "Fumare nuoce alla salute", "È pericoloso sporgersi". Non posso immaginare "di" in queste costruzioni. "Di fumare nuoce alla salute", sarebbe possibile?

Potrei giustificare la preposizione nelle frasi come "cerco di...", "faccio finta di...", "ho voglia di..." e simili, ma "costare" non richiede "di", al contrario, Treccani offre gli esempi "Mi costa un occhio mantenerlo in collegio" e "mi costa molta fatica rivedere i conti" – sempre senza "di".
Si può dire: "Mi costa un occhio di mantenerlo in collegio" e "mi costa molta fatica di rivedere i conti"?

Lo chiedo perché ho incontrato anche gli altri esempi dell'uso di questa preposizione davanti a un infinito che non posso giustificare.
"Il problema più importante per noi è di avere una ragazza di sera" (in una canzone di Celentano).
Perché non dire "Il problema... è avere..."?
C'è una regola, una spiegazione di questo uso?

Grazie!
Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

Qui e qui, forse, può trovare una "risposta".
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
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Re: «Di» + infinito con funzione di sostantivo

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Olya ha scritto:"Già per la seconda volta vedevamo quei colori, ma costava troppo di vederli".
L’uso di di qui è fuori dalla norma. Normalmente si dice «… costava troppo vederli». Forse è un’interferenza col dialetto dell’autore, che, giova ricordarlo, non era toscano bensí emiliano. (Ma del dialetto parmense non so nulla…).
Olya ha scritto:Mi pare che "vederli" qui è un soggetto. "Vederli costava troppo". Come nei "Fumare nuoce alla salute", "È pericoloso sporgersi". Non posso immaginare "di" in queste costruzioni. "Di fumare nuoce alla salute", sarebbe possibile?
No, sarebbe errato.
Olya ha scritto:Si può dire: "Mi costa un occhio di mantenerlo in collegio" e "mi costa molta fatica di rivedere i conti"?
No, di in questi esempi non si può usare.
Olya ha scritto:Lo chiedo perché ho incontrato anche gli altri esempi dell'uso di questa preposizione davanti a un infinito che non posso giustificare.
"Il problema più importante per noi è di avere una ragazza di sera" (in una canzone di Celentano).
Perché non dire "Il problema... è avere..."?
C'è una regola, una spiegazione di questo uso?
Nel caso della canzone di Celentano si sottintende quello: «Il problema più importante per noi è [quello] di avere una ragazza di sera». Ma sarebbe corretto pure «… avere una ragazza di sera», senza di.

Qualche piccola correzione al suo eccellente italiano.
Olya ha scritto:[…]
Mi pare che "vederli" qui sia [il verbo parere richiede il congiuntivo non l’indicativo] un soggetto. "Vederli costava troppo". Come nei in "Fumare nuoce alla salute", "È pericoloso sporgersi". Non posso riesco a immaginare "di" in queste costruzioni. "Di fumare nuoce alla salute", sarebbe possibile?

[…]
Lo chiedo perché ho incontrato anche gli [parliamo di altri esempi generici, pertanto non si può usare l’articolo determinativo] altri esempi dell'uso di questa preposizione davanti a un infinito che non posso riesco a giustificare.
"Il problema più importante per noi è di avere una ragazza di sera" (in una canzone di Celentano).
Perché non dire "Il problema... è avere..."?
C'è una regola, una spiegazione di questo uso?

Grazie!
Avatara utente
Animo Grato
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Intervento di Animo Grato »

Gentile Olya, nell'esempio tratto da Guareschi credo che, oltre all'eventuale influenza del dialetto suggerita da Ferdinand, possa esserci il residuo di un uso più antiquato che in questi casi tollerava, o forse incoraggiava, o forse ancora (chissà!) imponeva il di. Simili oscillazioni della norma non sono poi così rare: non so fornirle esempi con costare, ma per toccare (nel senso di "capitare in sorte") può vedere qui, al punto 3.a, che è ammesso sia guarda un po’ cosa mi tocca sentire!, sia guarda un po' cosa mi tocca di sentire!. La Grammatica di Serianni dovrebbe dire qualcosa in proposito (XIV,68 e dintorni), ma al momento non ce l'ho sottomano, quindi rimetto le eventuali verifiche al buon Ferdinand (poi, un giorno, forse, gli svelerò come faccio a conoscere il riferimento senza poter consultare il libro). :wink:
In ogni caso, come regola pratica, Lei non lo usi, e sarà sicura di non sbagliare.
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
Olya
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Intervento di Olya »

Grazie mille per le risposte!

Il consiglio di non usare questa preposizione senza evidente necessità è sicuramente giusto.

Fausto Raso, questi link li ho visti, me li ha dati la ricerca google. Ma, per quanto riguarda il primo, non ho trovato tra gli verbi che reggono la forma "di + infinito" il verbo "costare". E anche "la forma di + infinito che corrisponde a che + modo finito" non è il caso. Capirei fosse "credo di vederli" o un altro verbo che indica opinione o speranza.
Neanche il secondo link quadra, sebbene di per sé interessante, siccome non contiene né "costare" né "avere". Comunque ho fatto l'esercizio sotto (indovinando tutte le risposte corrette) con piacere. La quarta preposizione "Sarebbe interessante leggere questo libro" che non richiede nessuna preposizione ha confermato in me la convinzione che "costava troppo di vederli" suona molto strano.

Grazie per la Sua correzione, Ferdinand Bardamu, e per il complimento che non merito ancora, ma farò di tutto per meritarmelo!
Sono felice di cogliere l'occasione per imparare qualcosa.

L'ellissi mi sembra logico. Forse anche nel primo esempio si sottintende qualcosa come "(quel fatto) di vederli"?

Grazie di nuovo, Animo Grato!
Mi pare che lo sappia io come si fa a conoscere il riferimento senza poter consultare il libro)))
Almeno credo. Ho cercato le parole "verbo", "soggetto", "preposizione di + infinito" e simili ed ho trovato un passaggio nell'Enciclopedia Treccani con riferimento a "Serianni 1989: XIV, 68".
http://www.treccani.it/enciclopedia/ver ... aliano%29/. Carino però. Il mio primo pensiero era che Lei conoscesse tutti i manuali a memoria, almeno indici, e pur non sapendoli recitare parola per parola, sa dove si trovano le risposte. Ero assolutamente pronta a crederci!
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
Moderatore
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Olya ha scritto:L'ellissi mi sembra logico. Forse anche nel primo esempio si sottintende qualcosa come "(quel fatto) di vederli"?
No, quello sottinteso vale soltanto se è collocato in un predicato nominale, come nel caso della canzone di Celentano.

I complimenti sono meritati, mi creda. Che lei abiti in Italia o no, il suo livello è ottimo, considerando la sua madrelingua, cosí diversa dall’italiano. :)
Olya
Interventi: 46
Iscritto in data: dom, 16 mar 2014 12:04
Località: Russia

Intervento di Olya »

Grazie ancora una volta per la risposta!

Non abito in Italia e non ci ho mai abitato, nemmeno lavoro con la lingua, ma l'italiano è il mio più grande hobby, lo studio da sola da anni sognando di capire meglio i miei scrittori e cantautori preferiti e semplicemente gustandomi la sua bellezza.
Per questo le Sue parole valgono davvero tantissimo per me!
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