Condizionale passato o congiuntivo trapassato?

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Moderatore: Cruscanti

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Ste. Gi.
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Iscritto in data: ven, 11 mag 2018 10:58

Condizionale passato o congiuntivo trapassato?

Intervento di Ste. Gi. »

Salve, vi domando se per voi è corretto l'uso del condizionale passato per indicare, in un contesto di ipotesi, un'azione eventuale anteriore rispetto a un'altra, sempre eventuale, espressa con il condizionale presente.
Un esempio:

(Se ti incontrassi), ti parlerei della mia giornata e delle persone che avrei incontrato.

Direi d'acchito che il periodo mi "suona" bene; vi confesso però che soffermandomi sul carattere incerto della subordinata ("che avrei incontrato"), non mi sentirei di escludere a priori anche l'impiego del congiuntivo trapassato, come discusso con alcuni utenti in un mio precedente filone.
Il risultato sarebbe questo:

(Se ti incontrassi), ti parlerei della mia giornata e delle persone che avessi incontrato.


Qual è la vostra opinione?

Grazie a chiunque voglia intervenire...


:)
Avatara utente
Francesco94
Interventi: 98
Iscritto in data: lun, 15 ott 2018 13:06
Località: Roma, Italia

Intervento di Francesco94 »

Salve,

A mio parere, il periodo può esprimere un'ipotesi possibile o quando è impossibile riferita al presente. Il periodo citato infatti potrebbe esprimere la possibilità di incontrare quella persona, oppure un'ipotesi irrealizzabile ma espressa nel presente (impossibile in quanto si ha la sicurezza che non si potrà mai incontrare quella persona nel presente o futuro). In entrambi i casi si utilizza nella protasi il congiuntivo imperfetto mentre nella apodosi si usa il condizionale presente.

La subordinata relativa, secondo la mia opinione, potrebbe essere espressa sia al condizionale presente (così da rispettare la concordanza con la principale) sia al passato riferendosi a un desiderio che ha nel presente di incontrare quella persona riguardo un fatto accaduto nel passato.

"Se ti incontrassi, ti parlerei della mia giornata e delle persone che incontrerei."
Se io incontrassi questa persona, le parlerei della mia giornata e delle persone che io potrei avere la possibilità di incontrare in quel determinato momento e/o luogo.

"Se ti incontrassi, ti parlerei della mia giornata e delle persone che ho incontrato/incontrai." (verbo al passato riferito a un momento passato con ulteriori complementi, magari, un complemento di luogo o tempo).
Se io incontrassi questa persona, le parlerei della mia giornata delle persone che ho incontrato/incontrai in quel determinato periodo di tempo e/o in quel determinato luogo.

Orbene, direi che il congiuntivo trapassato non si debba usare nella subordinata di secondo grado. Il congiuntivo trapassato può essere usato nella protasi (subordinata di primo grado) quando si esprime un'ipotesi irreale ed impossibile riferita al passato oppure si può trovare di rado nella principale esprimendo un dubbio in una domanda.
Avatara utente
Millermann
Interventi: 1515
Iscritto in data: ven, 26 giu 2015 19:21
Località: Riviera dei Cedri

Intervento di Millermann »

Premesso che non sono un esperto, a orecchio mi suonano possibili diverse scelte di tempo per la subordinata, con diverse sfumature di significato.

Vorrei proporre per un attimo uno scenario alternativo. Supponiamo che un bravo atleta, prima di partire per le olimpiadi, scriva un messaggino a un suo amico:

"Se ti incontrassi dopo le olimpiadi, ti parlerei delle medaglie che vincerei."
Questa mi suona abbastanza "neutra", lascia intendere piú o meno che c'è la possibilità che vinca delle medaglie.

"Se ti incontrassi dopo le olimpiadi, ti parlerei delle medaglie che avrei vinto."
Sembra voler dire "Che avrei vinto... se non ci fosse stato quello là!" :P

"Se ti incontrassi dopo le olimpiadi, ti parlerei delle medaglie che avessi vinto."
Mi sembra accettabile, intendendo che la probabilità di vincere medaglie stavolta è minima. :?

"Se ti incontrassi dopo le olimpiadi, ti parlerei delle medaglie che ho vinto/vinsi."
Qui io capisco che le medaglie sono state già vinte nel momento in cui scrive, o anche piú indietro nel passato.

"Se ti incontrassi dopo le olimpiadi, ti parlerei delle medaglie che vincerò."
È un'espressione che potrei aspettarmi, nel parlato, da uno un po' troppo sicuro di sé. ;)

"Se ti incontrassi dopo le olimpiadi, ti parlerei delle medaglie che avrò vinto."
Come sopra, piú attenuata: è convinto di vincerne qualcuna, e di quelle parlerà.

Quindi, passando alla frase originale della discussione, aggiungerei:

"Se ti incontrassi, ti parlerei della mia giornata e delle persone che incontrerò."

"Se ti incontrassi, ti parlerei della mia giornata e delle persone che avrò incontrato."

Come vi suonano? :)
In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
Avatara utente
lorenzos
Interventi: 654
Iscritto in data: lun, 30 mar 2015 15:59

Intervento di lorenzos »

Buonasera Millermann,
sicuramente l’atleta ci parlerebbe anche delle medaglie che potrà aver vinto, ma pare che il nostro olimpionico non potrà parlarci, al ritorno dai giochi, delle medaglie che avesse vinto.
La cosa mi perplime, gentile Millermann, ché se dovessi incontrarla le parlerei di un quesito sul condizionale passato o congiuntivo trapassato e, nel caso, delle difficoltà che avessi trovato cercando di rispondere.
Comunque, gentile @Francesco94
- Anche se l’atleta vincesse, non approverei qualsiasi mezzo cui fosse ricorso.
- Se a Natale tornassi a confessarmi, direi tutti i peccati che avessi commesso nei prossimi due mesi.
- Se il preventivo lo facesse lo stagista, ci penserei io a correggere le stime che avesse sbagliato.
Non sono un esperto di grammatica e, se ne dovessi trattare, un cruscante correggerebbe gli strafalcioni che avessi scritto.
Gli Usa importano merci ed esportano parole e dollàri.
Avatara utente
Millermann
Interventi: 1515
Iscritto in data: ven, 26 giu 2015 19:21
Località: Riviera dei Cedri

Intervento di Millermann »

Buonasera anche a lei, caro Lorenzos! :)
Uhm... però, ripensandoci meglio, forse suonerebbe piú naturale se il nostro olimpionico "coi piedi per terra" dovesse scrivere:
«Se ti incontrassi dopo le olimpiadi, ti parlerei delle medaglie che dovessi aver vinto.»

E cosí, volendo sottolineare il "carattere incerto della subordinata":
«Se ti incontrassi, ti parlerei della mia giornata e delle persone che dovessi aver incontrato.»

In effetti anche [alcune del]le sue proposte, con un dovessi in piú, suonerebbero meglio, non le pare? :D
In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
Avatara utente
Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Millermann ha scritto:[V]olendo sottolineare il "carattere incerto della subordinata":
«Se ti incontrassi, ti parlerei della mia giornata e delle persone che dovessi aver incontrato.»

In effetti anche [alcune del]le sue proposte, con un dovessi in piú, suonerebbero meglio, non le pare? :D
In realtà, non c’è [sostanziale] differenza tra un dovessi aver vinto e un avessi [eventualmente] vinto;)

A dire il vero, mi sembra che la questione sia stata sviscerata a sufficienza, e che il quesito iniziale abbia già trovato risposta.

Riassumendo, la relativa [con sfumatura eventuale] dipende dal condizionale semplice («presente») parlerei: che quest’ultimo costituisca l’apodosi di un periodo ipotetico è tutto sommato irrilevante.

Ora, il rapporto che intercorre fra la relativa (che [INCONTRARE]) e la sovraordinata (ti parlerei della mia giornata e delle persone) è chiaramente un rapporto di anteriorità, per cui il condizionale composto («passato») è escluso… a meno che non costituisca l’apodosi di un altro periodo ipotetico [subordinato alla relativa], nel qual caso è possibile anche il condizionale semplice («presente»): e.g., ti parlerei […] delle persone che incontrerei / avrei incontrato nel caso in cui uscissi / fossi uscito di casa (ma —se ne parlò già una volta— un tale periodo con ben due proposizioni condizionali, seppur diversamente ordinate sul piano ipotattico, risulterebbe di assai ostica decifrazione per l’interlocutore, e in ogni caso —il che è ben piú importante— non corrisponderebbe al senso che si vuole veicolare qui).

La scelta ricade quindi obbligatoriamente sul congiuntivo piucchepperfetto («trapassato»).

Senza sfumatura di eventualità, la scelta ricadrebbe invece sul perfetto composto («passato prossimo») dell’indicativo (il perfetto semplice [«passato remoto»] creerebbe invece una cesura semanticamente poco giustificabile qui, mentre il piucchepperfetto [«trapassato prossimo»] richiederebbe l’individuazione di un preciso «momento di riferimento» situato nel passato, e l’imperfetto risulterebbe innaturale sul piano aspettuale). Come prima, restano invece esclusi [s’un piano squisitamente semantico] i futuri semplice e composto («anteriore»), che indicherebbero posteriorità rispetto al verbo della sovraordinata (parlerei) o a un altro [imprecisato] evento futuro, rispettivamente.

Il fatto che rende il quesito particolarmente disorientante è che nessuna delle opzioni proposte è di per sé agrammaticale, e non basta quindi l’orecchio per individuare quella corretta, ma bisogna prestare molta attenzione alle «condizioni al contorno», ovvero al significato che s’intende effettivamente comunicare.
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