- Non si comincia un periodo con una congiunzione coordinante.
In verità, nulla vieta d'impiegare una congiunzione in apertura di periodo per collegarsi al discorso immediatamente precedente oppure per opporvi un altro argomento. Cosí Serianni su quest'uso [2]: «Ricordiamo infine un uso apparentemente anomalo della congiuzione copulativa, non raro nella tradizione lirica otto-novecentesca: l'attacco di una poesia con un e o con un né, quasi a suggerire una continuità ideale, «del detto col non detto» (CONTINI 1968: 279); dal Foscolo («Né mai più toccherò le sacre sponde»), al Carducci («Né vi riveggo mai, toscani colli»), al Pascoli («E s'aprono i fiori notturni»), al Luzi («E la musica ansiosa bruiva», cit. in SATTA 1981: 460). Questo modulo ha largamente attecchito anche in altri settori, come i titoli di canzoni («E la barca tornò da sola, del 1954: cfr. BORGNA 1985: 129), di film («E Johnny prese il fucile» [ingl. «Johnny got his gun»] di D. Trumbo [1970]), di romanzi («E le stelle stanno a guardare» [ingl. «The stars look down»] di A. J. Cronin [1935]; dal romanzo anche un film di C. Reed, del 1939) e, in particolare, articoli giornalistici. Si vedano, in proposito, i seguenti esempi, tutti raccolti da uno stesso numero di quotidiano («La Repubblica», 9.4.1987): «E la Dc ha lasciato Craxi» 1, «E in aula parlò l'ispettore Derrick» 3, «E da Rimini arriva l'homo craxianus» 6, «E sull'inquinamento di altri due acquedotti Comune sotto inchiesta» 31, «E pullman [sic] ‘selvaggio’ invade tutta la città» 33, «E gli ‘Amici del mare’ ora dichiarano guerra a cartacce e rifiuti» 35.»
Serianni registra con acribía e imparzialità l'impiego della congiunzione coordinante e nei titoli di giornale. È però il caso di citare – sia pure sommariamente e di passata – anche l'argomentazione di Michele Loporcaro [3], che considera polemicamente quest'abitudine giornalistica tutta italiana. Secondo Loporcaro, aprire il titolo con e da un lato stabilisce «una continuità con ciò che è detto in altri articoli sulla stessa pagina, relativi alla stessa notizia» [4]; ma dall'altro, quando la congiunzione coordinante introduce il solo articolo sull'argomento all'interno della pagina, crea una connessione del detto col non detto, dando quest'ultimo per iscontato e veicolando l'opinione che, in fondo, quanto raccontato nell'articolo sia sempre la stessa storia. Va precisato, però, che il titolo gode di una sua autonomia, sicché l'anomalia della congiunzione coordinante all'inizio risalta maggiormente, sollevando le legittime perplessità di Loporcaro, che tuttavia non toccano l'aspetto della correttezza grammaticale.
A parte queste osservazioni, che pertengono a uno specifico àmbito della lingua, l'uso che la falsa regola vorrebbe vietare ha piena cittadinanza. Ce lo conferma, indirettamente, lo stesso Serianni, che in un passo [5] della sua Grammatica scrive (grassetto mio): «Nella sequenza scritta, per l'individuazione dei periodi si potrebbe tener conto del punto fermo. Ma si tratterebbe di un confine puramente convenzionale […]».
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
- Luca Serianni, Grammatica Italiana, Garzanti, Milano, 2000, XIV, § 2
- Ibidem, XIV, § 17
- Michele Loporcaro, Cattive notizie. La retorica senza lumi dei mass media italiani, Feltrinelli, Milano, 2005
- Ibidem, p. 66
- Serianni, op. cit., XIV, § 6