«Ultimo ma non ultimo»
Moderatore: Cruscanti
«Ultimo ma non ultimo»
Un anglicismo che (a parer mio personalissimo) è tra i primissimi quanto ad assurdità, è composto interamente di parole italiane, ed è ultimo ma non ultimo.
Non è trasparente: diventa comprensibile se sappiamo che è un calco di last but not least, che in inglese è trasparente e facile: altrimenti, è un'espressione di per sé oscura, il cui significato si può forse supporre dal contesto, ma è tutt'altro che immediato: per esempio, un ascoltatore potrebbe pensare che chi usa quest'espressione sia arrivato all'ultimo punto di una lista predefinita, ma c'è qualcos'altro da aggiungere dopo: per cui ciò di cui stiamo per parlare è «ultimo» di un certo gruppo di cose ma non è l'«ultima» cosa di cui parliamo in assoluto.
Di fatto, questa oscurità, non iscioglibile a partire dai singoli elementi dell'espressione, bensì necessitante di una nozione ulteriore relativa all'intera frase, in italiano la rende praticamente un'espressione idiomatica. E mi sembra assurdo che, per calcare (malamente, a parer mio) un'espressione trasparente in inglese, sia considerato "normale" usare un'espressione che invece in italiano non è affatto trasparente.
Per fortuna ci sono alternative più sensate. In Rete sembra piuttosto diffusa anche la traduzione ultimo ma non meno importante; a questa si può affiancare una più letterale ultimo ma non per importanza, che a me piace di più.
Non è trasparente: diventa comprensibile se sappiamo che è un calco di last but not least, che in inglese è trasparente e facile: altrimenti, è un'espressione di per sé oscura, il cui significato si può forse supporre dal contesto, ma è tutt'altro che immediato: per esempio, un ascoltatore potrebbe pensare che chi usa quest'espressione sia arrivato all'ultimo punto di una lista predefinita, ma c'è qualcos'altro da aggiungere dopo: per cui ciò di cui stiamo per parlare è «ultimo» di un certo gruppo di cose ma non è l'«ultima» cosa di cui parliamo in assoluto.
Di fatto, questa oscurità, non iscioglibile a partire dai singoli elementi dell'espressione, bensì necessitante di una nozione ulteriore relativa all'intera frase, in italiano la rende praticamente un'espressione idiomatica. E mi sembra assurdo che, per calcare (malamente, a parer mio) un'espressione trasparente in inglese, sia considerato "normale" usare un'espressione che invece in italiano non è affatto trasparente.
Per fortuna ci sono alternative più sensate. In Rete sembra piuttosto diffusa anche la traduzione ultimo ma non meno importante; a questa si può affiancare una più letterale ultimo ma non per importanza, che a me piace di più.
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Re: «Ultimo ma non ultimo»
Mi sembra che tra i calchi più diffusi di questa espressione vi siano ultimo ma non per ultimo e ultimo ma non da meno. Non sono sicuro di avere già menzionato qui la traduzione proposta da Giacomo Devoto, «che non guasta», il quale offre questo esempio: la crocerossina era intelligente, energica e, last but not least, bella; la crocerossina era intelligente, energica e, che non guasta, bella. Aggiunge Devoto: Queste tre parole, che in italiano costituiscono addiritura una proposizione autonoma, hanno il valore di un solo avverbio, che mette misuratamente in rilievo; una contaminazione di «specialmente» e di «anche».
Re: «Ultimo ma non ultimo»
Ultimo ma non per ultimo non mi sembra migliore di ultimo ma non ultimo: è praticamente identico.
Ultimo ma non da meno può andare, come ultimo ma non meno importante, se non ci serve una traduzione rigorosamente letterale (che, direi, di norma non ci serve, essendo questa una frase fatta, da non intendersi con significato precisamente letterale), e ha in più il vantaggio d'una maggiore brevità.
La proposta di Devoto è originale, ma chiaramente può sostituire l'anglicismo solo in casi particolari.
Ultimo ma non da meno può andare, come ultimo ma non meno importante, se non ci serve una traduzione rigorosamente letterale (che, direi, di norma non ci serve, essendo questa una frase fatta, da non intendersi con significato precisamente letterale), e ha in più il vantaggio d'una maggiore brevità.
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Re: «Ultimo ma non ultimo»
Non c'è dubbio. Come tutte le altre del resto, visto che tutto dipende sempre dal contesto. Se poi si cerca la soluzione preconfezionata da usare indiscriminatamente, è un altro paio di maniche.
Re: «Ultimo ma non ultimo»
Proprio Lei proponeva ultimo, non infimo quasi diciassette anni fa. Ultimo e infimo sono antichi superlativi ed entrambe parole sdrucciole: mi pare che ben riproducano con analoga brevità e assonanza l'espressione anglosassone. Piú prosaicamente potremmo dire: ultimo, (ma) solo nell'ordine.Freelancer ha scritto: ↑mer, 01 feb 2023 0:26 Se poi si cerca la soluzione preconfezionata da usare indiscriminatamente, è un altro paio di maniche.
G.B.
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Re: «Ultimo ma non ultimo»
Non mi sembra che lo proponessi. Ribattevo a Marco che diceva che lo si poteva lasciare in inglese, citando la traduzione del Treccani. Infimo non mi piace per niente. La traduzione prosaica di cui sopra è, per l'appunto, ... prosaica.
A me piace particolarmente la soluzione di Devoto per il mio gusto che rifugge dai calchi. Ma, ripeto - non mi stancherò mai di ripeterlo - raramente esiste, quale che sia il caso, una soluzione univoca. È il contesto che scioglie il dubbio su quale soluzione sia quella adatta. Ma è una considerazione largamente disattesa. Il 99,99% delle persone si chiede: come si dice? E basta. La risposta dipende le lascia molto deluse.
A me piace particolarmente la soluzione di Devoto per il mio gusto che rifugge dai calchi. Ma, ripeto - non mi stancherò mai di ripeterlo - raramente esiste, quale che sia il caso, una soluzione univoca. È il contesto che scioglie il dubbio su quale soluzione sia quella adatta. Ma è una considerazione largamente disattesa. Il 99,99% delle persone si chiede: come si dice? E basta. La risposta dipende le lascia molto deluse.
Re: «Ultimo ma non ultimo»
Di questi tempi, se se lo chiedono anziché usare direttamente la parola straniera, sono già soddisfatto...Freelancer ha scritto: ↑gio, 02 feb 2023 16:32 [...] Ma, ripeto - non mi stancherò mai di ripeterlo - raramente esiste, quale che sia il caso, una soluzione univoca. È il contesto che scioglie il dubbio su quale soluzione sia quella adatta. Ma è una considerazione largamente disattesa. Il 99,99% delle persone si chiede: come si dice? E basta. La risposta dipende le lascia molto deluse.
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Re: «Ultimo ma non ultimo»
Mi scusi se l'ho fraintesa, allora.Freelancer ha scritto: ↑gio, 02 feb 2023 16:32 Non mi sembra che lo proponessi. Ribattevo a Marco che diceva che lo si poteva lasciare in inglese, citando la traduzione del Treccani. Infimo non mi piace per niente.
G.B.
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