«IT Wallet», «ITWallet»

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G. M.
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«IT Wallet», «ITWallet»

Intervento di G. M. »

Dopo appena un anno di silenzio, torna a farsi vivo il gruppo Incipit, col suo ventitreesimo comunicato: «Wallet? No, meglio IDIT - Il Portafoglio Italiano!»:
Notizie giornalistiche sembrano anticipare la decisione del Governo di introdurre uno strumento informatico di largo uso popolare, anzi in pratica necessario a tutti, denominato ITWallet, destinato a raccogliere i documenti elettronici personali.

Anche se lo strumento non è ancora attivo, Incipit fa presente fin d’ora che il nome è inadeguato, anzi inopportuno, perché aggiunge un inutile anglismo di natura ibrida alla serie già troppo numerosa che pervade la nostra vita sociale. È invece utile battezzare il nuovo strumento in italiano, visto che ci si rivolge a tutti i cittadini, non solo agli esperti informatici, agli utenti accaniti del telefono cellulare (dove il termine, con altro significato, è già in uso) e agli anglofili impenitenti.

A nostro giudizio, Portafoglio IT sarebbe un ottimo equivalente descrittivo e trasparente di IT Wallet; ma si potrebbe pensare anche a IDIT, che sarebbe acronimo di “Identità (digitale) Italiana”, con caratteristiche di velocità e italianità sufficienti per garantirne la trasparenza e la qualità; fra l’altro, l’ordine dei componenti è quello italiano, con l’aggettivo posposto, e non anteposto come in inglese.

Si potrebbe infine suggerire vantaggiosamente, e questa è la proposta finale di Incipit, l’abbinamento delle due soluzioni, IDIT - Il Portafoglio Italiano. L’acronimo potrebbe prevalere nell'uso comune, per la velocità, ma nella mente degli utenti resterebbe anche la spiegazione nella lingua nazionale. Ci auguriamo che il Governo, laddove voglia realmente introdurre il nuovo strumento informatico, possa tener conto di questi suggerimenti, anche in nome dei principi di identità nazionale a cui spesso ha fatto e fa riferimento.

[...]
La soluzione proposta non mi soddisfa: va bene fare le sigle all'italiana, ma visto che si tratta di un assemblaggio di lettere più o meno arbitrario, è tanto difficile farlo in modo da comporre qualcosa che sia effettivamente strutturalmente italiano? :roll: Non è che /i̍dit/ sia molto più italiano di /wɔ̍llet/...
domna charola
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Re: «IT Wallet», «ITWallet»

Intervento di domna charola »

G. M. ha scritto: lun, 15 gen 2024 16:00
La soluzione proposta non mi soddisfa: va bene fare le sigle all'italiana, ma visto che si tratta di un assemblaggio di lettere più o meno arbitrario, è tanto difficile farlo in modo da comporre qualcosa che sia effettivamente strutturalmente italiano? :roll: Non è che /i̍dit/ sia molto più italiano di /wɔ̍llet/...
Sì, però le sigle sono le sigle... non abbiamo mai curato più di tanto la loro fonotassi italiana. Altrimenti ci saremmo già liberati anche dell'INPS e di altre brutture del genere.
Per non parlare dell'EIAR, fondata nel 1927, in un'epoca quindi di sentita italianizzazione della lingua, che per fortuna poi è divenuta solo RAI...
Avatara utente
G. M.
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Re: «IT Wallet», «ITWallet»

Intervento di G. M. »

domna charola ha scritto: mar, 16 gen 2024 10:13 Sì, però le sigle sono le sigle... non abbiamo mai curato più di tanto la loro fonotassi italiana. Altrimenti ci saremmo già liberati anche dell'INPS e di altre brutture del genere.
È vero, ma è una cattiva abitudine per la nostra assenza di coscienza linguistica, non diversa dall'introduzione smodata di anglicismi o —in modo forse più calzante— dal conio degli pseudoanglicismi.

Non mancano comunque esempi positivi: MISE (MInistero dello Sviluppo Economico), ATECO (ATtività ECOnomiche), AIFA (Agenzia Italiana del FArmaco), ENASARCO (Ente Nazionale di ASsistenza per gli Agenti e i Rappresentati del COmmercio)...
domna charola ha scritto: mar, 16 gen 2024 10:13 Per non parlare dell'EIAR, fondata nel 1927, in un'epoca quindi di sentita italianizzazione della lingua, che per fortuna poi è divenuta solo RAI...
Sì, ma non era un difetto isolato, faceva parte di una tendenza diffusa del regime. Ne abbiamo parlato qui:
G. M. ha scritto: ven, 20 gen 2023 23:17 Incuriosito dalle varie segnalazioni di @G.B., mi sono procurato Le parole straniere sostituite dall'Accademia d'Italia (1941–43) di Alberto Raffaelli (Aracne, Roma 2010).

Per me è interessante notare in particolare le differenze fra questo tipo d'italianizzazioni e il purismo strutturale castellaniano. Ci sono almeno due differenze vistose.

La prima è che all'Accademia sembra non importare l'effettiva conformità delle parole alla nostra fonotassi, ma solo alla nostra ortografia. Un purismo, insomma, non «strutturale» ma «esclusivamente ortografico». [...]
Rilevava questa contraddizione anche Migliorini:
B. Migliorini, «Parole ‹più italiane› e ‹meno italiane›» ha scritto:[...] A mio parere, i termini in -ital coniati in tempo fascista, malgrando l'ostentazione di «italianità», sono ben poco italiani (1). [...]

(1) Contro lanital mi pronunziavo già in data — si noti — 1938 [...].
brg
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Re: [FT] Fascismo e sigle

Intervento di brg »

Fuori tema
In realtà le sigle complicate non sono un'invenzione del fascismo, ma della modernità. Già nell'ottocento avevamo le S.O.M.S., società operaie di mutuo soccorso, e le I.P.A.B., istituti pubblici di assistenza e beneficenza. Durante la prima guerra mondiale c'erano le T.A.I.F., truppe ausiliarie italiane in Francia, ecc.
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G. M.
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Re: [FT] Fascismo e sigle

Intervento di G. M. »

Fuori tema
Non ho detto che le abbia inventate il fascismo, ma solo che il fascismo, nelle sue politiche linguistiche, prestò attenzione all'ortografia della lingua e invece poco o niente alla fonotassi, e quindi le sigle non fonotatticamente italiane (inventate o mantenute se preesistenti) non sono un'eccezione bensì appaiono coerenti coll'atteggiamento generale del regime.
domna charola
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Re: [FT] Fascismo e sigle

Intervento di domna charola »

Fuori tema
Quindi, un mattoncino per smontare quanti dicono che pretendere una lingua italiana che sia italiana è da regime del ventennio! noi qui siamo un'altra cosa, con questo è dimostrato!!! :D
Avatara utente
G.B.
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Re: «IT Wallet», «ITWallet»

Intervento di G.B. »

Vorrei solo aggiungere che l'opinione di Bruno Migliorini, riguardo alle sigle, non era proprio scontata. Si confronti questo mio intervento con il rimando alla voce dell'Enciclopedia Italiana e si legga, in particolare, il severo giudizio del linguista su «formazioni» (non «sigle») come Cogefag e Teti.
G.B.
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