Influssi degli anglicismi sulla pronuncia

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G. M.
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Influssi degli anglicismi sulla pronuncia

Intervento di G. M. »

Gabriele ha scritto: gio, 09 mag 2024 1:00 Vorrei aggiungere anche che questa irruzione malsana di anglicismi, non sta solo infettando con le parole, ma, e ciò è anche peggio, la nostra pronuncia.
Sempre più spesso, soprattutto i giovani, sembrano incapaci di pensare alla I come pura, senza pensare ad 'Ai', o alla A, senza dire E.
Può citarci qualche caso pratico?
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Gabriele
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Re: Influssi degli anglicismi sulla pronuncia

Intervento di Gabriele »

Mah, ogni tanto si sentono, non è facile citare un caso specifico.
Ricordo, la prima cosa che mi viene in mente, un video dove una ragazzina ne picchiava un'altra (altro simbolo di degenerazione della nostra civiltà, la violenza minorile, che lo stato e l'opinione pubblica riconoscono, ma non vogliono contrastare adeguatamente), mentre altre due filmavano.
Arriva una signora in bicicletta che chiede, a quella che stava picchiando l'altra: Ma sei pazza?
E quella che filma risponde per prenderla in giro Are you crEzy?
Intanto ha risposto in inglese,e già solo questo è una follia, poi c'è tutta la deformità delle vocali.
Ma potrei anche citare il Uao, nei fumetti, un tempo era usato, e raramente si leggeva Wow, che io, da bambino, non capivo, e leggevo Vov, chiedendomi che volesse dire, quando lo trovavo, oggi è IMPOSSIBILE trovare la dicitura Uao. Ma in lingua italiana, al di là del wow, è proprio la pronuncia delle vocali ad essere distorta, e questo comporta confusione anche per le ormai, poche, parole italiane.
Stiamo andando verso una lingua dove l'italiano serve solo come costruzione sintattica, e si usano, si e no, gli articoli.
Istria, Alto Isonzo, Fiume, Cherso, Nizzardo, Briga, Tenda, Moncenisio, Monginevro, Piccolo San Bernardo, Monte Tabor, Corsica, Malta, Canton Ticino.
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G. M.
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Re: Influssi degli anglicismi sulla pronuncia

Intervento di G. M. »

Gabriele ha scritto: gio, 09 mag 2024 12:06 Mah, ogni tanto si sentono, non è facile citare un caso specifico. [...] E quella che filma risponde per prenderla in giro Are you crEzy? [...] c'è tutta la deformità delle vocali.
Non capisco. Sia nella pronuncia britannica sia in quella statunitense, crazy è /ˈkreɪzi/. A parte l'uso dell'inglese in sé, che mi sembra in chiaro stile «bravo matusa», ovviamente da condannare come tutto l'episodio, lei avrebbe voluto che lo pronunciasse /kra̍ʣʣi/?
Gabriele ha scritto: gio, 09 mag 2024 12:06Ma in lingua italiana, al di là del wow, è proprio la pronuncia delle vocali ad essere distorta [...]
Quando le capita di sentire la prossima occorrenza del genere, ce la riporti, così ne discutiamo. :)
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Gabriele
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Re: Influssi degli anglicismi sulla pronuncia

Intervento di Gabriele »

Volentieri.
Tornando al crazy, sì, avrei preferito crazy, in un certo senso, perché, così come io, da ragazzino, leggendo il Wow, non pensavo neppure a pronunciare 'uao', ma vov, un lettore italofono, soprattutto se giovane e ancora non altamente scolarizzato, dovrebbe pronunciarlo come si scrive. E il problema è proprio lì, sta cambiando la modalità di lettura.
Mi viene in mente un altro episodio, in una sentenza legale scritta da un cancelliere forse ferrato in inglese, ma non in latino, il de cuius diventava the cuius.
E qualcosa di analogo capitava anche nelle letture di latino 'avanzato' all'università, da gente che aveva fatto il classico e lo scientifico, in cui il pronome is, veniva tradotto (sic) come verbo essere.
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Gabriele
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Re: Influssi degli anglicismi sulla pronuncia

Intervento di Gabriele »

Vedo che ha afferrato che quella frase in inglese, significava proprio quello, consapevolmente, o meno, da parte dell'adolescente. Al di là del fatto riprovevole, parlare in inglese, è diventato per alcuni, forse molti, giovani, qualcosa che li rende moderni, 'giovani', appunto, in contrapposizione ai 'matusa', o come direbbero loro, 'boomer'.
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Re: Influssi degli anglicismi sulla pronuncia

Intervento di Lorenzo Federici »

Pensare di rendere crazy [inglese] con /kra̍ʣʣi/ mi sembra assurdo, ché in quel contesto è chiaramente una parola di un'altra lingua. Si potrebbe pensare a un suo adattamento in italiano, questo sicuramente, e lì sì che /kra̍ʣʣi/ sarebbe una proposta valida così come oggi è valido (e anzi normale) /tu̍nnel/ per tunnel (invece di un più moderno */ta̍nnel/), ma l'inglese è un'altra lingua e così deve restare.
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Carnby
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Re: Influssi degli anglicismi sulla pronuncia

Intervento di Carnby »

Lorenzo Federici ha scritto: gio, 09 mag 2024 16:40 Si potrebbe pensare a un suo adattamento in italiano, questo sicuramente, e lì sì che /kra̍ʣʣi/ sarebbe una proposta valida così come oggi è valido (e anzi normale) /tu̍nnel/ per tunnel (invece di un più moderno */ta̍nnel/)
Mi vengono a mente anche bunker e drone, che sono pronunciati correntemente all’italiana, mentre raid (in inglese [ɹeɪd]) viene spesso reso /raid/ come se fosse ride, cioè ‘cavalcata’.
brg
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Re: Influssi degli anglicismi sulla pronuncia

Intervento di brg »

I d.p.i., dispositivi di protezione individuale, sono spesso chiamati "dippi ai".
valerio_vanni
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Re: Influssi degli anglicismi sulla pronuncia

Intervento di valerio_vanni »

Carnby ha scritto: gio, 09 mag 2024 19:06 Mi vengono a mente anche bunker e drone, che sono pronunciati correntemente all’italiana, mentre raid (in inglese [ɹeɪd]) viene spesso reso /raid/ come se fosse ride, cioè ‘cavalcata’.
Sui forum di bici incontro spesso il verbo raidare (girare in bici), lì è stata presa la pronuncia e trascritta all'italiana.
Non ho mai letto ridare, evidentemente il verbo italiano ha impedito la cosa.
Per il termine che indica il ciclista, invece, rider e raider si alternano.
domna charola
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Re: Influssi degli anglicismi sulla pronuncia

Intervento di domna charola »

Su questo tema, mi sono accorta da un po' di tempo di una cosa buffa: a parte essere allergica agli anglismi gratuiti che infarciscono il nostro linguaggio di ufficio, di tanto in tanto parlando mi rendo conto di termini inglesi ormai radicati, che ho sempre letto all'italiana e che mi sorprendo a sentire dire all'inglese entro un discorso italiano. Cioè, io li pronunciavo con convinzione come erano scritti, e la cosa buffa è che lo stesso termine, se parlo in inglese lo pronuncio correttamente, e se lo leggo, mentalmente lo leggo come si direbbe. Faccio un esempio: un "concerto live" l'ho sempre letto/pensato così come è scritto, anche se il verbo to live l'ho sempre pronunciato come si deve. Quindi non è ignoranza dell'inglese, ma un qualche meccanismo inconscio che fa scattare alternativamente il neurone preposto all'italiano o - aut - quello preposto all'inglese, a seconda del contesto. E' come se la parola aliena calata nella frase italiana perdesse la sua identità e riconoscibilità, diventando "altro" e assumendo veste locale.
Wow ovviamente si legge vov, è sempre stato così, e solo di recente ho scoperto che uao non si scrive uao... almeno, se non si sta parlando in inglese.
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G. M.
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Re: Influssi degli anglicismi sulla pronuncia

Intervento di G. M. »

brg ha scritto: gio, 09 mag 2024 20:37 I d.p.i., dispositivi di protezione individuale, sono spesso chiamati "dippi ai".
I casi di sigle simili sono però un po' al limite, perché non sono termini immediatamente riconoscibili come italiani; e, in ogni caso, si ha una pronuncia del genere perché sono credute termini inglesi e dunque sono lette più o meno all'inglese, non perché siano ritenute termini italiani e siano lette all'italiana ma con una «distorsione» delle vocali, come diceva Gabriele.
brg
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Re: Influssi degli anglicismi sulla pronuncia

Intervento di brg »

G. M. ha scritto: ven, 10 mag 2024 0:24 I casi di sigle simili sono però un po' al limite, perché non sono termini immediatamente riconoscibili come italiani; e, in ogni caso, si ha una pronuncia del genere perché sono credute termini inglesi e dunque sono lette più o meno all'inglese, non perché siano ritenute termini italiani e siano lette all'italiana ma con una «distorsione» delle vocali, come diceva Gabriele.
Le assicuro che almeno alcuni di coloro che parlano di "dippi ai" conoscono il significato della sigla. È che se tutti dicono "dippi ai", così li chiamano "dippi ai" pure loro.
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Re: Influssi degli anglicismi sulla pronuncia

Intervento di G. M. »

Fuori tema
domna charola ha scritto: gio, 09 mag 2024 23:50 Wow ovviamente si legge vov, è sempre stato così, e solo di recente ho scoperto che uao non si scrive uao... almeno, se non si sta parlando in inglese.
Come al solito mi trovo a invidiare gli spagnoli, che scrivono normalmente «addirittura» guau con la g. :cry:
Difesa Italiano
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Re: Influssi degli anglicismi sulla pronuncia

Intervento di Difesa Italiano »

Io avrei un altro esempio che non riguarda tanto la pronuncia, ma mi sento di citare in questo filone.
Da studente mi capita di avere a che fare con appunti di compagni di corso e lì si trovano le peggio cose. Tralasciando tutti i lemmi inglesi usati perché "più corti e dunque è più semplice stare al passo col professore", ci sono delle cose che sono indicative della caduta dell'italiano. In particolar modo, in questa settimana mi sono confrontato con un "bolscevichi" scritto... "bolsheviky". Tralasciando l'ignoranza del soggetto in questione, è indicativo del coma dell'idioma nostro questo tipo di atteggiamento: ogni parola mai udita viene più naturalmente scritta ed interpretata come fosse straniera!
Avatara utente
G. M.
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Re: Influssi degli anglicismi sulla pronuncia

Intervento di G. M. »

Difesa Italiano ha scritto: sab, 25 mag 2024 9:18 [...] ogni parola mai udita viene più naturalmente scritta ed interpretata come fosse straniera!
Abbiamo notato varie volte la tendenza a scrivere e pronunciare all'inglese le parole percepite come straniere, quale che ne fosse l'effettiva provenienza: com'è praticamente la «norma», nei giornali e non solo, la trascrizione all'inglese di nomi e parole dall'arabo e dal russo. Il suo caso però è una novità, visto che riguarda un termine adattato anche morfologicamente (anche se forse il gruppo poco italiano /-lʃ-/ potrebbe aver influito). :?
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