valerio_vanni ha scritto:Marco Treviglio ha scritto:No, perché non può esserci dittongo senza
i o
u [
semi]consonantiche.
Da un punto di vista fonetico, il dittongo ci può essere anche in assenza di semiconsonanti. "Via" e "Vai" sono dittonghi, e non hanno /j/.
Vero! D'accordo per "Vai", ma non per "Via" che ha iato [non per la /j/ ma per l'accento].
valerio_vanni ha scritto:Marco Treviglio ha scritto:La sillabazione di «maestà» è
ma|e|stà e deriva da [lett. ant.]
maiestà, maiestade che a sua volta deriva da
maior con
i…
Mi soffermo su questo punto perché lo ritengo importante. Lei sta facendo derivare la sillabazione di "maestà" da quella di "maiestà" (sicuramente /ma.jes'ta/), ma nel presente quella /j/ è sparita e non possiamo basarci su di essa per sillabare.
E' evidente che ci si sta basando su un aspetto di sviluppo storico della lingua, ma una sillabazione fonetica deve basarsi su come la lingua viene pronunciata ora.
In pratica, non mettiamoci a dire che "città" è trisillabica perché deriva da "cittade". In "maestà" è più facile farlo, perché le lettere scritte per
fare (il giochino delle)
tre sillabe ci sono.
No! Io non «sto facendo derivare la sillabazione» dalla forma arcaica, bensí affermo che
maestà ha tre sillabe per l'iato che si sviluppa tra
a ed
e. Dunque, in base alla pronunzia odierna.
valerio_vanni ha scritto:Per la fonetica, bisogna ascoltare come la parola viene pronunciata. Ma spontaneamente, se ci convinciamo di voler dire una sillaba per vocale e le scandiamo non se ne viene fuori. Impuntandoci, potremmo anche dire /pi,an.gi'a.mo/... ma dedurremmo che la parola ha cinque sillabe.
Sulla base fonologica so poco e poco la comprendo data la funzione della sillabazione. Pur leggendo per intero la presente discussione [
sino al mio primo intervento in essa] non ho avuto né l'idea né l'impressione che si discutesse principalmente sulla realtà fonetica del dittongo.
Dal mio punto di vista, modestamente, credo che, vista l'esistenza di altre discussioni sul tema, distinguere il dittongo su base fonetica e su base morfologica sia d'aiuto alla lettura.
Comunque,
piangiamo ritengo ne abbia sempre tre.
valerio_vanni ha scritto:E' anche utile ascoltare delle canzoni, secondo me. E' vero che la musica può generare delle eccezioni, ma per lo più rispecchia la struttura sillabica spontanea.
E' utile perché ci porta ad affrontare il "dove sono le note", note che poi corrispondono ai nuclei sillabici. C'è una melodia, che potrebbe essere suonata con uno strumento, e c'è un testo che viene distribuito su di essa.
Ma, foneticamente, quante
parole formano dittongo in
questa canzone?
valerio_vanni ha scritto:Marco Treviglio ha scritto:«Sciattone», invece, ha un dittongo come «sciatico», «sciatica».
Personalmente, non so Voi, non pronuncio
scia- delle parole «sciare, sciatore, sciatorio» nello stesso modo di «sciattone, sciatica, sciatico».
Sono «tradizionale», dunque?
Neanch'io le pronuncio alla stessa maniera, ma in "sciattone" il dittongo non c'è. Quella "i" è diacritica, serve solo a distinguere (nello scritto) la parola da "scattone" (quello che fa un ciclista a pochi metri dal traguardo
).
Lo stesso vale per "sciocca" ~ "scocca": non ci sono né /i/ né /j/. Forse è più evidente nella maniera in cui scriverebbero gli inglesi ("shock" "shaft" etc).
Sí, è vero! Errore mio di disattenzione. In luogo di «dittongo» volevo scrivere «sillaba».
Infarinato ha scritto:[L]a sua interpretazione [...] non è «in disaccordo con me», sibbene con la
realtà fonetica, come le già ha spiegato molto bene Valerio e come credo di aver chiarito definitivamente in un
mio vecchio intervento, citato millanta volte in questo fòro (e anche in tesi di dottorato! :shock:), e in particolare nel
secondo intervento di questo filone… Ma non s’era detto di leggerci per bene quanto scritto in precedenza prima d’intervenire s’un qualsiasi argomento? :P
Per l'appunto, il «disaccordo con Lei» l'ho in quanto io non accetto la sillabazione fonetica ma solo morfologica, poiché il motivo per sillabare è specificare la forma della parola e lo svolgimento di tale azione avviene di certo non a velocità frenetica ("a ritmo allegro"). Almeno, è quello che penso.
Inoltre intendo chiarire bene che ho letto tutto quanto in questa discussione saltando solo il primo collegamento, al «secondo intervento», per la sua lunghezza e che pensavo di leggere una volta finito l'intero filone; poi, per dimenticanza, non l'ho fatto. Di ciò e del ritardo di questa mia risposta chiedo venia.
Tuttavia, in fondo, anche quell'intervento non cambia il succo di ciò che avevo da dire al riguardo.