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Inviato: sab, 11 giu 2011 11:39
di zeneize
Ma anch'io, caro Jonathan. Però la "maniera" attuale non ce lo consente, almeno in un registro medio-elevato. Uno può essere anticonformista e opporsi alla maniera, ma allora dovrà essere "anomalista" fino in fondo e accettare anche forme ortografiche e sintattiche diverse dalle comuni.

Inviato: mer, 15 giu 2011 23:38
di Ferdinand Bardamu
Luca86 ha scritto:Se la memoria non m'inganna, in Veneto si usano le varianti destudar(e)/destuar(e)/stuar(e). Aspettiamo una conferma (o smentita) del caro Ferdinand.
Nella mia variante dialettale, spegnere (anche nel significato derivato di «disattivare un dispositivo») si dice smorzar(e). Da una rapida ricognizione su Google, ho visto il verbo, nella forma stuar, adoperato da un parlante (probabilmente) di Treviso in questo fòro. Riporto la frase per esemplificarne l'uso:

xe ora de stuar i fanai [è ora di spegnere i fari]

In un dizionario veneto-italiano compilato nel 2006, si trova, alla voce stuar:

1. spegnere; stua el fógo spegni il fuoco; stua el motor spegni il motore; (fig.) stuar la sé spegnere la sete 2. chiudere; stua l’aqua chiudi l’acqua (SIN. smorzsar)

È probabile che questo verbo nella parte centro-orientale del Veneto sia in concorrenza con smorzare, ma confesso di non averlo mai sentito prima.

Inviato: gio, 16 giu 2011 11:27
di zeneize
Ferdinand, le risulta che questo verbo stuar(e) possa essere connesso anche al termine "sciorinare"? Glielo chiedo perché in genovese scioâ /Swa:/ (che mi pare foneticamente affine al verbo veneto qui citato) significa tanto "spegnere", "soffreddare" (scioâ o menestron, soffiare sulla minestra affinché si raffreddi) quanto "stendere i panni perché prendano aria".

Inviato: gio, 16 giu 2011 13:26
di u merlu rucà
zeneize ha scritto:Ferdinand, le risulta che questo verbo stuar(e) possa essere connesso anche al termine "sciorinare"? Glielo chiedo perché in genovese scioâ /Swa:/ (che mi pare foneticamente affine al verbo veneto qui citato) significa tanto "spegnere", "soffreddare" (scioâ o menestron, soffiare sulla minestra affinché si raffreddi) quanto "stendere i panni perché prendano aria".
No, il termine genovese, come l'antico italiano sciorare, deriva da *exaurare (composto da ex + aura 'venticello'). Nei dialetti liguri del Ponente, dal significato di 'stendere i panni perché prendano aria' si è passati anche a quello di 'gettare, buttare': on sciouràu e ciave 'ho buttato le chiavi'

Inviato: gio, 16 giu 2011 14:00
di zeneize
Grazie... come ipotesi alternativa avevo persino pensato a staurare (infatti resciöu /re'SO:u/ = ristoro, conforto), ma in effetti la sua mi pare più plausibile

Inviato: gio, 16 giu 2011 18:34
di Ferdinand Bardamu
Esiste anche nel mio dialetto un derivato di *exaurare ed è sorare, che significa proprio «soffreddare/raffreddarsi»: speta che la minestra la se sora, «aspetta che la minestra si raffreddi».

Inviato: gio, 16 giu 2011 19:42
di u merlu rucà
Tornando a stutare, mi chiedo se nel passaggio dal senso originale 'conservare, custodire' del latino tutari/tutare a quello di 'spegnere' (e 'uccidere' nel francese tuer) non abbia influito qualche lingua germanica. Infatti nel tedesco moderno töten significa 'uccidere'.

Inviato: ven, 17 giu 2011 8:52
di zeneize
u merlu rucà ha scritto:[...] Infatti nel tedesco moderno töten significa 'uccidere'.
Secondo me si tratta di una comune radice indoeuropea. Il tedesco töten mi rimanda all'inglese to die e, perché no, al greco (apo)thnesko (=morire). Cosa ne pensate a riguardo?

Inviato: ven, 17 giu 2011 15:14
di Infarinato
zeneize ha scritto:
u merlu rucà ha scritto:[...] Infatti nel tedesco moderno töten significa 'uccidere'.
Secondo me si tratta di una comune radice indoeuropea.
A ted. töten e ingl. die, sí (√*dheu-, *dhwey-), ma non a gr. thnēiskō (√*dʰnh₂-), né a lat. tueor (> fr. tuer, it. ant. stutare: √*teu-). ;)
zeneize ha scritto:Cosa ne pensate a riguardo?
Al riguardo!! :evil::D

Inviato: ven, 17 giu 2011 18:32
di u merlu rucà
Infarinato ha scritto:
zeneize ha scritto:Secondo me si tratta di una comune radice indoeuropea.
A ted. töten e ingl. die, sí (√*dheu-, *dhwey-), ma non a gr. thnēiskō (√*dʰnh₂-), né a lat. tueor (> fr. tuer, it. ant. stutare: √*teu-). ;)
Infatti le radici sono diverse. Quello che, però, lascia perplessi è il passaggio semantico di tueri/tutari da 'custodire, conservare, difendere' a 'spegnere, uccidere', che sono praticamente all'opposto del significato originario. O si tratta di un'estensione di 'difendere', nel senso che, per difendere qualcuno, posso essere costretto ad uccidere, oppure bisogna ammettere l'influsso di töten.

Inviato: ven, 17 giu 2011 18:42
di zeneize
Si calmi, Infarinato, sono già stato informato del madornale (?) errore, terrò a mente :wink:

Inviato: sab, 18 giu 2011 18:52
di Infarinato
u merlu rucà ha scritto:Infatti le radici sono diverse. Quello che, però, lascia perplessi è il passaggio semantico di tueri/tutari da 'custodire, conservare, difendere' a 'spegnere, uccidere', che sono praticamente all'opposto del significato originario. O si tratta di un'estensione di 'difendere', nel senso che, per difendere qualcuno, posso essere costretto ad uccidere, oppure bisogna ammettere l'influsso di töten.
Sí, l’avevo capito, caro Merlo: stavo solo rispondendo al suo conterraneo. :D

L’ipotesi di un’influsso germanico è suggestiva, ma non mi sembra necessaria ed è forse poco verosimile.

La nota etimologica del TLFi ci dice che le espressioni [tardolatine] tutare famem, sitim [e ignem/focum] nel senso di «estinguerli» (da cui il passo per arrivare a «uccidere» è brevissimo) risalirebbero addirittura al I sec. d.C.: per la «trafila semantica» si veda, e.g., il Nyrop.

Quanto al derivato [del corradicale tot] di Tod, poi, bisogna ricordare che la «seconda rotazione consonantica» [alto-tedesca] si sviluppa in un periodo compreso tra il V (o al massimo il III) e il IX sec., e anche il francone antico ha dōt con la sonora, ergo bisognerebbe invocare un influsso [comunque tardo] dell’astrato (piú che del superstrato) germanico…