"Datare al", "datare dal", "essere
Moderatore: Cruscanti
"Datare al", "datare dal", "essere
«Stiamo parlando di un'opera che data come minimo al 1500».
Treccani: «DATARE: 2. Con uso intr., poco corretto ma ormai diffuso, avere inizio, decorrere: "la licenza data dal giorno 15"; "a d. da oggi, a d. dal mese prossimo, cioè a cominciare, a partire, a contare da, ecc."».
De Mauro: «DATARE: 2 v.tr., attribuire per ipotesi a un dato periodo: "l’esperto ha datato il quadro intorno al 1700"».
Mi aiutate a capire se la proposizione in incipit è corretta? Se sì, perché? Grazie!
Treccani: «DATARE: 2. Con uso intr., poco corretto ma ormai diffuso, avere inizio, decorrere: "la licenza data dal giorno 15"; "a d. da oggi, a d. dal mese prossimo, cioè a cominciare, a partire, a contare da, ecc."».
De Mauro: «DATARE: 2 v.tr., attribuire per ipotesi a un dato periodo: "l’esperto ha datato il quadro intorno al 1700"».
Mi aiutate a capire se la proposizione in incipit è corretta? Se sì, perché? Grazie!
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- Moderatore «Dialetti»
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- Iscritto in data: sab, 14 mag 2005 23:03
Sí, è cosí. Datare a significa ‘assegnare una data’ (Questo quadro si può datare/può essere datato al 1720); datare da vuol dire ‘avere una data, risalire a un certo tempo’ (Quest’invenzione data dal Cinquecento).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Che vocabolari registrano l'uso fuori dal contesto burocratico?Marco1971 ha scritto:datare da vuol dire ‘avere una data, risalire a un certo tempo’ (Quest’invenzione data dal Cinquecento).
Nel Gabrielli in linea trovo
B v. intr. (usato solo nelle forme semplici)
Avere inizio, decorrere: il provvedimento daterà dal mese prossimo
‖ Avere una data, risalire a un determinato tempo: l'iscrizione data di alcuni secoli
‖ BUR A datare da, a cominciare da
Ma Federico, qui è marcata BUR solo la locuzione a datare da, non l’uso di datare intransitivo, che è in origine un francesismo. I miei vocabolari (compreso il Gabrielli bivolume, che non considera burocratico neanche a datare da) non fanno menzione della marca BUR.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Il mio dubbio era sull'accezione da lei citata «risalire a un certo tempo» (Quest’invenzione data dal Cinquecento), che non trovo in Treccani, De Mauro, DISC e Garzanti in linea, ma c'è ad esempio nel Gabrielli (anche nel monovolume) e nello Zingarelli: è un po' diverso dall'altro uso intransitivo nel senso di «decorrere, avere inizio», a parte che lo si bolli o no come burocratico (cosa a mio parere opportuna).
E «decorrere da, avere inizio» non ha attinenza con «risalire a»? Se un’invenzione risale al Cinquecento, non decorre dal Cinquecento, non ha inizio dal/nel Cinquecento?
Non si bolla come burocratico, a ogni modo, a caso.
Non si bolla come burocratico, a ogni modo, a caso.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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