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Accordo del participio passato con «ne»

Inviato: ven, 09 nov 2007 23:19
di Brazilian dude
Sto leggendo Il Nome della Rosa è c'è un frammento che mi ha attirato l'attenzione. Io avrei detto ridotti. E voi?

"Trovai Guglielmo nella fucina, che lavorava con Nicola, entrambi assai assorti dal loro lavoro. Avevano disposto sul banco tanti minuscoli dischi di vetro, forse già pronti per essere inseriti nelle giunture di una vetrata, e alcune ne avevano ridotto con gli strumenti acconci allo spessore voluto."

Grazie dei vostri commenti.

Re: Accordo con ne

Inviato: sab, 10 nov 2007 1:37
di Black Mamba
Un saluto a tutti. :)
Brazilian dude ha scritto: Io avrei detto ridotti. E voi?

"Trovai Guglielmo nella fucina, che lavorava con Nicola, entrambi assai assorti dal loro lavoro. Avevano disposto sul banco tanti minuscoli dischi di vetro, forse già pronti per essere inseriti nelle giunture di una vetrata, e alcune ne avevano ridotto con gli strumenti acconci allo spessore voluto."
Provo ad avanzare un'ipotesi: è possibile che "ridotto" si riferisca a "spessore"?
In tal caso, però, non si dovrebbe anche sostituire la preposizione articolata "allo" con l'articolo "lo"?

Così:
"Avevano disposto sul banco tanti minuscoli dischi di vetro, forse già pronti per essere inseriti nelle giunture di una vetrata, e alcune ne avevano ridotto con gli strumenti acconci lo spessore (a quello) voluto."

Inviato: sab, 10 nov 2007 2:06
di Marco1971
Credo che, generalmente parlando, ci sia la tendenza a lasciare invariato il participio passato (fuori del caso obbligatorio coi pronomi lo, la, li, le). Normalmente l’accordo avviene anche con ne, ma c’è quest’esempio del Corriere della Sera (17.6.1987, nella grammatica di Serianni, IX.368b):

L’uno dopo l’altro i compagni si alzavano ed indicavano le cause della sconfitta. A mezzanotte ne avevano già indicato ventisei.

In un’altra grammatica (che dice: «Il participio passato preceduto da ne si accorda quasi sempre con il nome che questa particella pronominale richiama») trovo questi altri esempi d’autore:

Ne ho avuto la sensazione. (Moravia)

Io, la messa l’avevo già sentita; e ne avrei sentito anche due, se... (Chiesa)

Oscillazioni tipiche della lingua italiana...

Inviato: sab, 10 nov 2007 18:25
di Marco1971
Le grammatiche sono abbastanza evasive sull’accordo del participio passato. Avendo trovato una trattazione abbastanza precisa nella GGIC (vol. I, pp. 554-555) sul participio passato con ‘ne’, la riporto qui sotto per chi è interessato.
Se il pronome cliticizzato alla forma composta è il partitivo ne, si hanno le seguenti possibilità:

a) se il ne rappresenta un SP retto dal verbo (v. 2.1.2.4.) che ha funzione di complemento partitivo, il participio si accorda obbligatoriamente con le categorie grammaticali di genere e numero assegnate al nome del referente del pronome:

(138 a.) (Di pasta) ne ho comprata.
(138 b.) *(Di pasta) ne ho comprato.

b) se il SP rappresentato da ne è un complemento d’altro tipo, allora il participio passato non si accorda:

(139 a.) (Della storia) Carlo ne ha discusso con Marco.
(139 b.) *(Della storia) Carlo ne ha discussa con Marco.
(140 a.) (Di Alessandra) Carlo se ne è innamorato subito.
(140 b.) *(Di Alessandra) Carlo se ne è innamorata subito.

c) se il ne rappresenta la testa nominale di un SN quantificato in posizione oggetto (v. 2.1.2.4.) e il quantificatore dà indicazioni di genere e numero sul nome del referente di ne, il participio passato si accorda con il quantificatore (141a). In alcune varietà si ha anche la forma non accordata (141b).

(141 a.) (Di fagioli) ne hanno mangiati molti.
(141 b.) (Di fagioli) ne hanno mangiato molti.

d) se il quantificatore del SN quantificato di cui il ne rappresenta la testa nominale non dà indicazioni sul genere e numero del nome del referente del ne, allora il participio può opzionalmente accordarsi con il quantificatore:

(142 a.) (Di formaggio) ne hanno mangiato la metà.
(142 b.) (Di formaggio) ne hanno mangiata la metà.

Inviato: sab, 10 nov 2007 18:40
di Brazilian dude
(139 a.) (Della storia) Carlo ne ha discusso con Marco.
(139 b.) *(Della storia) Carlo ne ha discussa con Marco.
(140 a.) (Di Alessandra) Carlo se ne è innamorato subito.
(140 b.) *(Di Alessandra) Carlo se ne è innamorata subito.
S'intendeva una a, vero?

Credo di aver capito, ma perché non ci sia alcun dubbio, mi potrebbe dire il significato di SN e SP, per favore?

Grazie del suo interesse. :)

Inviato: sab, 10 nov 2007 18:49
di Marco1971
Brazilian dude ha scritto:
(139 a.) (Della storia) Carlo ne ha discusso con Marco.
(139 b.) *(Della storia) Carlo ne ha discussa con Marco.
(140 a.) (Di Alessandra) Carlo se ne è innamorato subito.
(140 b.) *(Di Alessandra) Carlo se ne è innamorata subito.
S'intendeva una a, vero?
Sí, grazie, ho appena corretto. :)
Brazilian dude ha scritto:Credo di aver capito, ma perché non ci sia alcun dubbio, mi potrebbe dire il significato di SN e SP, per favore?
Certo: Sintagma nominale e sintagma preposizionale.

Inviato: sab, 10 nov 2007 21:46
di Brazilian dude
Allora direste che il brano di Umberto Eco s'inserisce nella lettera c?

Inviato: sab, 10 nov 2007 22:13
di Federico
Brazilian dude ha scritto:Allora direste che il brano di Umberto Eco s'inserisce nella lettera c?
Se non ho intepretato male, sí.
La frase di Eco forse risulterebbe meno strana nella forma «e ne avevano ridotto alcune con gli strumenti acconci allo spessore voluto» o «e ne avevano ridotto alcune allo spessore voluto con gli strumenti acconci».

Inviato: lun, 12 nov 2007 15:20
di Bue
Siamo sicuri che non ci sia un refuso? Ad esempio a me torna di piu` che a essere ridotti di spessore siano i dischi di vetro, non le giunture...
Quindi io avrei visto meglio un "ne avevano ridotto alcuni allo spessore voluto"

Inviato: sab, 17 nov 2007 16:27
di Federico
A questo punto mi chiedo che cosa sia e soprattutto come venga lavorata di preciso una giuntura: se si tratta di quelle parti metalliche (di piombo, credo) che separano due tessere di vetro della vetrata, mi sembra abbastanza plausibile che debbano essere adattate alla forma delle tessere e ridotte a uno spessore adeguato, senza contare che un'operazione simile dovrebbe essere molto piú semplice col duttile piombo che col vetro.

Inviato: lun, 19 nov 2007 9:26
di Bue
giusto (ma duttile o malleabile?)

Inviato: mar, 20 nov 2007 22:35
di Federico
Bue ha scritto:ma duttile o malleabile?
Non so: mi sembrano due parole abbastanza sovrapponibili, anche se in effetti il Treccani di malleabile dice
Proprietà di un materiale di lasciarsi deformare permanentemente sotto l'azione di urti o pressioni adeguate, senza subire sensibili modificazioni strutturali e di resistenza meccanica e senza presentare screpolature né fratture.

mentre per duttile parla solo della possibilità di
essere ridotto con facilità in fili o anche in fogli sottili
che dà invece solo come significato particolare di malleabile.

Re: Accordo del participio passato con «ne»

Inviato: gio, 13 apr 2023 19:08
di Noctisdomina
Buonasera,
perdonate la reviviscenza del filone: la frase [Di quelle caramelle] Non ne ho mai mangiato una va qualificata come marcata o agrammaticale?