Influsso della varietà settentrionale

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Linguacchio
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Influsso della varietà settentrionale

Intervento di Linguacchio »

Gentili utenti,
sono un nuovo membro di Cruscate e vengo a chiedervi un piccolo favore.
Mi chiedo se sappiate consigliarmi qualche testo che tratti specificatamente dell'influenza della varietà settentrionale (soprattutto milanese) sull'italiano contemporaneo. In particolare mi sarebbe utile che questi testi siano abbastanza recenti, dato che finora ho letto di questo tema solo in saggi che non si spingono oltre la metà degli Ottanta (De Mauro, Galli de' Paratesi, Berruto, atti di convegni ecc.).

Vi ringrazio in anticipo
Avatara utente
Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Salve, e benvenuto fra noi! :)

Non ho riferimenti bibliografici recenti da fornirle, ma mi domando se su quest’argomento ci siano davvero novità tali da necessitare altri studi: non s’è già detto tutto? Comunque sia, può provare a fare una ricerca in rete.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Linguacchio
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Intervento di Linguacchio »

In realtà non mi risulta che dopo lo studio della Galli de' Paratesi [1985] siano state realizzate delle indagini mirate sull'argomento, supportate da dati statistici.
Insomma: il fenomeno è di certo sotto gli occhi di tutti e "si sa" che l'italiano settentrionale ha una funzione di prestigio, ma (stando sempre a quanto è capitato di constatare a me) forse non ci sono molti studi che ce ne indichino l'intensità.
Avatara utente
Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

A che tipo di dati statistici pensa? Il numero di vocaboli e di costrutti d’origine settentrionale penetrati nella lingua normale negli ultimi vent’anni?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Linguacchio
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Intervento di Linguacchio »

Non mi riferisco tanto ai regionalismi settentrionali penetrati poi nell'italiano sovraregionale (è un fenomeno che riguarda in ampia misura anche elementi romani, ad esempio), quanto a fenomeni più rilevanti come (in fonetica) l'espansione della sibilante e dell'affricata dentale sonore, o dell'eventuale alternanza tra /ɛ/ ed /e/ conformemente al modello milanese (la prima in sillaba chiusa e in finale di parola tronca, la seconda in sillaba aperta e prima di nasale), ecc.
Mi è parso di sentire, tra l'altro, che certi corsi di italiano per stranieri suggeriscano una pronuncia di italiano priva di raddoppiamento fonosintattico, e per questo vicina all'italiano del Nord (sebbene, in questo caso, sembrino prevalere ragioni di comodità, non essendo il RFs segnalato dalla grafia).

Ad ogni modo, se vuole segnalarmi qualche espansione lessicale o morfosintattica rotolata verso (Centro)Sud", queste saranno sicuramente bene accette :wink:
Avatara utente
Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Per quanto riguarda la fonetica, credo sinceramente che ogni varietà che abbia a disposizione i sette fonemi vocalici tenda a conservarli. L’influsso settentrionale, dovuto in larghissima parte alla televisione, interessa la sonorizzazione perlopiú generale della Z iniziale e della S intervocalica. Non credo che si dirà mai /'bene/ a Firenze, in Toscana, o nel Centro.

Uguale discorso farei per la cogeminazione, tuttora ben viva e vegeta nelle zone summenzionate. Bisogna anche considerare che l’italiano televisivo rappresenta, per la maggior parte, una specie di lingua semiartificiale, e che i parlanti sono molto attaccati alle loro origini. Non basta che nei doppiaggi si dica /'posto/ (‘pósto’) perché tale dizione divenga generale.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Diana.
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Intervento di Diana. »

Le esse sorde, però, anche a Firenze, stanno come d'autunno sugli alberi le foglie.

Se le interessano le statistiche e vuole controllare la frequenza d'uso di qualche settentrionalismo, le consiglio di consultare i diversi corpora della rete sull'italiano contemporaneo, parlato e scritto. (Se non li conosce e lo desidera, domani posso darle gli indirizzi).
Linguacchio
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Intervento di Linguacchio »

Mi sarebbero molto utili, sì!
La ringrazio :)
Avatara utente
Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Alcuni corpora si trovano nella sezione Strumenti, Corpora di lingua italiana.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Diana.
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Località: Firenze

Intervento di Diana. »

Aggiungo questi, che mi sembrano mancare (confesso però di aver dato solo una rapida occhiata e, essendo veramente stanchissima, può benissimo darsi che mi sia sbagliata e che già fossero presenti nella lista segnalata da Marco):

http://www.corpora.unito.it/

http://dev.sslmit.unibo.it/corpora/corp ... Repubblica

Spero possano esserle utili.
Linguacchio
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Intervento di Linguacchio »

Ringrazio vivamente entrambi!
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