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Ventitre o ventitré?

Inviato: sab, 29 mar 2008 16:13
di Fausto Raso
Il linguista del "Corriere della Sera" in rete, in risposta alla domanda di un lettore, sostiene la non obbligatorietà dell'accento nei numerali composti con tre: cinquantatre.
A me sembra, invece, obbligatorio segnare l'accento perché la maggior parte delle parole hanno la pronuncia piana di conseguenza leggeremmo:
cinquantàtre; ventítre; novantàtre ecc.

Inviato: sab, 29 mar 2008 17:12
di Marco1971
Esatto. Cito Serianni (VI.18):

I composti con tre vanno accentati, indipendentemente dal fatto che tre, da solo, rifiuti l’accento (cosí come da re – senz’accento – si ricava viceré, da me, nontiscordardimé, ecc.: GABRIELLI 1985: 272).

Poi dice che l’uso è oscillante. Ma in questo caso l’uso può anche andare a farsi benedire. :evil: :D

P.S. E non dimentichiamo gialloblú. ;)

Inviato: sab, 29 mar 2008 20:15
di Fausto Raso
Peccato, caro Marco, che l’autorevole DOP ammetta anche le forme non accentate. :oops:

Inviato: sab, 29 mar 2008 20:35
di Marco1971
È vero. :( Ma dice comunque «meno bene» per le forme non accentate, e a lemma ha ventitré.

È una questione, una volta ancora, di coerenza del sistema: vogliamo scrivere ventitre? E sia! Ma allora scriviamo anche perche, poiche, benche, ecc., e togliamo pure tutti gli accenti sulle parole tronche: citta, virtu, oblo, pipi, e via disaccentando e deturpando la lingua.

Inviato: dom, 30 mar 2008 1:29
di Fausto Raso
Marco1971 ha scritto:P.S. E non dimentichiamo gialloblú. ;)
Ricordiamoci anche: viceré, autogrú, rossoblú. Insomma tutte le parole composte con un "monosillabo finale" (mi si passi il termine).

Inviato: lun, 31 mar 2008 14:55
di Federico
Questa deviazione del DOP mi risulta incomprensibile: come minimo dovrebbe ritenere accettabile anche perchè, allora: è un errore assai piú diffuso della mancata accentazione dei composti di tre.