Ventitre o ventitré?

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Fausto Raso
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Ventitre o ventitré?

Intervento di Fausto Raso »

Il linguista del "Corriere della Sera" in rete, in risposta alla domanda di un lettore, sostiene la non obbligatorietà dell'accento nei numerali composti con tre: cinquantatre.
A me sembra, invece, obbligatorio segnare l'accento perché la maggior parte delle parole hanno la pronuncia piana di conseguenza leggeremmo:
cinquantàtre; ventítre; novantàtre ecc.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Esatto. Cito Serianni (VI.18):

I composti con tre vanno accentati, indipendentemente dal fatto che tre, da solo, rifiuti l’accento (cosí come da re – senz’accento – si ricava viceré, da me, nontiscordardimé, ecc.: GABRIELLI 1985: 272).

Poi dice che l’uso è oscillante. Ma in questo caso l’uso può anche andare a farsi benedire. :evil: :D

P.S. E non dimentichiamo gialloblú. ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

Peccato, caro Marco, che l’autorevole DOP ammetta anche le forme non accentate. :oops:
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

È vero. :( Ma dice comunque «meno bene» per le forme non accentate, e a lemma ha ventitré.

È una questione, una volta ancora, di coerenza del sistema: vogliamo scrivere ventitre? E sia! Ma allora scriviamo anche perche, poiche, benche, ecc., e togliamo pure tutti gli accenti sulle parole tronche: citta, virtu, oblo, pipi, e via disaccentando e deturpando la lingua.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

Marco1971 ha scritto:P.S. E non dimentichiamo gialloblú. ;)
Ricordiamoci anche: viceré, autogrú, rossoblú. Insomma tutte le parole composte con un "monosillabo finale" (mi si passi il termine).
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Federico
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Intervento di Federico »

Questa deviazione del DOP mi risulta incomprensibile: come minimo dovrebbe ritenere accettabile anche perchè, allora: è un errore assai piú diffuso della mancata accentazione dei composti di tre.
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