Garzanti Linguistica ha scritto:coverizzare
(mus.) fare una cover di una canzone
Deriv. di cover.
«Coverizzare»
Moderatore: Cruscanti
«Coverizzare»
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Re: «Coverizzare»
Agghiacciante! Proposta da "coventrizzare" .Marco1971 ha scritto:Garzanti Linguistica ha scritto:coverizzare
(mus.) fare una cover di una canzone
Deriv. di cover.
Re: «Coverizzare»
Infatti. E non si poteva dire, per cover, né ripresa né rifacimento; e per coverizzare, né riprendere né rifare. Perché ormai si crede che l’italiano sia infossilito (mi dispiace, preferisco infossilito a fossilizzato ).promessainfranta ha scritto:Agghiacciante! Proposta da "coventrizzare" .
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Non ci posso credere! Ma chi lo usa? I discografici? I musicisti? O i giovani molto cool?
(edit)
Cercando su Google mi pare sia proprio gergo giovanile. Il termine viene riportato anche in questo sito, che -chi lo sa- magari è interessante.
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Cercando su Google mi pare sia proprio gergo giovanile. Il termine viene riportato anche in questo sito, che -chi lo sa- magari è interessante.
I dizionari odierni sono molto ghiotti di qualsiasi cosa. Basta che appaia s’un giornale o si senta in giro, diventa norma.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Anche le nostre istituzioni non scherzano! Questa è una gemma dal sito del Comune di Venezia:Marco1971 ha scritto:I dizionari odierni sono molto ghiotti di qualsiasi cosa. Basta che appaia s’un giornale o si senta in giro, diventa norma.
-Centro internazionale di Musica e Cultura Concerto d'archi e pianoforte
L'ingresso al concerto è libero (con offerta volontaria), ma è limitato ai 200 posti disponibili, si consiglia quindi la riservazione.
Per informazioni rivolgersi allo 348.002.6793.
Giacché sono veneziano, avrei perlomeno preferito il termine dialettale "prenotasion", che non si discosta di molto dalla nostra lingua madre, piuttosto che un osceno calco anglo-franco-tedesco.
Non c’è ormai limite all’oscenità linguistica. Né possiamo arginarla, se non opponendoci con sicurezza.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Stimato Marco,Marco1971 ha scritto:Non c’è ormai limite all’oscenità linguistica. Né possiamo arginarla, se non opponendoci con sicurezza.
le offro un'altra perla !
Dal bloggo ufficiale del Sindaco di Palermo:
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Calco semantico orripilante.
Alcuni esiti sono sgradevoli per i motivi più diversi, non solo 'puristici'. Visti i tempi che corrono, e un parere un po' moderato: supportare è inelegante, goffo e, sì, d'ingenua origine 'aliena' (forse vi è un po' troppo entusiasmo in quell'«orripilante»); riservazione, garrulamente [come direbbe Marco1971] d'uso: ripresenterebbe una coscienza deverbale italiana di lungo corso (in una parola 'antica' risemantizzata, tuttavia derivante da un verbo che ha sempre contenuto il significato di 'mettere da parte'). Coverizzare, semplicemente sciocco e occasionalmente gergale: l'errore è di un inesperto e troppo acerbo lessicografo che avrebbe voluto colmare un salto generazionale.
È pur certo che la diffusione dei calchi semantici rappresenta una debolezza, se non ancora linguistica, culturale, e ci dice qual è il nuovo scenario in cui la lingua oggi «lotterebbe coll'inesprimibile», lasciandosi alle spalle l'esprimibile attestato, avvolto in una percepita desuetudine.
E tuttavia, l'esempio forestiero, se sottoposto alle potenzialità nostrane, è ancora un monito di vitalità linguistica (se si vuole: il cenotafio di un determinato vigore culturale).
È pur certo che la diffusione dei calchi semantici rappresenta una debolezza, se non ancora linguistica, culturale, e ci dice qual è il nuovo scenario in cui la lingua oggi «lotterebbe coll'inesprimibile», lasciandosi alle spalle l'esprimibile attestato, avvolto in una percepita desuetudine.
E tuttavia, l'esempio forestiero, se sottoposto alle potenzialità nostrane, è ancora un monito di vitalità linguistica (se si vuole: il cenotafio di un determinato vigore culturale).
- Animo Grato
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Ho sentito dire che riservazione è comune nell'italiano di marca svizzera. Sempre che non sia una calunnia...
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
Pare che sia un vocabolo tecnico http://www.treccani.it/vocabolario/riservazione/. Dev'essere così preciso da non potersi confondere con una banale e generica 'prenotazione'...
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
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Non credo che si possa parlare di tecnicismo, ma di banalissimo calco dal francese réservation. L’italiano degli svizzeri di lingua italiana ha non pochi calchi dal tedesco e dal francese, come azione nel significato di ‹promozione›, sul modello del tedesco Aktion. Ma a questo riguardo può esser molto piú preciso il nostro Marco.
- Ferdinand Bardamu
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