«Una cosa... una cosa/una cosa... un'altra cosa»

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Luca86
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«Una cosa... una cosa/una cosa... un'altra cosa»

Intervento di Luca86 »

Qual è la forma corretta di questo nesso correlativo?
Ultima modifica di Luca86 in data dom, 22 ago 2010 20:37, modificato 1 volta in totale.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Esistono diverse possibilità, illustrate qui sotto.

Comincio a stabilire un principio secondo ogni ragione chiarissimo, cioè che altra cosa è il legislatore, altra cosa è il giudice. (AA.VV., Il Caffè)

Altro è encomiare le virtù caratteristiche de’ crociati, ed altra cosa è lodarne i vizj, far desiderare l’anarchia ed il fanatismo. (AA.VV. Il Conciliatore)

Altra cosa è lodare, commentare, difendere certe opinioni nelle scuole e nei libri; ed altra è seguitarle nell’uso pratico. (Leopardi, Dialogo di Plotino e Porfirio)

In quanto al vecchio affarista sentiva istintivamente che una cosa sono gli affaracci della strada e un’altra cosa è l’affezione di famiglia: proponevasi di tener nettamente separate le due amministrazioni, se si può dire così, quella dei numeri e quella del cuore. (De Marchi, Arabella)

...voglio chiarire che una cosa è il travaglio immanente del mio spirito, travaglio che io posso legittimamente – purché gli torni organico – riflettere in un personaggio; altra cosa è l’attività del mio spirito svolta nella realizzazione di questo lavoro, l’attività cioè che riesce a formare il dramma di quei sei personaggi in cerca d’autore. (Pirandello, Sei personaggi in cerca d’autore)

Perché, come si vedrà, quando si vuole comunicare qualcosa, anche il come ha la sua importanza, non tanto nel senso della possibilità quanto nel senso della opportunità: una cosa è parlare, una cosa è scrivere; una cosa è prendere carta e penna, un’altra cosa è mettersi davanti a uno schermo e a una tastiera... (Gian Piero Jacobelli, Scomunicare. Il quarto escluso della comunicazione alienante)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Luca86
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Intervento di Luca86 »

Grazie, gentilissimo Marco. :)

Marco1971 ha scritto:Esistono diverse possibilità…
Sono tutte accettabili?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Certamente! Non a caso ho scelto esempi d’autore. ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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