La scomparsa di «troppo piú»

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Marco1971
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La scomparsa di «troppo piú»

Intervento di Marco1971 »

Sbaglio, o troppo piú è scomparso dalla lingua, anche letteraria? La LIZ[a] ne trova esempi infiniti fino al primo Novecento, di cui ecco una selezione.

Già montavam su per li scaglion santi,
ed esser mi parea troppo piú lieve
che per lo pian non mi parea davanti.
(Dante, Purgatorio, XII, 115-117)

Per la qual cosa, Ambruogiuolo e Bernalbò venuti, il soldano in presenzia di molti con rigido viso a Ambruogiuol comandò che il vero dicesse come a Bernabò vinti avesse cinquemilia fiorin d’oro: e quivi era presente Sicurano, in cui Ambruogiuolo più avea di fidanza, il quale con viso troppo piú turbato gli minacciava gravissimi tormenti se nol dicesse. (Boccaccio, Decameron, giorn. 2, nov. 9)

A queste onorate parole, subito io dissi il vero di quanto io intendeva di quelle perle, e che le non valevano troppo piú di dumila scudi. (Cellini, Vita, libro 2, 84)

\CLITENN.\ Forse il non esser tu quello di pria,
fa ch’io ne appaia agli occhi tuoi diversa
troppo piú che nol sono. Io pur dirollo;
Cassandra, sí, Cassandra forse, è quella
che men gradita a te mi rende... \AGAM.\ Oh cielo!
(Alfieri, Agamennone, atto 4, scena 5)

Perciò gli antichi legislatori, come Licurgo, o i savi repubblicani, come Fabrizio, Catone ec. proibivano le ricchezze, gastigavano chi possedeva troppo piú degli altri (come fece Fabrizio nella censura), proscrivevano il sapere, le scienze, le arti, la coltura dello spirito... (Leopardi, Zibaldone, 22-29 gennaio 1821)

Ma intanto si spendeva troppo piú che non si guadagnasse e in onta a medici ed a cure io era ridotto cieco affatto. (Nievo, Confessioni di un Italiano, cap. 20)

Aveva il viso infocato e parlava con troppo piú calore di quanto abbisognasse per rifiutare l’invito di Macario. (Svevo, Una vita, cap. 8)

Come suona ai vostri orecchi?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

È un vero peccato, caro Marco, la scomparsa di troppo piú è un'ulteriore prova dell'imbastardimento della nostra lingua. Imbastardimento che imputo a TUTTI i mezzi di comunicazione.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

L’ho incontrato invece in parecchia critica letteraria, il che confermerebbe quel che diceva Serianni nell’intervista qui menzionata.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

Purtroppo il collegamento dell'intervista non si apre...
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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