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La grammatica di Giuseppe Patota

Inviato: ven, 01 apr 2011 19:42
di Marco1971
Ho appena cominciato a leggere (perché le grammatiche le leggo dalla prima all’ultima pagina) la Grammatica di riferimento dell’italiano contemporaneo (Novara, DeAgostini, 2006). Nelle prime pagine si annidano diverse inesattezze; spero siano le uniche:

1. L’esempio dato per il corrispondente inglese della nostra o aperta è lower... :? Non ha senso, visto che si pronuncia /'l@U@/. Tutt’al piú si poteva paragonare con cost (né capisco la necessità di paragone con suoni simili in altre lingue, non essendo un manuale precipuamente destinato agli stranieri).

2. «...la s tra vocali è sorda solo nelle parole casa, cosa, cosí e nelle parole formate con i suffissi -ese e -oso, -osa; in tutte le altre parole la s fra due vocali è – o meglio dovrebbe essere – sonora.» (p. 9) O ci si rifà alla pronuncia tradizionale, quella data dal DOP, o ci si rifà a quella moderna, data dal DiPI; qui chiaramente si prende a modello la prima, nella quale la s intervocalica è sorda in altre parole, come chiuso, mese, naso, peso, Pisa, pisello, posare, raso, riposo, riso, susina, ecc. Di converso vi sono parole in cui la s è sonora in -ese/-oso: cortese, francese, marchese, paese, palese; certosa.

3. A pagina 12 il simbolo fonetico per la zeta sonora è rappresentato da /tz/ invece che da /dz/...

4. A pagina 20 si legge: «...le vocali a, i, u hanno sempre e solo l’accento grave...» È vero soltanto per a, mentre i e u, come ben sa chi sa ben, nella tipografia piú curata recano l’accento acuto. Insomma qui bisognava menzionare la coesistenza dei due sistemi...

Un inizio un po’ deludente. :(

Inviato: ven, 01 apr 2011 21:13
di PersOnLine
Che cosa dice a proposito del numero di lettere daell'alfabeto italiano: conferma le 26, o parla di 21 + 5 come fanno tutte le altre grammatiche?

È da un po' che m'era venuta la mezza idea di comparla, ma non certo prima d'averne preso una copia in biblioteca, però, stranamente, all'interno dell'intero circuito bibliotecario della mia provincia non ve ne è traccia - e ora mi sovviene il perché -; ma dopo queste anticipazioni, mi sa che comunque aspetterò una seconda edizione "riveduta e corretta".

Inviato: ven, 01 apr 2011 21:34
di Marco1971
Per l’alfabeto dice:

L’alfabeto italiano comprende ventuno lettere o grafemi, a cui si aggiungono cinque grafemi che compaiono solo in parole straniere o in casi particolari: j, k, w, x, y.

Re: La grammatica di Giuseppe Patota

Inviato: sab, 02 apr 2011 1:30
di Fausto Raso
Marco1971 ha scritto:4. A pagina 20 si legge: «...le vocali a, i, u hanno sempre e solo l’accento grave...» È vero soltanto per a, mentre i e u, come ben sa chi sa ben, nella tipografia piú curata recano l’accento acuto. Insomma qui bisognava menzionare la coesistenza dei due sistemi...
Purtroppo per quanto riguarda il corretto accento acuto sulle vocali "i" e "u" dobbiamo rassegnarci...
Sia il DOP sia il Sabatini Coletti sia il Gabrielli sia il Treccani, tutti vocabolari in rete, scrivono così (con tanto di accento grave errato) :o

Inviato: sab, 02 apr 2011 1:42
di Marco1971
Non critico l’uso del grave su i e u (è l’uso maggioritario); critico la formulazione, in una grammatica «di riferimento», che proscrive l’acuto su queste due lettere. Luca Serianni espone chiaramente i due sistemi. :)

Inviato: lun, 04 apr 2011 0:05
di Marco1971
Altre imprecisioni un po’ ovunque: affermazioni categoriche non sfumate. Ad esempio per i plurali doppi, si afferma che labbri si adopera solo nel senso di ‘orli’, ‘bordi’, mentre nella lingua letteraria si può impiegare anche per labbra, come nel famoso esempio montaliano «accosto il volto a evanescenti labbri» (e ricorre spesso presso Elsa Morante). Insomma, si tratta di una grammatica incompleta, che non permette di padroneggiare tutte le sfumature della nostra lingua.

Inviato: lun, 04 apr 2011 14:10
di PersOnLine
Lascia perplessi il fatto che si autodefinisca "grammatica di riferimento", normalmente non dovrebbero essere altri a definirla tale?

Inviato: mer, 06 apr 2011 21:50
di Teo
PersOnLine ha scritto:Lascia perplessi il fatto che si autodefinisca "grammatica di riferimento", normalmente non dovrebbero essere altri a definirla tale?
L'espressione "grammatica di riferimento" è, mi sembra, una sorta di calco sul sintagma inglese reference grammar, che però meglio si tradurebbe con la locuzione "grammatica di consultazione". In questo caso si eviterebbe anche l'obiezione da lei prospettata.

Inviato: sab, 05 nov 2011 11:31
di Andrea Russo
Marco1971 ha scritto:Non critico l’uso del grave su i e u (è l’uso maggioritario); critico la formulazione, in una grammatica «di riferimento», che proscrive l’acuto su queste due lettere. Luca Serianni espone chiaramente i due sistemi. :)
Serianni (I.179.) li riporta entrambi, specificando però che il più raccomandabile è il seguente:
à, ì, ù, é, è, ó, ò.

Inviato: sab, 05 nov 2011 11:49
di Fausto Raso
Andrea Russo ha scritto:Serianni (I.179.) li riporta entrambi, specificando però che il più raccomandabile è il seguente:
à, ì, ù, é, è, ó, ò.
Il fonetista, prof. Luciano Canepàri, e il linguista Aldo Gabrielli non hanno dubbi: sulla "i" e sulla "u" gli accenti debbono essere acuti (í, ú).

Inviato: sab, 05 nov 2011 12:33
di Andrea Russo
Potrebbe inserire un collegamento a riguardo? Così cerco di capire una volta per tutte questa posizione, che comunque molto probabilmente continuerò a non seguire! :wink:
La ringrazio molto.

Inviato: sab, 05 nov 2011 12:41
di Fausto Raso
Ecco un collegamento. Perché lo vuole, se, come dice, non seguirà lo posizione indicata?

http://www.achyra.org/infarinato/files/iu.pdf

Le trascrivo anche ciò che dice il Gabrielli (dizionario linguistico pag. 24) in proposito
«...Negli altri casi useremo l'accento grave sulla 'a' ch'è sempre aperta per natura, e l'accento acuto sulle vocali 'i' ed 'u', che sono sempre chiuse per natura...»

Inviato: sab, 05 nov 2011 12:52
di Andrea Russo
Perché vorrei sapere le motivazioni (suppongo fonetiche) che hanno portato a scegliere l'accento acuto su queste due vocali.
La ringrazio molto del collegamento, appena posso lo stampo (è troppo lungo per esser letto su schermo).

Inviato: sab, 05 nov 2011 12:57
di Fausto Raso
Andrea Russo ha scritto:Perché vorrei sapere le motivazioni (suppongo fonetiche) che hanno portato a scegliere l'accento acuto su queste due vocali.
La ringrazio molto del collegamento, appena posso lo stampo (è troppo lungo per esser letto su schermo).
Le motivazioni le apprende dal Gabrielli.

Inviato: sab, 05 nov 2011 13:13
di Infarinato
Andrea Russo ha scritto:Perché vorrei sapere le motivazioni (suppongo fonetiche)…
Non solo fonetiche: anche logiche, il che è, se possibile, ancora piú grave. :evil: