Ciglia

Spazio di discussione su questioni di lessico e semantica

Moderatore: Cruscanti

Pygoscelis
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Ciglia

Intervento di Pygoscelis »

Buonasera a tutti.
Giungo con un dubbio. Torno ora dal cinema(tografo) e mi tormenta - e irrita - il "hai una ciglia" sentito in The Iron Lady (il cui titolo è stato lasciato in inglese per la ragione, evidente a tutti, che in italiano non esistono traducenti per quelle tre paroline... :evil: ).
Ora, mi domando: quei peletti, singolarmente presi, non erano "il ciglio" (con due plurali, in -a e in -i, a seconda del significato), un tempo? O mi sono perso un pezzo di storia della lingua italiana (e con me anche gli autori dei testi che ho consultato al volo)?

Grazie!
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Non s’è perso nulla, se non la crescente ignoranza d’oggi. È il ciglio, le ciglia nella lingua comune, ma anche il plurale i cigli nell’uso letterario, come nel titolo dannunziano Il compagno dagli occhi senza cigli. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Pygoscelis
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Intervento di Pygoscelis »

Gentile Marco,

La ringrazio per questa risposta. Sono davvero felice di non essermi perso nulla.
:)
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Prego! :) Forse potrebbe incuriosirla anche questo. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Ferdinand Bardamu
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Re: Ciglia

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Pygoscelis ha scritto:Buonasera a tutti.
Giungo con un dubbio. Torno ora dal cinema(tografo) e mi tormenta - e irrita - il "hai una ciglia" sentito in The Iron Lady (il cui titolo è stato lasciato in inglese per la ragione, evidente a tutti, che in italiano non esistono traducenti per quelle tre paroline... :evil: ).
Buongiorno a lei. :)

Questa, a mio parere, è una questione dibattuta. Se la traduzione del titolo è parte di una piú ampia opera d'italianizzazione che comprende anche il doppiaggio, allora non sono d'accordo. Meglio tenere tutto in inglese (in originale, cioè), pure i dialoghi: secondo me, l'ignoranza dell'inglese – unita a quella dell'italiano (!) – apre la strada all'adozione indiscriminata di forestierismi.

Poi è vero che i doppiatori italiani fanno spesso un ottimo lavoro, a volte migliorano perfino le esibizioni degli attori. Ma introducono comunque nell'opera un elemento estraneo e la traduzione fa perdere molte sfumature dell'originale. Impariamoci bene l'inglese, piuttosto (e, magari, qualche altre lingua).

A ogni modo, non mi sarei mai immaginato di sentire una ciglia in una traduzione «ufficiale». Questa forma femminile singolare mi suona infatti molto familiare: nel mio dialetto veronese, dico «te ghe na zeja intela giacheta», ‹hai un ciglio sulla giacchetta›. Cosí anche nel mio italiano meno sorvegliato: «hai *una ciglia sulla giacchetta».

Questa interferenza, tra l'altro, si estende anche a altre parole che in dialetto hanno un genere diverso dall'italiano: es. cimice, dial. el zimeso, it. reg. *il cimice.
Brazilian dude
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Intervento di Brazilian dude »

Il titolo ceco è Železná lady, con lady pronunciato all'inglese, come quello russo, Железная лeди (Železnaja ledi). Tuttavia, il nome polacco è Żelazna Dama. Due anglicismi contro un francesismo. :) Per chi non lo sa, ż e ž si pronunciano come la j francese di janvier o la j portoghese di janeiro.
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Nella mia parlata si usa una ciglia. Genralmente i plurali in -a sono evitati (si dice gli urli, e' ginocchi, gli urecchi). In quanto alla signora Thatcher, io l'ho sempre sentita chiamare «La signora di ferro», anche nella pubblicistica: questa crescente moda di lasciare il titolo originale anche nelle opere tradotte o doppiate è molto fastidioso, al pari della mania di usare la toponomastica in lingua originale anche quando esistono esonimi italiani ben attestati nella letteratura geografica (es. North Dakota, New Mexico, New Delhi, São Paulo, Cape Town, fino all'assurdo di Mexico City, Kuwait City e Ho Chi Minh City).
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SinoItaliano
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Re: Ciglia

Intervento di SinoItaliano »

Per quanto riguarda «ciglia» secondo me, è una parola che nella vita quotidiana si usa quasi esclusivamente al plurale... difficilmente c'è occasione per impiegarla al singolare.
A meno che una donna non si stia tagliando le ciglia (cosa possibile?) e quindi alla fine le è rimasto un ultimo «ciglio» non tagliato.
Ferdinand Bardamu ha scritto:Questa, a mio parere, è una questione dibattuta. Se la traduzione del titolo è parte di una piú ampia opera d'italianizzazione che comprende anche il doppiaggio, allora non sono d'accordo. Meglio tenere tutto in inglese (in originale, cioè), pure i dialoghi: secondo me, l'ignoranza dell'inglese – unita a quella dell'italiano (!) – apre la strada all'adozione indiscriminata di forestierismi.

Poi è vero che i doppiatori italiani fanno spesso un ottimo lavoro, a volte migliorano perfino le esibizioni degli attori. Ma introducono comunque nell'opera un elemento estraneo e la traduzione fa perdere molte sfumature dell'originale. Impariamoci bene l'inglese, piuttosto (e, magari, qualche altre lingua).
Secondo me, i doppiatori italiani sono i piú bravi del mondo e su questo non si discute.
Al confronto, ho visto alcuni film(i) e serie TV stranieri doppiati in cinese (pochi) e la recitazione era inascoltabile, infatti qui i doppiatori non sono attori professionisti. :( Per non parlare del labiale che o rimane chiuso mentre parla, o si muove mentre non sta parlando.
Il problema è semmai la difficoltà nel tradurre, e a volte alcuni traduttori italiani stravolgono i dialoghi.
Recentemente, ci sono state delle polemiche sulla versione doppiata in italiano di The Big Bang Theory, in cui i dialoghi sono stati completamente stravolti nella traduzione e hanno perso l'umorismo. Secondo me è un esempio di serie TV non doppiabile, a causa dell'umorismo che spesso gioca sulla lingua inglese.
Io continuerò a guardarlo in inglese con i sottotitoli :)
Invece un esempio di doppiaggio ridicolo è secondo me quello di Forrest Gump, in cui sembra che l'hanno doppiato appositamente con una parlata da «diversamente abile».
Il problema in Italia è che non c'è scelta, se uno vuole vedersi un film in lingua originale, non lo trova al cinema, deve aspettare che esca il DVD o scaricarlo da Internet(te). Secondo voi se alcuni cinema dessero il film in lingua originale, quanti andrebbero a vederlo?
Questo di sette è il piú gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.
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SinoItaliano
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Intervento di SinoItaliano »

Carnby ha scritto:(es. North Dakota, New Mexico, New Delhi, São Paulo, Cape Town, fino all'assurdo di Mexico City, Kuwait City e Ho Chi Minh City).
Ho Chi Minh City l'ho visto anche nelle cartine geografiche e nei quiz televisivi.
Per gli stati americani non ho mai visto versioni tradotte, se non N(u)ova York nei libri vecchi, riferito quasi sempre alla città.
L'ideale sarebbe fare Nuova Iorche como fanno i portoghesi con Nova Iorque. :D
Questo di sette è il piú gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.
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Carnby
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Intervento di Carnby »

SinoItaliano ha scritto:Ho Chi Minh City l'ho visto anche nelle cartine geografiche e nei quiz televisivi.
Sugli atlanti in mio possesso c'è scritto solo Ho Chi Minh, con qualche volta tra parentesi Saigon, che è corretto, dato che il primo distretto si chiama ancora, più o meno ufficialmente, ancora così.
SinoItaliano ha scritto:Per gli stati americani non ho mai visto versioni tradotte, se non N(u)ova York nei libri vecchi, riferito quasi sempre alla città.
Le traduzioni per gli stati americani erano abbastanza comuni nelle opere geografiche almeno fino agli anni '80.
SinoItaliano ha scritto:L'ideale sarebbe fare Nuova Iorche como fanno i portoghesi con Nova Iorque.
Nuova Iorca o Novaiorca. :) Un tempo avevo proposto, un po' schezosamente, Nuova Eboraco (dal nome latino della città inglese di York, Eburacum o Eboracum; noto inoltre che qualcun altro ci ha già pensato...). In ogni caso c'è qualche attestazione dell'aggettivo relativo novaiorchese.
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SinoItaliano
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Intervento di SinoItaliano »

Neoeborachesi :D

Io mi accontento anche di nuiòrche e nuiorchese.
Questo di sette è il piú gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.
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Carnby
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Intervento di Carnby »

SinoItaliano ha scritto:Io mi accontento anche di nuiòrche
Nuiorche mi sembra molto toscano. :)
PersOnLine
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Re: Ciglia

Intervento di PersOnLine »

SinoItaliano ha scritto:Il problema è semmai la difficoltà nel tradurre, e a volte alcuni traduttori italiani stravolgono i dialoghi.
Nel campo del doppiaggio (ma non è l'unico) non si tratta di difficoltà traduttoria, ma di vera è propria censura; gli stessi "stravolgimenti", quindi, si avrebbero pure con le sottotitolazioni e perfino coi dialoghi originali che verrebbero adeguatamente tagliati se il pubblico italiano fosse in grado di capirli nella lingua d'origine. Meditiamo, gente!
Pygoscelis
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Re: Ciglia

Intervento di Pygoscelis »

SinoItaliano ha scritto:Per quanto riguarda «ciglia» secondo me, è una parola che nella vita quotidiana si usa quasi esclusivamente al plurale... difficilmente c'è occasione per impiegarla al singolare.
Non so, a me pare una parola comune e mi capita spesso di dire che mi è entrato un ciglio in un occhio (e la cosa è alquanto fastidiosa). :)
Comunque, peccato per quella svista nel doppiaggio...

Per quanto riguarda il titolo in lingua originale per delle opere integralmente doppiate, direi che è qualcosa di insensato.
In linea teorica, sarebbe bello lasciare tutto, titoli, dialoghi, in lingua originale, con dei bei sopratitoli (o sottotitoli, che dir si voglia: io preferisco sopratitoli perché li considero come qualcosa di applicato sull'immagine già finita, ma potrei sbagliarmi) in italiano. Questa soluzione, almeno in certi casi, potrebbe però avere lo svantaggio di una scarsa "agevolezza", per cui un bel doppiaggio, corretto e ben fatto, non mi disturba: ma allora, che si traduca tutto!
Magari lasciano il titolo in lingua originale per dare un tocco di (più o meno) esotica autorevolezza o di fascino. A me pare soltanto una cosa provincialotta: "lo dico in lingua straniera così mi do un tono" - e cosa abbiamo aggiunto al valore oggettivo di quel che si va a vedere? Nulla, direi...

Quest'abitudine bislacca ha comunque anche un suo corrispettivo (ugualmente discutibile) nel campo dell'opera lirica. Si danno opere in lingua originale, com'è giusto che sia, ma sui manifesti del teatro campeggia il titolo tradotto in italiano. Vero è che, spesso, si tratta di traduzioni ormai storicizzate, ma esse risalgono all'epoca in cui le opere stesse si traducevano. Oggi che senso ha pubblicizzare Il Franco cacciatore quando invece è Der Freischütz che si mette in scena? Dare il titolo originale e sotto (piccolo e fra parentesi) la sua traduzione - se questo aiuta una parte del pubblico, grande o piccola che essa sia - sarebbe cosa impensabile?
In ogni caso, non succede solo in Italia: tempo addietro un teatro francese dava La Force du Destin, opéra chanté en langue Italienne.

Non è che un giorno saremo costretti a chiedere in libreria Schneewittchen per leggere ai bambini Biancaneve tradotto in italiano? :D
Si scherza, va da sé, ma insomma...

Infine, grazie a Marco1971 per il rinvio all'altra pagina!
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
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Re: Ciglia

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Pygoscelis ha scritto:Per quanto riguarda il titolo in lingua originale per delle opere integralmente doppiate, direi che è qualcosa di insensato.
In linea teorica, sarebbe bello lasciare tutto, titoli, dialoghi, in lingua originale, con dei bei sopratitoli (o sottotitoli, che dir si voglia: io preferisco sopratitoli perché li considero come qualcosa di applicato sull'immagine già finita, ma potrei sbagliarmi) in italiano. Questa soluzione, almeno in certi casi, potrebbe però avere lo svantaggio di una scarsa "agevolezza", per cui un bel doppiaggio, corretto e ben fatto, non mi disturba: ma allora, che si traduca tutto!
D'accordissimo. O tutto in originale o tutto tradotto e doppiato (ma bene!).

Pygoscelis ha scritto:Magari lasciano il titolo in lingua originale per dare un tocco di (più o meno) esotica autorevolezza o di fascino. A me pare soltanto una cosa provincialotta: "lo dico in lingua straniera così mi do un tono" - e cosa abbiamo aggiunto al valore oggettivo di quel che si va a vedere? Nulla, direi...
D'accordo anche qui. Aggiungo però che la traduzione dovrebbe avere un senso: se si rende The eternal sunshine of the spotless mind (‹L'eterno splendore della mente immacolata›) con Se mi lasci ti cancello, allora è meglio tenere l'originale.
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