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Basta inglese, con il malato parole chiare e italiane

Inviato: sab, 29 set 2012 10:52
di Andrea Russo
Purtroppo il titolo di quest'articolo (qui trovate qualche commento) esagera un po', ma almeno è un piccolo passo in avanti, o così almeno sembra. L'articolo poteva scegliere esempi migliori e poteva riportarne di piú...
A ogni modo, da quanto si legge, sembra che finalmente qualcuno voglia far qualcosa per migliorare la comunicazione togliendo degl'incomprensibili (in tutt'i sensi) forestierismi, che non fanno che complicare le cose.

Il problema non è solo la comunicazione medico-paziente, ma anche l'inglese medico in sé: che senso ha, per esempio, parlare di superficial spreading melanoma quando si può benissimo dire – come qualcuno ogni tanto fa – melanoma a diffusione superficiale? Inoltre, se superficial e melanoma non creano problemi, non tutti sanno che vuol dire spreading (tralasciamo il fatto che ci sono medici e professori che pronunciano /spridi(ng)/, arrivando addirittura a confonderlo forse con speedy, attribuendogli il significato di veloce!:shock:): quindi chi studia medicina è "costretto" a imparare (perché glielo insegnano cosí) prima l'espressione inglese e poi a ricordarsi che cosa significa. Invece, se si parlasse solo di melanoma a diffusione superficiale si saprebbe subito che cos'è.

Inviato: sab, 29 set 2012 11:17
di Ferdinand Bardamu
Federica Scintu ha scritto:Genovesi spiega che in effetti la tendenza della medicina è quella di “parlare” sempre più attraverso le sigle e che spesso questo è dovuto sia alla necessità di doversi esprimere in maniera veloce - esigenza che si avverte soprattutto lavorando al pronto soccorso
Di tutte le scuse, questa è davvero la piú pietosa. Ammesso che guadagnare un decimo di secondo sia assolutamente fondamentale, impedire una comunicazione trasparente parlando in un'altra lingua fa perdere e non risparmiare tempo.

Inviato: sab, 29 set 2012 12:03
di Andrea Russo
Tra specialisti al pronto soccorso possono parlarsi come vogliono, pure a grugniti... Ma in generale sottoscrivo a pieno quanto ha detto.

Inviato: sab, 29 set 2012 12:24
di PersOnLine
A me mi stupiscono, invece, alcuni commenti su Facebook per il loro benaltrismo: ma come, ci si lamenta sempre per l'imprendibilità tra PA e cittadino e quanto qualcuno tenta di venirci incontro, lo bolliamo come «politicante»?

P.S. Grazie, Infarinato.

[FT] *«A me stupiscono»

Inviato: sab, 29 set 2012 14:40
di Infarinato
PersOnLine ha scritto:A me stupiscono…
Ovvove! :D

Inviato: lun, 01 ott 2012 21:47
di Ferdinand Bardamu
Sulla notizia, oggi Paolo Di Stefano scrive un editoriale sul Corriere della Sera («Via l’inglese dagli ospedali | Il palloncino meglio dello stent», p. 36). L’opinione è positiva, naturalmente; si dice che la svolta andrà soprattutto a beneficio degli anziani (riduttivo: nessuno, giovane o vecchio che sia, è tenuto a conoscere gli anglicismi del «medichese»).

Poi però, malgrado la condanna del provincialismo italiano, si cade nelle solite banalità dell’uso e dell’intraducibilità: «[…] l’invasività del vocabolario angloamericano, che vuole trasmettere un’idea (esterofila) di efficienza: e non solo per il Day Hospital, tutto sommato ormai entrato nell’uso […]». Il fatto che Day Hospital sia «tutto sommato entrato nell’uso» non è una ragione valida per non introdurre un trasparentissimo ricovero in giornata, massime se si ha a cuore la comprensione degli anziani.

E ancora: «Certo, è anche vero che bypass è ormai intraducibile (ridicola suonerebbe una frase tipo: «ho fatto una deviazione cardiaca») […]». Ecco, io diffido sempre di chi si trincera dietro l’intraducibilità. E guardo ancor di piú con sospetto chi taccia di ridicolaggine parole che, semplicemente, gli suonano inusitate. Qui, peraltro, non siamo di fronte a una bizzarria onomaturgica: deviazione è banalissimo italiano. Dubito che un vecchietto, se solo a costoro ci rivolgiamo, strabuzzerebbe gli occhi. Anzi, la parola ha il pregio, anche in questo caso, di una maggiore trasparenza rispetto all’inglese. Che poi non si voglia, per le consuete ragioni, adottare, è un altra faccenda.

Inviato: mar, 02 ott 2012 9:26
di Andrea Russo
Ma perché tutto quest'ostracismo («dopo diverse proteste» si dice nell'articolo) nei confronti d'una semplificazione che non può che aiutare il paziente (anziano o no)? :roll:
Dovrebb'essere accolta con giubilo da tutti; e invece addirittura pensano che il ricovero in giornata sia meno efficiente dell'orribile Day Hospital.

Comunque il booster che viene menzionato piú che vaccinazione aggiuntiva è il richiamo, sentito proprio poco tempo fa a una visita (anche se entrambi termini, ahimè, sono usati, almeno nell'àmbito specialistico).

Inviato: mar, 02 ott 2012 13:12
di PersOnLine
Per day hospital, la Wikipedia itanglese dà ricovero diurno come traducente; fra l'altro, non vedendo interwiki alla pagina in questione e non comparendo, tale espressione, nemmeno in quella inglese, sospetto si tratti di pseudo-anglicismo.

Inviato: mar, 02 ott 2012 15:04
di Andrea Russo
Si può tradurre anche con chirurgia ambulatoriale.

Inviato: mar, 02 ott 2012 15:21
di Infarinato
PersOnLine ha scritto:Per day hospital […] sospetto si tratti di pseudo-anglicismo.
Non è. ;)
L’[url=http://www.oed.com/][i]OED Online[/i][/url], [i]s.v. [/i]«day, [i]n.[/i]», ha scritto:day-hospital n.

1843 Chambers's Jrnl. 30 Dec. 398/1 A kind of day-hospital, to keep the children from wandering idly abroad.
1951 Brit. Jrnl. Psychol. Aug. 307 The Day Hospital does not belong to the era of Individual Psychiatry.
1958 New Statesman 10 Jan. 34/1 It has long been recognised that given adequate out-patient facilities, day hospitals, occupation centres and hostels, many persons suffering from mental disorder need not enter a mental hospital.
1963 Guardian 16 May 4/6 The Marlborough day hospital, in London..had had no beds and has been working as a ‘day’ hospital where patients after attendance return to their homes and families at night; and as a ‘night’ hospital where patients can go to work during the day, returning for help in the evenings.

Inviato: mar, 02 ott 2012 19:39
di PersOnLine
Andrea Russo ha scritto:Si può tradurre anche con chirurgia ambulatoriale.
Non credo. Comunque, anche se meno usato, pure ricovero giornaliero pare esserne un traducente.

Inviato: mar, 02 ott 2012 22:05
di Carnby
PersOnLine ha scritto:Non credo. Comunque, anche se meno usato, pure ricovero giornaliero pare esserne un traducente.
Minidegenza potrebbe essere una soluzione?

Inviato: mar, 02 ott 2012 23:25
di Andrea Russo
PersOnLine ha scritto:
Andrea Russo ha scritto:Si può tradurre anche con chirurgia ambulatoriale.
Non credo.
Per alcuni sembra proprio di sí, e c'è anche nella pagina di Wikipedia (la fonte è questa).
Per esempio qui Day Surgery e chirurgia ambulatoriale sono usati come sinonimi, anche se, ovviamente, si preferisce il forestierismo.

Inviato: mar, 02 ott 2012 23:50
di PersOnLine
Mi sembra, invece, che ci sia una relazione del tipo iperonimo-iponimo
Minidegenza potrebbe essere una soluzione?
C'è mini- potrebbe anche indicare una degenza di due giorno, mentre le altre locuzioni sono più precise.