Più eccellente

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Moderatore: Cruscanti

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Avatara utente
Daniele
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Iscritto in data: sab, 15 dic 2007 23:18

Più eccellente

Intervento di Daniele »

Un amico pone un quesito che riassumo così: è giusto l'uso di "più eccellente" nel seguente dialogo?
"Questo vino è eccellente!"
"Mh… iersera ne ho bevuto uno più eccellente di questo."
"No, no, a parer mio questo è senz'altro il vino più eccellente che io abbia mai bevuto."
La domanda del mio amico mi ha lasciato un po' perplesso. "Eccellente" è un aggettivo, quindi mi sembra che l'uso fatto nell'esempio dovrebbe essere legittimo. Però un vino più eccellente di un altro non mi suona tanto bene, mentre il vino più eccellente di tutti non mi dà fastidio.
Google libri restituisce moltissime occorrenze di "più eccellente", ma quasi tutte in libri antichi.
Come spesso mi capita più ci penso e più aumenta la confusione. Qual è la vostra opinione?
Grazie!
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
Moderatore
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Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Eccellente è un aggettivo con valore elativo, esprime una qualità al massimo grado. A rigor di logica, e secondo la norma (cfr. Serianni 1988: V.67), non ammette il grado superlativo: *molto eccellente è agrammaticale. Tuttavia, esistono gl’iperbolici eccellentissimo (usato un tempo come appellativo onorifico) e perfettissimo (attributo di Dio secondo la dottrina cattolica).

Occorre notare che il grado comparativo è ammesso per l’aggettivo perfetto:

Sebbene per il suo stesso sign. perfetto indichi condizione o qualità che non si possono ulteriormente accrescere, è usato il comparativo più p., meno p., per indicare un grado maggiore o minore di perfezione (Treccani in linea, «Perfetto», 4).

Di quest’uso abbiamo una mèsse di esempi letterari, ma basti per tutti Leopardi (Dissertazione sopra la virtú morale in generale):

E noi non consideriamo le passioni, che in quanto esse sono inerenti all’uomo, e non ad un essere di lui piú perfetto, né è nostro dovere rispondere a ciò, che dimostra la malvagità delle passioni togliendo all’uomo la sua essenza.

Credo proprio che si possa dir lo stesso per piú eccellente, anch’esso ben rappresentato in letteratura:

Ora queste sí fatte nature, quale altro atto e quale operazione avranno piú propria e piú principale, che la contemplazione degli enti; e sopra di questa, la considerazione dell’autore dell’universo? la quale è la piú eccellente operazione, e la più beata che possa aver luogo in quelli che da natura vi sono atti. (Giacomo Leopardi, Discorso in proposito di una orazione greca di Giorgio Gemisto Pletone e volgarizzamento della medesima)

Potrebbe alcuno però dire, contra me argomentando: poi che la felicitade della vita contemplativa è piú eccellente che quella dell’attiva, e l’una e l’altra possa essere e sia frutto e fine di nobilitade, perché non anzi si procedette per la via delle virtú intellettuali che delle morali? (Dante Alighieri, Convivio)

L’esigenza di mettere a confronto cose eccellenti ha reso necessaria la graduazione di un aggettivo normalmente non graduabile.
Avatara utente
Daniele
Interventi: 247
Iscritto in data: sab, 15 dic 2007 23:18

Intervento di Daniele »

Grazie mille, gentile Bardamu.
Dunque, se ho capito bene, normalmente l'aggettivo "eccellente" non sarebbe graduabile, ma per i motivi che ha esposto non c'è nulla di esecrabile nel periodo che ho sottoposto all'attenzione del foro, nulla da sottolineare con la matita blu. È così?
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
Moderatore
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Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Di nulla. :) Io direi proprio di sí.
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