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«Il/lo jihadista»

Inviato: dom, 22 set 2013 12:35
di PersOnLine
Quale articolo usereste?

Re: «Il/lo jihadista»

Inviato: dom, 22 set 2013 12:53
di Infarinato

Inviato: dom, 22 set 2013 16:26
di Luca86
E bisogna usare il anche nel caso in cui, come indica il DiPI (v. jihad), venga pronunciato, per così dire, alla francese (/Zi(h)a'dista/).

Inviato: dom, 22 set 2013 16:51
di Animo Grato
Luca86 ha scritto:E bisogna usare il anche nel caso in cui, come indica il DiPI (v. jihad), venga pronunciato, per così dire, alla francese (/Zi(h)a'dista/).
Davvero? Io, a orecchio, sarei portato a usare il con il suono /dʒ/ (esattamente come lo uso per l'italiano gelato), e lo con il suono /ʒ/ (e qui non posso fare nessun esempio, però mi pare che tra /ʒ/ e /dʒ/ esista lo stesso tipo di opposizione che si dà tra /ʃ/ e /tʃ/, e quindi, come lo sciocco e il ciocco, così lo /ʒiadista/ e il /dʒiadista/).

Inviato: dom, 22 set 2013 16:59
di Luca86
Quindi, lei direbbe lo/uno /ʒ/igolo, /ʒ/ilet, e simili? Non so al suo orecchio ma al mio suonano malissimo.

Il DiPI dice (sott. mie): gigolo (-ò, un, ↓uno, il, ↓lo) ʒiɡoˈlo°, -*; ʤiɡoˈlɔ*, -°

Inviato: dom, 22 set 2013 18:10
di Animo Grato
Luca86 ha scritto:Quindi, lei direbbe lo /ʒ/igolo?
Non lo direi... lo dico! :wink:
Mi dilungherò un istante a spiegare come funziona il mio sistema "a orecchio" (non che l'abbia studiato a tavolino, ma l'ho ricavato analizzando quello che applicavo spontaneamente). Non lo faccio con la presunzione di avere scoperto chissà che cosa, ma solo perché se n'è presentata l'occasione e magari qualcuno più versato nella materia potrà dirmi se è totalmente campato in aria o ha un fondo di verità.
La "mia" regola fondamentale, nella scelta tra il e lo (e tra un e uno), è che non si formi una sequenza consonantica, per così dire, sconveniente (e per stabilire quali sequenze sono ammesse e quali no guardo se sono presenti all'interno delle parole, dove l'uso secolare ha provveduto a levigare i suoni più scabri). In pratica, è come se io partissi sempre coll'idea di usare il (e un) e ripiegassi su lo/un quando non è possibile. Ad esempio, non mi risulta una parola italiana con la sequenza -ngn-, quindi non direi mai *un gnocco, ma solo uno gnocco. Pn-, pt- e ps- sono già abbastanza impronunciabili di per sé, sarebbe pura crudeltà complicarli ulteriormente con *un pneumatico, *un pterodattilo, *un psicologo, e infatti mi sono sempre ostinato a dire uno pneumatico anche quando tutto il mondo e le telecronache della Formula Uno dicevano (e dicono) *il pneumatico. Per sc(i)- il discorso è più sfumato, perché, ad esempio, abbiamo conscio e inconscio, ma mi sembra che in queste parole la n sia un residuo della loro origine di cultismi (e infatti sparisce in coscienza). Altri incontri fra consonanti, invece, scivolano via che è un piacere (-ltr in altro, cialtrone) e quindi posso dire il trabiccolo senza problemi, e senza mettere tra le consonanti il cuscinetto vocalico di lo.
Ora, so bene che questo sistema non dà alcuna indicazione sulla scelta da compiere davanti a /ʒ/ (se non per l'analogia di trattamento con /ʃ/, visto che sono entrambe fricative postalveolari - rispettivamente sonora e sorda) ma, se non altro, mi infonde - ammesso che non abbia detto una montagna di assurdità - una certa dose di fiducia nell'affidabilità del mio orecchio in queste faccende.

Inviato: dom, 22 set 2013 19:30
di Ferdinand Bardamu
Il suono [ʒ] turba perché non è un fonema dell’italiano, essendo presente solo in alcuni forestierismi e, come tassofono non autogeminante di /dʒ/ tra vocali (anche in fonotassi), nelle parlate centromeridionali (gli esperti mi correggano).

Il DiPi considera trascurato l’uso degli allomorfi lo/gli e uno perché non ritiene che quella costrittiva postalveo-palato-prolabiata sonora autogemini, appunto. La pronuncia normale la tratta dunque come qualunque altra costrittiva.

Ora, la pronuncia di Animo Grato si basa sull’analogía, ma non sono in grado di giudicarne la legittimità, sia perché di questioni ortoepiche non sono esperto, sia perché, da buon polentone, faccio fatica ad autogeminare anche quando c’è da autogeminare. Secondo la logica dovrebbe aver ragione, ma i motivi storici che hanno portato all’esclusione del suono [ʒ] dal sistema pongono un problema. Esiste qualche parlata normalizzante che tratta il suddetto suono come il corrispettivo non sonoro?

Inviato: lun, 23 set 2013 12:14
di Carnby
Ferdinand Bardamu ha scritto:Esiste qualche parlata normalizzante che tratta il suddetto suono come il corrispettivo non sonoro?
In toscano [ʒ] è allofono di /ʤ/ e tutte le parole (perlopiù francesi) che «dovrebbero» avere /ʒ/ vengono trattate come se avessero /ʤ/ – per es. /ɡa'raʤe/, /ʤiɡo'lo/ (sì, con /o/ finale accentata); naturalmente in posizione intervocalica (senza parole che provocano RF) compare [ʒ]: [i ʒiɡo'lo].
Ricordo però che una volta mia madre, leggendo il cognome Majani (ditta bolognese di cioccolato, che naturalmente ha /-j-/), pronunciò /maʒ'ʒani/.

Inviato: lun, 23 set 2013 12:28
di Ferdinand Bardamu
Grazie. Quindi mi pare di capire che, in generale, il suono [ʒ] tra vocali è sempre scempio anche in Toscana, tranne che nel caso in cui segua una parola cogeminante: che gigolò si pronuncia /keʒʒigoˈlo/. Di qui il giudizio del DiPi sull’uso di lo/uno davanti a parola che inizia per [ʒ]. Dico bene?

Inviato: lun, 23 set 2013 12:56
di Infarinato
Ferdinand Bardamu ha scritto:…il suono [ʒ] tra vocali è sempre scempio anche in Toscana, tranne che nel caso in cui segua una parola cogeminante: che gigolò si pronuncia /keʒʒigoˈlo/.
Nooooooooo! :D Solo /keʤʤiɡoˈlɔ/ [ˌkeʤʤiɡoˈlɔ, -ˈlo]: [ʒː] è possibile solo in parole come disgelo /dizˈʤɛlo/ [dizˈʤɛːlo, diʒˈʒɛːlo].
Ferdinand Bardamu ha scritto:Di qui il giudizio del DiPi sull’uso di lo/uno davanti a parola che inizia per [ʒ]. Dico bene?
No, direi che qui c’entrano piuttosto la forma italianizzata gigolò e (soprattutto) la grafia (la g iniziale è avvertita come l’usuale affricata italiana [«vista», ovviamente, piú che «sentita» ;)]), e qui devo fare il Crivello della situazione e rimandarti al celeberrimo saggio del Klajn. :P

Inviato: lun, 23 set 2013 13:06
di Ferdinand Bardamu
Arigrazie. Sapevo di mettere i piedi in un terreno minato, e infatti… bum! :mrgreen:

Inviato: gio, 10 ott 2013 22:16
di fiorentino90
Carnby ha scritto:In toscano [ʒ] è allofono di /ʤ/ e tutte le parole (perlopiù francesi) che «dovrebbero» avere /ʒ/ vengono trattate come se avessero /ʤ/ – per es. /ɡa'raʤe/, /ʤiɡo'lo/ (sì, con /o/ finale accentata); naturalmente in posizione intervocalica (senza parole che provocano RF) compare [ʒ]: [i ʒiɡo'lo].
:o Quindi anche /ˈbɛdʒ/ per beige?!