[NAP] Lo viene cha llà
Inviato: dom, 03 nov 2013 11:50
Un altro passo per me difficile è questo distico. La cantata è uno sberleffo alla figura dell'avvocato azzeccagarbugli, piena di onomatopee. Termina con i versi:
Lo piscia portelle
lo viene cha llà.
Piscia portelle (o pisciaportelle) è ovviamente un insulto che non sono riuscito pienamente a capire. Esiste un'operina (la musica è perduta ma il libretto è conservato) che contiene la parola addirittura nel titolo: Lo Lollo Pisciaportelle (1705), ma perfino lì la parola compare una sola volta e il contesto non aiuta a capire. Altre fonti la associano all'abitudine di orinare sugli usci; altre ancora all'abitudine di orinare attraverso l'apposita apertura nei calzoni (donde Pisciaportelle = bambino, ragazzino).
Ma più importante è il verso finale. Tradotto solitamente con «Il pisciaportelle viene qua e là», mi pare che non dia senso e non tenga conto degli elementi linguistici: lo mi pare oggetto, è giusto? e viene non può essere terza persona (che sarebbe piuttosto vene senza dittongo), quindi è seconda persona, forse indicativo, forse imperativo. Ma così avremmo: «Il pisciaportelle lo vieni qua [e] là» (o «vienilo qua e là») che ha ancora meno senso.
Infine, si può dire con certezza che cha sia «qua»? Io l'ho trovato (ma molto raramente) in letteratura con il significato di «che». Le grafie 'normalizzate' sarebbero ccà «qua» e ca o (meno bene) cà «che».
Anche questa cantata è disponibile in fotografia per la consultazione: http://iccu01e.caspur.it/ms/internetCul ... eca+-+ICCU
Lo piscia portelle
lo viene cha llà.
Piscia portelle (o pisciaportelle) è ovviamente un insulto che non sono riuscito pienamente a capire. Esiste un'operina (la musica è perduta ma il libretto è conservato) che contiene la parola addirittura nel titolo: Lo Lollo Pisciaportelle (1705), ma perfino lì la parola compare una sola volta e il contesto non aiuta a capire. Altre fonti la associano all'abitudine di orinare sugli usci; altre ancora all'abitudine di orinare attraverso l'apposita apertura nei calzoni (donde Pisciaportelle = bambino, ragazzino).
Ma più importante è il verso finale. Tradotto solitamente con «Il pisciaportelle viene qua e là», mi pare che non dia senso e non tenga conto degli elementi linguistici: lo mi pare oggetto, è giusto? e viene non può essere terza persona (che sarebbe piuttosto vene senza dittongo), quindi è seconda persona, forse indicativo, forse imperativo. Ma così avremmo: «Il pisciaportelle lo vieni qua [e] là» (o «vienilo qua e là») che ha ancora meno senso.
Infine, si può dire con certezza che cha sia «qua»? Io l'ho trovato (ma molto raramente) in letteratura con il significato di «che». Le grafie 'normalizzate' sarebbero ccà «qua» e ca o (meno bene) cà «che».
Anche questa cantata è disponibile in fotografia per la consultazione: http://iccu01e.caspur.it/ms/internetCul ... eca+-+ICCU