Euro o euri?

Spazio di discussione su questioni di carattere morfologico

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pocoyo
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Euro o euri?

Intervento di pocoyo »

Avrete certo già dipanato questa vicenduola morfologica, ma per quanto abbia cercato nei vari filoni contenenti la parola euro non sono riuscito a trovare nulla. Se questo è il caso scusatemi.

Ricordo di aver sentito l'ostruente plurale euri nella mia vecchia classe d'Arte, usato dalla mia italiotica ecsprofessoressa. Lipperlì mi stridette un po', però dopo un attimo di riflessione realizzai che in fondo, almeno nelle lingue di mia conoscenza, il conio europeo presentava il plurale regolare; da qui, a rigor di logica, nella tascoccia mi dovrebbero essere rimasti tre euri e venti, non tre euro e venti.

Euro o euri? Voi cosa ne pensate?
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Federico
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Intervento di Federico »

Secondo me euro è invariabile perché è percepito come un prefisso (sono moltissime le parole in euro-), o meglio come l'abbreviazione necessariamente invariabile (come logo da logotipo) di una fantomatica parola con euro- come prefisso (ad esempio, *euromoneta).
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Se ne parlò qui.
pocoyo
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Intervento di pocoyo »

Articolo molto interessante, grazie per la segnalazione :wink:.
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Federico ha scritto:Secondo me euro è invariabile perché è percepito come un prefisso (sono moltissime le parole in euro-), o meglio come l'abbreviazione necessariamente invariabile (come logo da logotipo) di una fantomatica parola con euro- come prefisso (ad esempio, *euromoneta).
Mi dispiace, ma questo l’avevo già detto io:mrgreen:
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Freelancer
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Intervento di Freelancer »

Infarinato ha scritto:
Federico ha scritto:Secondo me euro è invariabile perché è percepito come un prefisso (sono moltissime le parole in euro-), o meglio come l'abbreviazione necessariamente invariabile (come logo da logotipo) di una fantomatica parola con euro- come prefisso (ad esempio, *euromoneta).
Mi dispiace, ma questo l’avevo già detto io:mrgreen:
C'è un aspetto nuovo riguardo a euro: qual è il suo genere? Nell'ultimo numero di Lingua Nostra, A.M. Thornton documenta "...una crescente diffusione di euro usato come sostantivo femminile nel'italiano sia parlato che scritto, e non solo in usi informali [...] almeno in contesti in cui è presente anche un numerale".
Lo aveva profetizzato, per così dire, Massimo Fanfani scrivendo nel 2000 "A rigor di grammatica, se euro è invariabile, cioè risulta dall'accorciamento di un composto come euromoneta, dovrebbe essere femminile", basandosi sul criterio che in italiano i sostantivi in -o invariabili sono per lo più femminili (con qualche eccezione documentata da Fanfani e D'Achille), come ad esempio moto, foto, flebo, ecc. (quasi tutti accorciamenti di sostantivi femminili).
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Freelancer ha scritto:Lo aveva profetizzato, per così dire, Massimo Fanfani scrivendo nel 2000 "A rigor di grammatica, se euro è invariabile, cioè risulta dall'accorciamento di un composto come euromoneta, dovrebbe essere femminile", basandosi sul criterio che in italiano i sostantivi in -o invariabili sono per lo più femminili (con qualche eccezione documentata da Fanfani e D'Achille), come ad esempio moto, foto, flebo, ecc. (quasi tutti accorciamenti di sostantivi femminili).
Ma non [i piú recenti] audio e video, che, al pari di euro, sono percepiti come accorciamenti, ma non si sa bene di che cosa… Com’è noto, euro non è l’accorciamento di «euromoneta», che non avrebbe nemmeno senso: e.g., *«L’ho pagato 10 euromonete»…

Questa «crescente (?) diffusione di euro usato come sostantivo femminile […] almeno in contesti in cui è presente anche un numerale» mi sembra piú risentire dell’influenza delle vecchie lire che di qualsiasi altra cosa (AMMA).
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Freelancer
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Intervento di Freelancer »

Infarinato ha scritto:
Freelancer ha scritto:Lo aveva profetizzato, per così dire, Massimo Fanfani scrivendo nel 2000 "A rigor di grammatica, se euro è invariabile, cioè risulta dall'accorciamento di un composto come euromoneta, dovrebbe essere femminile", basandosi sul criterio che in italiano i sostantivi in -o invariabili sono per lo più femminili (con qualche eccezione documentata da Fanfani e D'Achille), come ad esempio moto, foto, flebo, ecc. (quasi tutti accorciamenti di sostantivi femminili).
Ma non [i piú recenti] audio e video, che, al pari di euro, sono percepiti come accorciamenti, ma non si sa bene di che cosa… Com’è noto, euro non è l’accorciamento di «euromoneta», che non avrebbe nemmeno senso: e.g., *«L’ho pagato 10 euromonete»…

Questa «crescente (?) diffusione di euro usato come sostantivo femminile […] almeno in contesti in cui è presente anche un numerale» mi sembra piú risentire dell’influenza delle vecchie lire che di qualsiasi altra cosa (AMMA).
Riguardo alla sua origine, la Thornton dice che euro "...è dunque un prestito, secondo l'ipotesi di Gomez Gane [...] o una neoformazione isprirata al nome dell'Europa ma prodotta per onomatopoiesi secondo processi senza ovvi precedenti né paralleli".

Riguardo all'influenza di lire, per l'appunto la Thornton aggiunge "...ritengo che un ruolo anche maggiore abbia, in questi usi al femminile di euro, l'associazione con il sostantivo femminile lira".

Aggiungo che Fanfani ha scritto quell'osservazione per "...smontare l'ipotesi etimologica secondo la quale euro sarebbe stato formato per accorciamento da una base come euromoneta, o eurodivisa, o eurovaluta..."
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Federico
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Intervento di Federico »

Infarinato ha scritto:Mi dispiace, ma questo l’avevo già detto io:mrgreen:
Mi dispiace di averle rubato le parole di bocca, anche se sono contento di essere giunto alla sua stessa conclusione.
Freelancer ha scritto:Aggiungo che Fanfani ha scritto quell'osservazione per "...smontare l'ipotesi etimologica secondo la quale euro sarebbe stato formato per accorciamento da una base come euromoneta, o eurodivisa, o eurovaluta..."
Ma non serve: dire che euro è invariabile perché è percepito come un'abbreviazione non significa sostenere che sia o debba essere tale, perciò non importa cosa succederebbe se lo fosse.
Bue
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Intervento di Bue »

Infarinato ha scritto:Ma non [i piú recenti] audio e video, che, al pari di euro, sono percepiti come accorciamenti, ma non si sa bene di che cosa
C'è anche il frigo (che è davvero un'abbreviazione) e lo stereo...
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Dal sito Treccani.

A me, euri, non dispiacerebbe. :)
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Rispondo con molto ritardo. Non che ci sia molto da dire, in fondo. Discussioni chilometriche si trovano nel foro della Crusca al riguardo.

Solo per dire che il plurale euri è registrato da molti dizionari, compreso il GRADIT (che lo considera raro), e contrassegnato da fam. (Devoto-Oli 2004-2005). Meglio cosí: preferisco riservare euri, in un contesto formale o letterario, alla sostituzione di scirocco al plurale.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Marco1971 ha scritto: e contrassegnato da fam. (Devoto-Oli 2004-2005).
Anch'io lo avverto come familiare. Ma se s'imponesse nell'uso lo adotterei volentieri. :)
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
CarloB
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Intervento di CarloB »

Nella vita di tutti i giorni, facendo la spesa, andando al bar (chiedo venia, Marco :D ), chiacchierando con conoscenti, euri mi è capitato di sentirlo assai raramente, e con un certo tono di affettazione: vi faccio vedere che mi distinguo da voi, plebe; e l'ipotesi che possa essere femminile non ha mai sfiorato nessuno dei miei occasionali e innocenti interlocutori. Ho il sospetto che l'uso abbia ormai deciso la questione: euro invariabile, e così sia.
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Incarcato
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Intervento di Incarcato »

Però cosa ne dite d'una frase del tipo: riscuotere 500.000 euri contanti?
I' ho tanti vocabuli nella mia lingua materna, ch'io m'ho piú tosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole colle quali io possa bene esprimere il concetto della mente mia.
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