A mio modo di vedere, "amante" e "amatore" non vanno usati indifferentemente.
Si adoperi il primo termine nell'accezione propria del verbo amare: Pietro è l'amante di Giovanna; il secondo, con il femminile amatrice,in senso figurato nell'accezione di cultore, appassionato e simili: Francesco è un amatore della lingua.
Sono confortato in ciò dal sottotitolo del periodico dell'Accademia della Crusca:
Foglio dell'Accademia della Crusca
dedicato alle scuole e agli amatori della lingua
Questa sua distinzione mi sembra in buona parte arbitraria: amante è semplicemente un participio presente, e l'uso del verbo amare è ben piú largo di quanto dia a intendere nel suo messaggio; e comunque un sostantivo come amatore di per sé non ha alcun diritto piú del participio di allontanarsi dal significato del verbo, anche se è naturale che accada piú facilmente, poiché la lingua non è rigida – e non bisogna trascurare gli influssi del francese: amatore è anche un francesismo, talvolta –.
Propongo parte dell’articolo Amatore, Dilettante. Amante, Dilettante del Dizionario dei sinonimi della lingua italiana del Tommaseo (1830):
Quando ambedue [= ‘amatore’ e ‘amante’] s’applicano a cosa o esprimono un affetto che propriamente non può dirsi amore, amatore indica affezione piú in atto; amante, semplice inclinazione. L’amatore di pittura ne sa un qualche poco, non ignora i principii dell’arte; l’amante di pittura se ne compiace, la gusta, ma non ci ha cognizione, o non ci pretende...
La distinzione – soprattutto oggi – è discutibile, ma non cosí il fatto che si possa usare amante per le cose.
Io non credo piú nulla, dacché vedo scritto lí anche la parola web...
A ogni modo, caro Fausto, la questione era un’altra: lei dice (se mal non m’appongo) che amante di si dovrebbe usare solo riferendosi a persone, il che non è vero, come ho tentato di farle vedere citando il Tommaseo.