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«Position paper»
Inviato: lun, 22 feb 2016 20:58
di Animo Grato
Ecco qui un anglicismo fresco fresco, ancora poco usato ma già dolorosamente pervenuto a queste orecchie; forse non è il caso di allarmarsi ma, come dice il proverbio, "stroncare sul nascere è meglio che curare".
La locuzione è usata nella cornice dei rapporti, spesso tesi e contraddittori, tra le singoli nazioni e l'Unione Europea, e indica il documento ufficiale con cui ogni paese esprime la sua posizione in merito a determinati temi; se dipendesse da me, non mi prenderei nemmeno la briga di cercare un traducente
ad hoc, e userei di volta in volta
posizione ufficiale, presa di posizione - come s'è sempre fatto.
Ma, si sa, quando l'anglofono indica la via, è difficile resistere al suo fascino carismatico...
Concludo con una noterella che non vuole essere politica (ovviamente), ma solo "socio-linguistica" in senso lato: in questi giorni si parla tanto della possibile uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea; se questa remota ipotesi divenisse realtà, continueremmo ad esprimerci nella lingua del paese che se n'è andato sbattendo la porta? Sarebbe davvero grottesco, perciò la risposta è: probabilmente sì.
Inviato: mar, 23 feb 2016 0:30
di sempervirens
Avrei giurato che position paper stesse a significare tutt'altra cosa. Meno male che ha dedicato un po' del Suo tempo per farcelo digerire in italiano, e così ho potuto capire, e digerire.
Lì per lì, dicevo, il sostantivo paper, non certo in italiano papiro bensì carta, m'ha fatto ricordare la deteriorabilità di questo materiale, e pertanto a position paper avevo istantaneamente e istintivamente corrisposto posizione 'e cartone, su modello del napoletano omme 'e cartone: cosa frivola, di carattere vacuo, ...
Quindi questo position paper letteralmente sarebbe 'posizione sulla carta', e perciò posizione ufficiale. Se ho ben capito.
Ma 'presa di posizione' non era stance on? Lo chiedo per capirci meglio.
Inviato: mar, 23 feb 2016 9:33
di domna charola
La position paper, come spiegato sopra, sarebbe più che altro il documento ufficiale in cui è illustrata la posizione, quello che fa testo al di là di tutte le dichiarazioni orali, le illazioni e le interpretazioni possibili, e non la posizione in sé.
È insomma la dichiarazione di intenti, e non gli intenti e basta, cioè il fatto che viene affermata nero su bianco, incontrovertibilmente. Si tratta quindi del punto di riferimento ufficiale, materializzato in un documento "cartaceo" o con validità di quel tipo.
Inviato: mar, 23 feb 2016 9:59
di sempervirens
Quindi se ho ben capito position paper sarebbe il nome di un oggetto concreto ("il documento ufficiale...") e non di un atteggiamento. Ho capito bene?
Inviato: mar, 23 feb 2016 13:48
di domna charola
Sì. All'origine, nella lingua in cui è stato creato il termine, è una pubblicazione di tipo ufficiale. "Paper" oltre che il supporto cartaceo, può essere un articolo scientifico, ad esempio, o un qualsiasi documento, comunque fissato, non fluido come può essere un discorso o una pagina in rete.
https://en.wikipedia.org/wiki/Position_paper
Poi ovviamente bisogna fare i conti con i significati traslati che può assumere nell'uso in aree non anglofone, derivati da una certa faciloneria nell'adottare il termine straniero che "suona bene" e che più o meno si pensa di aver capito cosa sia...
Inviato: mar, 23 feb 2016 15:09
di Millermann
È incredibile come, da parte degli italiani, non appena si venga a conoscenza di un nuovo forestierismo, ci si crogioli nell'usarlo!
Non esiste soltanto il
position paper: c'è anche il
concept paper, che ne rappresenta la versione "preliminare". Guardate con che naturalezza vengono usati questi anglicismi
qui, sia pure dopo una breve spiegazione.
Eppure una loro traduzione risulterebbe ben piú trasparente; e le piú comuni, in rete, sembrano essere: "documento di posizione" nel primo caso e "documento di riflessione" nel secondo.
Inviato: mar, 23 feb 2016 15:35
di Ferdinand Bardamu
Nella
banca dati IATE si trovano alcuni traducenti italiani:
presa di posizione,
documento di sintesi e
documento che illustra la posizione. Tutt’e tre ricalcano, suppergiú, i corrispondenti traducenti francesi e spagnoli. Direi che i primi due vanno benissimo (il terzo è un po’ prolisso).