«Franchigia», una parola usata a caso

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Animo Grato
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«Franchigia», una parola usata a caso

Intervento di Animo Grato »

Franchigia, oggi, è un termine dal sapore piuttosto tecnico, i cui possibili significati in diversi contesti ognuno può leggere qui.
Purtroppo, però, franchigia è anche, per i nuovi barbari, la pigra trasposizione dell'inglese franchise, con tutti i significati che quest'ultima parola ha in inglese, ma che non sempre appartengono alla cugina italiana. Tra questi significati c'è anche questo:
dictionary.com ha scritto:Sports Slang. a player of great talent or popular appeal, considered vitally important to a team's success or future.
Ovvero "un giocatore di vitale importanza per le sorti di una squadra". Giocatore-chiave, si sarebbe potuto dire una volta.
Lasciamo per un momento da parte questa questione e introduciamo nell'incipiente farsa due nuovi personaggi: Flavio Tranquillo e Federico Buffa. Rispondono a questi nomi due apprezzati telecronisti/giornalisti sportivi, specializzati nella palla[c]canestro. Da veri appassionati quali sono, non si potevano accontentare -comprensibilmente- di raccontare splendori e miserie delle squadre italiane (da sempre viste come una mera notizia di cronaca locale in un paese in cui la religione ufficiale è il calcio) e si sono quindi fatti ambasciatori del Verbo della NBA (National Basketball Association) americana. L'entusiasmo per tutto ciò che è a stelle e strisce porta i nostri eroi a servirsi di un linguaggio degno del personaggio di Salvatore nel Nome della rosa, con continui salti e rimbalzi (si apprezzi la fine metafora cestistica) dall'italiano all'inglese (americano). E con l'adozione di significati stranieri per parole italiane - col che torniamo a franchigia.
Gugolando un po', sembra che Buffa usi la parola prevalentemente nel senso originale (originale dal punto di vista del gergo sportivo americano) di "giocatore", mentre da molti interventi di Tranquillo si evince il significato, ulteriormente traslato, di "squadra".
Personalmente, è proprio in quest'ultima accezione che m'è capitato di sentirlo alla radio, in bocca a giornalisti ansiosi di uniformarsi a quella che, probabilmente, considerano un'autorità in materia. In fatto di palla[c]canestro, senz'altro; per quanto riguarda l'italiano, molto meno.
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
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Re: «Franchigia», una parola usata a caso

Intervento di Utente cancellato 676 »

Animo Grato ha scritto: gio, 02 giu 2016 1:44franchigia è anche, per i nuovi barbari, la pigra trasposizione dell'inglese franchise, con tutti i significati che quest'ultima parola ha in inglese, ma che non sempre appartengono alla cugina italiana. Tra questi significati c'è anche questo:
dictionary.com ha scritto:Sports Slang. a player of great talent or popular appeal, considered vitally important to a team's success or future.
«Franchise player» si potrebbe quindi rendere con «giocatore incedibile», alla luce anche del «franchise tag»? Ovvero franchigia intesa come affrancamento dalla (possibilità di) vendita?
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