«Capire [di] niente»

Spazio di discussione su questioni di carattere sintattico

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Marco Treviglio
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«Capire [di] niente»

Intervento di Marco Treviglio »

Cari Cruscanti,

un mio amico mi ha chiesto della correttezza sulla frase seguente:

Tu non capisci [proprio] di niente!

A mio modesto parere non è corretta, poiché v'è un "di" di troppo; tuttavia, dopo una breve trattazione, non l'ho persuaso con le mie motivazioni ed insiste per avere un Vostro parere.

Potreste essere cosí cortesi da accotentarlo? (Nella certezza che qualcosa l'apprenderò pure io. :D )

Grazie in anticipo a chiunque vorrà contribuire ed esporre il proprio parere linguistico! :)
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draco37
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Intervento di draco37 »

Il "di" stona, non regge il senso del discorso. Credo che l'espressione originale sia stata:"Tu non capisci [niente] di niente!", dove la parola "niente" prima del genitivo è stata elisa per non incorrere in una ripetizione. Purtroppo, il parlato suole partorire questi obbrobri deformi i quali, come dei parassiti, s'instaurano subdolamente nel nostro quotidiano. Il problema è che la preposizione "di" subito dopo il predicato verbale confonde il lettore, poiché preludia ad un verbo infinito susseguente, il quale invece è rimpiazzato dal genitivo. Almeno, a me ha dato questa impressione. :)
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Millermann
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Intervento di Millermann »

Premesso che anche a me la frase non piace, azzardo: e se fosse un semplice complemento di argomento?

«Io capisco di politica.
Lei capisce di moda.
Tu, invece, non capisci di niente!»

Naturalmente si tratta di espressioni di uso colloquiale: in un registro piú curato userei intendersi di (qualcosa). ;)
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draco37
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Intervento di draco37 »

Sì, credo sia possibile e forse anche più pertinente alla fattispecie; sarà che non ho mai incontrato quest'espressione nel parlato informale. Comunque, ne sconsiglio l'uso; «nun me piace». :D
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Marco Treviglio
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Intervento di Marco Treviglio »

Grazie delle risposte! :)
Su «niente di niente» ho pensato anch'io e credo non si possa elidere dato che è un modo di dire cristallizzato.
Ho pensato anche sul partitivo, però, significando «nessuna cosa», come può essere “una parte di qualcosa”, “una parte di nessuna cosa”?
Interessante il complemento d'argomento (ho pensato anche a quello di limitazione), però «niente» è considerabile come un argomento? O un limite all'affermazione fatta? Io ne dubito, ma son qui per riscontrare le mie conoscenze, corrette ed errate. :P

Quindi, pensate che sia brutta ma comunque ammissibile a livello colloquiale. È corretto?
Se sí, qual è secondo Voi la differenza di significato tra questa e quella senza "di": «Non capisci [proprio] niente.»? :?
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Millermann
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Intervento di Millermann »

Secondo me la frase in oggetto suona "stonata" ed è ammissibile soltanto in un registro molto basso anche per un altro motivo: manca della particella ne.
Sarebbe, cioè, piú accettabile nella forma:
«Tu non ne capisci di niente».
Marco Treviglio ha scritto:Se sí, qual è secondo Voi la differenza di significato tra questa e quella senza "di": «Non capisci [proprio] niente.»? :?
Beh, in teoria cambia il significato del verbo. Dico in teoria perché, magari, c'è chi la usa in modo sbagliato e basta. :P

Se dà un'occhiata alla voce capire su Sinonimi e Contrari noterà che nella frase «Tu non capisci [proprio] niente» si dovrebbe, probabilmente, applicare il significato 2a o 2c: «avere capacità d'intendere».

Invece in «Tu non (ne) capisci di niente» ricadremmo nel significato 2e: [nella forma capirne , avere competenza in qualcosa, anche con la prep. di: è uno che di economia ne capisce molto].

Quindi, al contrario diremmo: «è uno che di economia non ne capisce».
E, in modo analogo, «è uno che non ne capisce di niente».
Che ne pensa? :)
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Intervento di Infarinato »

A scanso di equivoci, casomai non fosse ancora chiaro: *[tu] non capisci [proprio] di niente non è italiano. Punto.
Marco Treviglio
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Intervento di Marco Treviglio »

Millermann ha scritto:Secondo me la frase in oggetto suona "stonata" ed è ammissibile soltanto in un registro molto basso anche per un altro motivo: manca della particella ne.
Specifico che in effetti la frase è stata pronunciata verso un familiare il quale ha constatato l'errore (ed io, assente al momento, ho dato ragione a quest'ultimo :roll: ).
Millermann ha scritto:Sarebbe, cioè, piú accettabile nella forma:
«Tu non ne capisci di niente».
Devo ammettere che ho serie riserve anche su questa forma. :?
Millermann ha scritto:Beh, in teoria cambia il significato del verbo. Dico in teoria perché, magari, c'è chi la usa in modo sbagliato e basta. :P

Se dà un'occhiata alla voce capire su Sinonimi e Contrari noterà che nella frase «Tu non capisci [proprio] niente» si dovrebbe, probabilmente, applicare il significato 2a o 2c: «avere capacità d'intendere».
Sí, sono d'accordo.
Il mio amico mi ha informato che secondo lui l'espressione adoperata si differenzia da questa sopra con l'intento di enfatizzare ed intensificare il «niente»: non si tratta di dire semplicemente che uno non capisce nulla, nessuna cosa, ma che costui non capisce di nulla, di nessuna cosa, di nessun argomento (e a questo ho dato un bel :evil: no comment :evil: concentrandomi esclusivamente sulla questione grammaticale). Per ciò era molto interessato a quanto Lei, Millermann, ha espresso sul complemento d'argomento. Naturalmente, ho provato ancora a motivargli le mie perplessità pure su questo, ma mi arenavo quando si giungeva alle domande che ho posto al riguardo nel mio precedente messaggio. :P
Millermann ha scritto:Invece in «Tu non (ne) capisci di niente» ricadremmo nel significato 2e: [nella forma capirne , avere competenza in qualcosa, anche con la prep. di: è uno che di economia ne capisce molto].

Quindi, al contrario diremmo: «è uno che di economia non ne capisce».
E, in modo analogo, «è uno che non ne capisce di niente».
Che ne pensa? :)
Penso, come dissi all'inizio di questa discussione, che il "di" davanti a "niente" non abbia alcun senso, se argomento di un verbo transitivo. Vi trovo un senso davanti al suo contrario, "di tutto", può starci con "tutto", almeno credo :roll:, ma con "niente"... no, proprio non mi torna.
Nella definizione "2e", "avere competenza in qualcosa, anche con la prep. di", penso che sia differente; ad ogni modo, «è uno che non ne capisce di niente» non mi sembra un'espressione in “buon italiano”, direi che è sforzata e molto poco idiomatica. :?
Infarinato ha scritto:A scanso di equivoci, casomai non fosse ancora chiaro: *[tu] non capisci [proprio] di niente non è italiano. Punto.
Una volta letto questo messaggio, ho invitato il mio amico a leggere questa discussione. :) (Non perché mi dà ragione, ma per ben altri motivi che i Cruscanti e gli abituali fruitori di questa piazza ben intendono.)
Il risultato è stato che si è chiesto e mi ha chiesto il perché Lei afferma perentoriamente che "non è italiano. Punto." senza darne una motivazione.
Ovviamente, gli ho risposto che nel Suo caso non ve n'è bisogno e che se lo dice Lei è cosí e basta, ma non essendo ancora del tutto persuaso, mi ha riferito che tenterà di chiederlo al suo professore di liceo del quale ha piena fiducia viste le sue competenze in materia.
Se mi riferirà, e credo che lo farà, la risposta quando l'avrà ricevuta, non esiterò un istante a comunicarVela qui.

Per ora, non posso fare altro che ringraziarVi delle vostre risposte e del Vostro tempo che ci avete dedicato.

Ormai incuriosito, non vedo l'ora di avere la spiegazione grammaticale di chi ha ragione (anche se, ripeto, io non ho dubbi ma solo l'ignoranza :) ).

Grazie ancora! :)
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Millermann
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Intervento di Millermann »

Marco Treviglio ha scritto: Penso, come dissi all'inizio di questa discussione, che il "di" davanti a "niente" non abbia alcun senso, se argomento di un verbo transitivo. […] ad ogni modo, «è uno che non ne capisce di niente» non mi sembra un'espressione in “buon italiano”, direi che è sforzata e molto poco idiomatica.
Sí, penso che abbia ragione. Riflettendoci, la frase non è ben costruita: richiederebbe una virgola che, però, la renderebbe ancora piú assurda! :?
Mi spiego meglio. Torniamo all'esempio del Treccani al punto 2e: è uno che di economia ne capisce molto, e osserviamo che questa costruzione presenta una dislocazione a sinistra, con tanto di ripresa pronominale. La stessa frase si può anche costruire con la dislocazione a destra, inserendo una virgola: è uno che ne capisce molto, di economia.
Lo stesso vale per la frase negativa: è uno che non ne capisce, di economia.
Ecco, allora, che questa costruzione, con niente, diventa improponibile:
*è uno che non ne capisce, di niente. :shock:

Un altro esempio, con un altro verbo transitivo usato nello stesso modo, che dimostra l'assurdità di questa costruzione:
A: «Prendete un caffè? Un tè?»
B: «Un tè, grazie. Di caffè non ne prendo!»
C: «Io, invece, *non ne prendo di niente!»
La risposta di C appare subito sgrammaticata: dovrebbe dire «non prendo niente». :)

Diverso sarebbe se, al posto di capir(n)e, usassimo l'intransitivo pronominale intendersi (di qualche cosa), «avere cognizione diretta, esperienza e competenza in una disciplina, una tecnica, un’arte, una professione, ecc.» (Treccani).
In questo caso si potrebbe dire è uno che non s'intende di economia (frase non marcata, quindi senza virgola) e, di conseguenza, è uno che non s'intende di niente.

Che altro dire? Spero di essere riuscito a fare un ragionamento valido. Come ho piú volte precisato, non sono un linguista, e spesso vado "a orecchio", incoraggiato dal fatto che, talvolta, le mie percezioni si rivelano corrette. :P
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