Alcuni usavano (e forse usano ancora) con disinvoltura
batteria elettronica: il problema è che quest'espressione indica propriamente una vera e propria batteria (per ciò che riguarda l'aspetto generale e il modo d'esecuzione) che simula elettronicamente i suoni dello strumento tradizionale, quello con piatti di bronzo (più o meno) e tamburi. Una volta, agli albori di questa tecnologia, i suoni erano smaccatamente "finti", e questo rendeva più accettabile la confusione tra la batteria elettronica suonata e i brutti suoni prodotti da una scatoletta. Oggi, per converso, in entrambi i casi si è raggiunto un tale grado di fedeltà nella simulazione che l'origine artificiale dei suoni
può passare in secondo piano.
Per indicare il caso specifico dei suoni di una batteria simulati (bene o male) da uno strumento elettronico che non si suona come una batteria, si può usare
batteria programmata, che è
già attestato (seppur meno diffuso, come sempre, di
drum machine). Funziona nella maggior parte dei contesti, con la non trascurabile eccezione (purtroppo) che non si può entrare in un negozio e dire di voler acquistare una "batteria programmata". Forse
programmabile, ma è davvero minoritario.