Maiuscole nei nomi delle lingue

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Marco1971
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Maiuscole nei nomi delle lingue

Intervento di Marco1971 »

In un mio articolo pubblicato nel numero 71 (:mrgreen:) [febbraio 2007] della rivista Giustitalia, la redazione ha creduto bene aggiungere la maiuscola ai nomi delle lingue: il Latino, l’Italiano, l’Inglese, lo Spagnolo, ecc. Ora, ch’io sappia, si tratta d’un uso sporadico riservato a certi testi di filologia (le usa ad esempio Carlo Tagliavini nel suo Le origini delle lingue neolatine) che non fa parte dell’italiano normale (o stàndaro). Ma vorrei sapere se vi sembra accettabile.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Uri Burton
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Re: Maiuscole nei nomi delle lingue

Intervento di Uri Burton »

Accettabile penso che lo sia. È tuttavia decisamente antiquato, contrario all’uso editoriale moderno, e a me (e di sicuro non solo a me) sembra pedante.
Uri Burton
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Grazie, caro Uri. Appare pedante e antiquato anche a me, e lo stesso vale per i giorni della settimana e i mesi dell’anno, che oggi si scrivono colla minuscola.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Brazilian dude
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Intervento di Brazilian dude »

Io l'assocerei all'inglese.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Io invece stento a crederlo: vista la bassa conoscenza dell’inglese in Italia, dubito che la maggioranza sappia che s’usa la maiuscola in quella lingua. Poiché in antico si usava la maiuscola nei nomi dei giorni della settimana e in quelli dei mesi dell’anno, vedrei una riesumazione di tal pratica estesa ai nomi delle lingue.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Federico
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Intervento di Federico »

Ma non la chiamerei nemmeno pedanteria, a meno che si voglia chiamare pedanteria quella delle maestre (e dei loro alunni pedissequi) che impongono le varie regolette – inventate apposta – del genere se stesso: forse mi sbaglio, ma non credo che chi ha aggiunto la maiuscola abbia richiamato (o sia anche solo stato influenzato) nonché l'uso inglese, anche solo l'uso italiano passato.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

E allora quale spiegazione le sembra plausibile?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Federico
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Intervento di Federico »

Marco1971 ha scritto:E allora quale spiegazione le sembra plausibile?
Appunto, che il redattore l'abbia fatto per dimostrare la propria conoscenza di una regola grammaticale poco applicata (o fasulla?), che dimostra perciostesso (secondo i soliti ragionamenti) la «bravura» e «cultura» di chi fa lo sforzo di applicarla.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Fasulla senz’altro. Almeno nessuna delle mie grammatiche accenna a una regola secondo la quale i nomi delle lingue prendono la maiuscola.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

Io credo che la Redazione abbia confuso il nome delle lingue con quello dei popoli che, generalmente, si scrivono con la lettera maiuscola.
Il francese, i Francesi; l'inglese, gli Inglesi, il tedesco, i Tedeschi e via dicendo.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

In effetti, è molto plausibile.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Uri Burton
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ALTO O BASSO

Intervento di Uri Burton »

Oppure subiscono il fascino «grafico» di Giorgio De Rienzo, linguista del Corriere della Sera.
Uri Burton
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Federico
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Re: ALTO O BASSO

Intervento di Federico »

Uri Burton ha scritto:Oppure subiscono il fascino «grafico» di Giorgio De Rienzo, linguista del Corriere della Sera.
A proposito, personalmente preferisco scrivere Corriere della sera: l'estensione della maiuscola ai nomi comuni secondari dei nomi propri può essere piuttosto perniciosa.
Uri Burton
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PERNICIOSA?

Intervento di Uri Burton »

Federico ha scritto:
Uri Burton ha scritto:Oppure subiscono il fascino «grafico» di Giorgio De Rienzo, linguista del Corriere della Sera.
A proposito, personalmente preferisco scrivere Corriere della sera: l'estensione della maiuscola ai nomi comuni secondari dei nomi propri può essere piuttosto perniciosa.
Ma che fa, Federico, nell’impeto travolgente degli interventi in fila indiana le parole le sfuggono di penna? Se è così catastrofico per un titolo di giornale alto e basso –come lo preferisce Aldo Grabrielli e lo scrive Luca Serianni, e come a suo tempo l’ha registrato al tribunale e poi in tutti i contratti e gli atti notarili la proprietà – davvero non ci dà retta nessuno, neanche il cane di casa che pende dalle nostre labbra.
Uri Burton
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Federico
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Re: PERNICIOSA?

Intervento di Federico »

Uri Burton ha scritto:Ma che fa, Federico, nell’impeto travolgente degli interventi in fila indiana le parole le sfuggono di penna?
Oh, be', sono contento di apprendere che lei si è informato sugli atti notarili, ma comunque non è ovviamente a questa maiuscola che mi riferivo: dicevo solo che può essere utile indicare e seguire come norma generale di semplificazione che nei nomi propri resta maiuscola solo la prima lettera, cosí come generalmente non si scrive – almeno oggi – Delitto e Castigo, I Promessi Sposi e addirittura nemmeno Camera dei Deputati (qui forse siamo metà e metà).
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