«Patch»

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Marco1971
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«Patch»

Intervento di Marco1971 »

Sempre dal sito della Garzanti:
Sono disponibili le patch di aggiornamento dei CD 2006 dei Grandi Dizionari Garzanti di Italiano, Inglese e Business English.
Che pacchianeria! Non andava bene le pezze (cfr EuroDicAutom)? Google fornisce solo due timide occorrenze di pezza di aggiornamento...
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Re: «Patch»

Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:Sempre dal sito della Garzanti:
Sono disponibili le patch di aggiornamento dei CD 2006 dei Grandi Dizionari Garzanti di Italiano, Inglese e Business English.
Che pacchianeria! Non andava bene le pezze (cfr EuroDicAutom)? Google fornisce solo due timide occorrenze di pezza di aggiornamento...
Pezze è improponibile per vari motivi già discussi, ma si può tranquillamente dire versioni (di aggiornamento), troverà numerose occorrenze in rete.
Ma perché si dispera quanto vede usati termini inglesi in informatica, che è un caso particolare per quanto riguarda l'influsso dell'inglese?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Improponibile? :shock: E allora come mai figura nell’EuroDicAutom, e in rete, digitando «patch pezza» vengon fuori oltre 17.000 pagine in italiano? Sia chiaro, per me va bene qualsiasi traducente accettato dalla comunità degl’informatici, ma improponibile mi pare eccessivo. Intanto non so come abbiano tradotto gli spagnoli, ma il Grand Dictionnaire Terminologiquerustine per il francese.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:Improponibile? :shock: E allora come mai figura nell’EuroDicAutom, e in rete, digitando «patch pezza» vengon fuori oltre 17.000 pagine in italiano? Sia chiaro, per me va bene qualsiasi traducente accettato dalla comunità degl’informatici, ma improponibile mi pare eccessivo. Intanto non so come abbiano tradotto gli spagnoli, ma il Grand Dictionnaire Terminologiquerustine per il francese.

Se cerca solo patch + pezza troverà tutti i siti in cui pezza ha il significato letterale di "ritaglio o avanzo di stoffa". Deve restringere la ricerca all'informatica. Poi mi comunichi i risultati, d'accordo?
Intanto le posso dire che nei glossari di Windows rimane in inglese o viene reso come file di correzione o correzione di aggiornamento.
Su Eurodicatom mi limito a dire questo: non è questa banca dati che può convalidare un termine, bensì è l'uso prevalente di un certo termine nel settore che permette di dire se la traduzione offerta da Eurodicatom è più o meno valida. Ragionamento che vale per qualunque dizionario bilingue.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Non so come si faccia a restringere la ricerca a un determinato campo, ma so che l’EuroDicAutom non inventa i termini, li riprende da lessici specializzati.

Ho trovato 636 pagine connesse alla Microsoft qui.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:Non so come si faccia a restringere la ricerca a un determinato campo, ma so che l’EuroDicAutom non inventa i termini, li riprende da lessici specializzati.
Aggiunga altri termini del settore; ad esempio software, e riduce le ocorrenze a circa 15.000; aggiunga informatica e ridurrà le occorrenze a meno di 900 e vedrà che pezza viene usato per spiegare qual è il significato letterale di patch.

Lessici specializzati... Ossia lei accetta alla cieca quello che le viene offerto? Certamente non procederebbe così in un campo in cui è esperto, bensì verificherebbe di persona in base alle sue cognizioni; ma se non è in grado di verificare in questo modo, non si basi su una sola risorsa, ne consulti diverse, valide: un'altra è per l'appunto la rete indagata in modo intelligente, un'altra ancora è costituita dai glossari di Windows, un'altra ancora è offerta da mailing list di traduttori specializzati nel campo tecnico...
Un suggerimento: i dizionari bilingue (banche date inclusi) li lasci per ultimi e non li consulti se, come ho appena detto, non è in grado di verificarne l'attendibilità.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Evidentemente non ha visto la modifica nel mio precedente messaggio. A ogni modo, per me, a meno che s’affermi un altro termine italiano, pezza sta benissimo per le seguenti ragioni:

1. Ha quasi sicuramente la stessa etimologia di patch, dall’antico francese pece, piece, peche (fr. mod. pièce);
2. È breve ed è foneticamente simile all’anglicismo;
3. È una metafora del tutto trasparente.

Se le varie risorse non mi danno un traducente, non sono soddisfatto col forestierismo crudo.

Mi permetta di farle notare ancora che bilingue (come monolingue, plurilingue, ecc.) in italiano corretto è variabile e nel plurale fa bilingui (monolingui, plurilingui, ecc.).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:Evidentemente non ha visto la modifica nel mio precedente messaggio. A ogni modo, per me, a meno che s’affermi un altro termine italiano, pezza sta benissimo per le seguenti ragioni:

1. Ha quasi sicuramente la stessa etimologia di patch, dall’antico francese pece, piece, peche (fr. mod. pièce);
2. È breve ed è foneticamente simile all’anglicismo;
3. È una metafora del tutto trasparente.

Se le varie risorse non mi danno un traducente, non sono soddisfatto col forestierismo crudo.
E allora usi senz'altro pezza! (Ma quante volte all'anno le capiterà di doverlo scrivere per motivi non esegetici?) Ma non cerchi di imporlo a chi non lo vuole usare. E riguardo all'indignarsi se altri usano patch, secono me non ne vale la pena.
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Intervento di Marco1971 »

Io non ho il potere d’imporre, né sarebbe la mia filosofia: vorrei piuttosto che la gente si rendesse conto da sé della ridicolaggine di questi usi. E, come io non posso né voglio imporre assolutamente nulla, cosí nessuno può impormi di non spanciarmi quando vedo scritte certe cose su siti che si ritiene debbano essere seri, come questo.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Brazilian dude
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Intervento di Brazilian dude »

Se il suddetto patch/pezza significa quello che ho capito, allora è actualización (spagnolo), a(c)tualização (portoghese).
fabbe
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Intervento di fabbe »

Brazilian dude ha scritto:Se il soddetto patch/pezza significa quello che ho capito, allora è actualización (spagnolo), a(c)tualização (portoghese).
Patch è un modo per dire correzione. La traduzione letterale è pezza o toppa.

Queste correzioni sono diffuse singolarmente o tramite pacchetti d’aggiornamento.

Fra gli addetti ai lavori il termine inglese è ben compreso; per gli altri utenti (anche informatici ma non esperti) rimane ambiguo.

A mio avviso sarebbe meglio non usarlo se ci si rivolge ad una utenza generica.
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Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:Evidentemente non ha visto la modifica nel mio precedente messaggio. A ogni modo, per me, a meno che s’affermi un altro termine italiano, pezza sta benissimo per le seguenti ragioni:

1. Ha quasi sicuramente la stessa etimologia di patch, dall’antico francese pece, piece, peche (fr. mod. pièce);
2. È breve ed è foneticamente simile all’anglicismo;
3. È una metafora del tutto trasparente.

Se le varie risorse non mi danno un traducente, non sono soddisfatto col forestierismo crudo.
Le dò un altro rompicapo: traducendo ieri sera un'informativa sulla privacy (eh sì, questo è proprio il loro nome) mi sono imbattutto nei dati clickstream. Per farle capire cosa sono le riporto un pezzo pertinente da un altro sito, non quello dell'informativa, qui:

Secondo Teradata, società specializzata nella fornitura di sistemi di data warehousing, integrando i dati provenienti dai siti Web con le informazioni aziendali tradizionali le società potrebbero invece identificare più rapidamente le tendenze delle vendite, tracciare i risultati delle campagne marketing, servire i clienti a prezzi contenuti e determinare l'incidenza delle offerte sul totale dei profitti. "Analizzando i dati clickstream - spiega una nota dell'azienda - le aziende possono, inoltre, identificare i prodotti e i servizi che rispondono alle esigenze dei propri clienti e dei possibili prospect, e analizzare le motivazioni legate ai casi di mancato acquisto".
Osservi anche l'uso di tracciare (calco di to keep track) per rilevare, documentare; è abbastanza diffuso, insieme con l'ancora più letterale tenere traccia.
Avatara utente
Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Il GDT traduce clickstream con parcours : perché non adottare percorso [di navigazione] anche in italiano? Quanto a warehousing non si capisce in che cosa differisca dall’immagazzinamento o magazzinaggio. E prospect, infine, non è altro che un cliente potenziale.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
fabbe
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Intervento di fabbe »

Marco1971 ha scritto:Il GDT traduce clickstream con parcours : perché non adottare percorso [di navigazione] anche in italiano? Quanto a warehousing non si capisce in che cosa differisca dall’immagazzinamento o magazzinaggio. E prospect, infine, non è altro che un cliente potenziale.
Esattamente.

Aggiungo che considerato l’ambio “percorso di navigazione” è anche più adatto.

Il “data warehouse” descrive un archivio di dati (o immagazzinamento come lei fa notare giustamente).

Per “prospect” cliente potenziale è perfetto.
fabbe
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Intervento di fabbe »

A proposito, per chi non demorde, al posto di "informativa sulla privacy" si usa anche "informativa sulla riservatezza" o (meglio ancora) "informativa sul trattamento dei dati personali".
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