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E noi attenti alle virgole e agli accenti…

Inviato: lun, 16 mag 2005 23:40
di Max
Sneocdo uno sdtiuo dlel'Untisverià di Cadmbrige, non irmptoa cmoe snoo sctrite le plaroe, tutte le letetre posnsoo esesre al pstoo sbgalaito, è ipmtortane sloo che la prmia e l'umltia letrtea saino al ptoso gtsiuo, il rteso non ctona. Il cerlvelo è comquune semrpe in gdrao di decraifre tttuo qtueso coas, pcheré non lgege ongi silngoa ltetrea, ma lgege la palroa nel suo insmiee... Vstio?

Interessante no?

Slauti (tanto avete capito...)

Inviato: lun, 16 mag 2005 23:50
di Marco1971
Infatti, caro Max, e questo distrugge del tutto le teorie professate da alcuni recentemente sulla «spelling pronunciation»: se il cervello riconosce le parole, e l’esperimento da te proposto lo dimostra (non ho avuto alcuna difficoltà a decifrare), il parlante centrale che legge e vede scritto (vado a casa o vdao a csaa) lo leggerà seguendo la sua pronuncia e non decifrando una lettera dopo l’altra, dicendo fra sé e sé: «ah! ma qui la ‘c’ è scempia, quindi diciamo /a'kasa/»... :D

Inviato: sab, 28 mar 2015 22:50
di Flipper
Lo studio per caso analizza se i soggetti che vedono le parole tutte insieme hanno difetti di vista?

Inviato: sab, 28 mar 2015 23:33
di Carnby
In effetti si capisce tutto abbastanza bene, a parte quello ctona che mi ha creato qualche problema.

Inviato: dom, 29 mar 2015 1:36
di PersOnLine
Esperimento interessante, tuttavia penso che abbia alcune limitazioni: le parole devono essere sufficientemente comuni, senza troppi anagrammi possibili, le lettere non eccessivamente distanti dalla loro posizione naturale e non devono comunque creare troppe plausibili sillabe alternative, e le parole essere prevedibili nella loro successione.

Inviato: dom, 29 mar 2015 12:44
di valerio_vanni
Io mi sono bloccato qualche secondo su "rteso" ;-).
Penso che il mio cervello si sia impuntato su "teso" con un "r" estranea.
Quindi sì, conteranno la prima e l'ultima lettera, ma è importante che dentro non si formi una parola di senso compiuto.

Re: E noi attenti alle virgole e agli accenti...

Inviato: dom, 31 mag 2015 23:52
di sempervirens
Max ha scritto:Sneocdo uno sdtiuo dlel'Untisverià di Cadmbrige, non irmptoa cmoe snoo sctrite le plaroe, tutte le letetre posnsoo esesre al pstoo sbgalaito, è ipmtortane sloo che la prmia e l'umltia letrtea saino al ptoso gtsiuo, il rteso non ctona. Il cerlvelo è comquune semrpe in gdrao di decraifre tttuo qtueso coas, pcheré non lgege ongi silngoa ltetrea, ma lgege la palroa nel suo insmiee... Vstio?

Interessante no?

Slauti (tanto avete capito...)
Interessante! Comunque ho forti dubbi riguardo al parlato. Credo che se leggessi una simile composizione, pochi capirebbero. Bisogna anche dire che la capacità visiva supera di gran lunga quella auditiva e che, nello scritto, ciò che è visibile, il cervello tramite la vista ha tempo per elaborare e recuperare quei dati che riconosce e scartare quelli sconosciuti.

Un'altra cosa, che mi sta a cuore, la corretta grafia è di vitale importanza specialmente per quelle persone che hanno disturbi specifici dell'apprendimento.

Io mi preoccuperei di chiarire una volta per tutte se lo studio dell'inglese, specialmente la lingua scritta, possa in qualche modo far incrementare il numero di soggetti che presentano problemi di DSA.

Mi sembra di aver capito che il numero dei bambini con DSA è maggiore in quei Paesi dove appunto si suole scrivere come appunto si scrive l'inglese.

Anche a mia moglie - come a tanti altri bambini del mondo - fu imposto lo studio dell'inglese e... eccoti la dislessia. Magicamente il problema non insorgeva quando leggeva gli ideogrammi.

Si è sempre tenuta lontano dalle lettere degli alfabeti occidentali ma quando per scherzo provò a leggere una frase italiana si meravigliò nel constatare che pur non avendo mai studiato l'italiano riuscisse a leggerlo.

Il cervello umano è proprio un vero mistero!

Inviato: lun, 01 giu 2015 8:01
di Sixie
Molto interessante.
E se provassimo a scrivere così :

secondounostudiodelluniversitadicambridgenonimportacomesonoscritteleparoletutteleletterepossonoesserescrittealpostosbagliato...

togliendo anche ognisegnodinterpunzioneoltrechelemaiuscole

Una specie di streamofconsciousness su modello joyciano...

Il cervello è una macchina prodigiosa in grado di sopperire alla maggior parte delle difficoltà interpretative di tipo visivo e auditivo ma, secondo me, soltanto nel caso della prima lingua, quella appresa per via naturale e non delle altre, verso le quali si alzano dei veri e propri schermi o filtri affettivi che già di suo contribuiscono a disturbi e interferenze di tipo linguistico.
Per questo motivo si può affermare che un bambino sottoposto allo studio della lingua inglese ( o lingua altra dalla L1), se tale lingua non è contemporaneamente praticata in famiglia, potrebbe sviluppare dei disturbi dell'apprendimento anche seri.
Si, caro sempervirens, potrebbe essere, tenendo conto delle metodologie di apprendimento/insegnamento applicate nei paesi asiatici, per nulla induttive ma molto impositive e direttive.
E tutto ciò non funziona con le lingue. :(

Inviato: lun, 01 giu 2015 11:49
di sempervirens
Allora con le mie ipotesi trovo qualche sostenitore. Mi ero ormai rassegnato ad essere una mosca bianca.

La ringrazio delle gentili parole, e della sincerità. :)

Inviato: lun, 01 giu 2015 15:06
di valerio_vanni
Sixie ha scritto:Molto interessante.
E se provassimo a scrivere così :

secondounostudiodelluniversitadicambridgenonimportacomesonoscritteleparoletutteleletterepossonoesserescrittealpostosbagliato...
Ci avevano già pensato gli antichi Romani ;-)

Inviato: lun, 01 giu 2015 15:34
di sempervirens
Chiedo conferma. Si sta parlando della scriptio continua?

http://it.wikipedia.org/wiki/Scriptio_continua

Il giapponese è grosso modo ancora una lingua scriptio continua.

Il fatto che i verbi sono scritti con gli ideogrammi e tutto il resto con il sillabario hiragana facilita la lettura.

Mi accorgo solo adesso che mi sono allontanato dal tema principale. :)

Re: E noi attenti alle virgole e agli accenti...

Inviato: lun, 01 giu 2015 15:55
di valerio_vanni
sempervirens ha scritto:Interessante! Comunque ho forti dubbi riguardo al parlato. Credo che se leggessi una simile composizione, pochi capirebbero.
Col parlato il discorso si complica, perché vanno a formarsi delle sequenze impronunciabili o comunque lontane dalla fonotassi.

Inviato: mar, 02 giu 2015 20:28
di Sixie
Non per fare della psicologia della domenica (o del martedì) ma, a questo punto, bisognerebbe parlare di come funziona il cervello in rapporto alla neurolinguistica.

La neurologia ha definito con molta precisione il fatto che i due emisferi cerebrali (destro e sinistro) lavorano in maniera specializzata, mentre la psicologia ha individuato la natura della specializzazione. In sostanza, si affidano all'emisfero sinistro i compiti di natura analitica, sequenziale, logica, all'emisfero destro quelli di natura globalistica, simultanea.

La lingua, poiché di questo stiamo parlando, coinvolge entrambi gli emisferi: il destro (che coordina anche l'attività visiva) ha una percezione globale, simultanea, analogica del contesto e presiede alla comprensione delle connotazioni, delle metafore, dell'ironia; l'emisfero sinistro è la sede dell'elaborazione linguistica attraverso una modalità analitica, sequenziale, logica (causa-effetto, prima-dopo).

Ora: nel sottoporci al gioco o esperimento inviato da Max (nel 2005?! non me n'ero accorta) quali aree del nostro cervello si sono attivate? Entrambe suppongo, ma con esiti differenti e lo notiamo dalle risposte date all'input.

Un'ultima cosa: se è pur vero che il cervello opera secondo due modalità a seconda dell'emisfero, le informazioni vengono comunque elaborate secondo la direzione che va dall'emisfero destro verso quello sinistro. Prima il globale poi l'analitico; prima la risposta emotiva poi la razionale. Dovrebbe funzionare così con le lingue.

Spero di non avervi annoiato. :)

Inviato: mer, 03 giu 2015 14:27
di sempervirens
Sixie ha scritto:[I]l fatto che i due emisferi cerebrali (destro e sinistro) lavorano in maniera specializzata…
L'argomento mi interessa, anche se me ne intendo poco.
Sono rimasto colpito dalla Sua spiegazione. In particolare dove fa riferimento allo spostamento dell'informazione dal lato destro a quello sinistro del cervello.

Essendo appassionato di lingue in generale, parlate e scritte, mi sono sempre chiesto se c'è una relazione tra il verso di scrittura di una lingua, e inversioni di questa nel tempo, e il modo di lavorare del cervello, cioè il prima da Lei menzionato passaggio dell'informazione da destra a sinistra. :)

Inviato: gio, 04 giu 2015 9:50
di Sixie
sempervirens ha scritto:Essendo appassionato di lingue in generale, parlate e scritte, mi sono sempre chiesto se c'è una relazione tra il verso di scrittura di una lingua, e inversioni di questa nel tempo, e il modo di lavorare del cervello, cioè il prima da Lei menzionato passaggio dell'informazione da destra a sinistra. :)
Non saprei dirle ché "il modo di lavorare del cervello", a cui lei fa riferimento, era da intendersi in ricezione più che in produzione: come lavora il cervello davanti ad un testo scritto, come lo interpreta e così via.

Però la questione da lei posta è interessante: perché alcune lingue (ebraico, arabo, farsi, urdu) si scrivono RtL (Right-to-Left) mentre la maggior parte delle lingue sono LtR? Bella domanda, a cui però non saprei rispondere se non rimandandola alla scrittura bustrofedica delle lingue antiche.

E le lingue che si scrivono dall'alto in basso? :wink: