Dovere e potere...senso epistemico?

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woodyfromm
Interventi: 4
Iscritto in data: lun, 01 apr 2013 12:21

Dovere e potere...senso epistemico?

Intervento di woodyfromm »

Salve. Riporto quanto scritto da L. Serianni:

<<Nei verbi dovere e potere possiamo distinguere un senso 'epistemico', legato alla valutazione obiettiva di un fatto, presentato come probabile (con dovere) o come possibile (con potere) [...]>>

Non essendoci frasi alle quali possa rifarmi, il mio dubbio al riguardo è questo:

il verbo dovere nella frase: <<Nel caso doveste incontrarlo [...]>> ha valore epistemico, ed è perciò atto ad esprimere la probabilità del caso in questione?

il verbo potere nella frase: <<Temo ti possa far male>> ha anch'esso un valore epistemico?

A tutta prima, mi vien da dire di sì; ma gradirei una delucidazione, in modo tale da avere una piena consapevolezza del senso dell'intera frase. Vi ringrazio.
Avatara utente
Zabob
Interventi: 927
Iscritto in data: sab, 28 lug 2012 19:22

Intervento di Zabob »

Nell'attesa che le giungano risposte più competenti, azzardo questa mia:
- «Dev'esserci qualcosa che mi sfugge» (=probabilmente qualcosa mi sfugge)
- «Può esserci qualcosa che mi sfugge» (=è possibile che qualcosa mi sfugga)

oppure (con il condizionale):
- «Domani ho l'esame, dovrei passarlo» (=verosimilmente lo passerò)
- «Domani ho l'esame, potrei passarlo» (=è possibile che lo passi, con una sfumatura d'inverosimiglianza)
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
woodyfromm
Interventi: 4
Iscritto in data: lun, 01 apr 2013 12:21

Intervento di woodyfromm »

Intanto la ringrazio vivamente.

Credo di aver formulato la domanda in un modo non proprio rispondente al mio dubbio, pertanto cercherò di essere più preciso:

Nei due casi da me presentati, i verbi (dovere e potere) sono entrambi coniugati al congiuntivo:

<<Nel caso doveste [...]>> e <<Temo ti possa far male>>

Ebbene, com'è evidente, i verbi configurano una realtà che è tale solo nella valutazione del parlante/scrivente, ed è perciò un qualcosa di soggettivo e, nel contempo, di non ancora "tangibile".

In definitiva, sono questi due esempi riconducibili alla definizione di 'epistemico' data da L. Serianni?
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