«Il gazebo, i gazebi»

Spazio di discussione su questioni di carattere morfologico

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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Infarinato ha scritto: ...alla natura prefissoidale, non meramente abbreviativa, si deve questa tendenza a lasciare il plurale invariato.
Però questa sua teoria, che sia la natura prefissoidale a spingere all’invariabilità e non la semplice abbreviazione, non l’ho ritrovata nei testi.
Il Serianni, abbiamo visto, parla solo di abbreviazione e anche Paolo D’Achille nel suo Italiano contemporaneo (2003), dove li definisce accorciamenti, dice: “Tutti gli accorciamenti […] restano invariabili”. Tra gli altri esempi riporta cinema (da cinematografo), otorino (da otorinolaringoiatra)…
Naturalmente molti accorciamenti sono o diventano col tempo dei prefissoidi ma questa caratteristica non sembra necessaria per la tendenza all’invariabilità.
In particolare su euro D’Achille riporta un’interpretazione simile al Garzanti 2007.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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Intervento di Infarinato »

bubu7 ha scritto:Però questa sua teoria, che sia la natura prefissoidale a spingere all’invariabilità e non la semplice abbreviazione, non l’ho ritrovata nei testi.
Perché probabilmente è cosa troppo ovvia… ;)
bubu7 ha scritto:Il Serianni, abbiamo visto, parla solo di abbreviazione e anche Paolo D’Achille nel suo Italiano contemporaneo (2003), dove li definisce accorciamenti, dice: “Tutti gli accorciamenti […] restano invariabili”. Tra gli altri esempi riporta cinema (da cinematografo), otorino (da otorinolaringoiatra)…
Veramente, otorino ammette anche il plurale otorini, anche se sembra essere solo il Treccani a non definirlo invariabile. :?
bubu7 ha scritto:Naturalmente molti accorciamenti sono o diventano col tempo dei prefissoidi ma questa caratteristica non sembra necessaria per la tendenza all’invariabilità.
Ma il punto è proprio questo: qui non si parla dell’invariabilità dell’accorciamento/prefissoide in quanto tale: euro non significa Europa, anche se tecnicamente lo possiamo definire una sua «abbreviazione», ma da Europa (o europeo) è stato tratto il prefissoide euro-, che significa «relativo all’Europa» (e oggi anche «relativo all’euro»). Il neologismo euro («moneta») è stato quindi avvertito come indeclinabile in quanto prefissoide.

Questa è (ovviamente) una condizione necessaria, non sufficiente: tutte le abbreviazioni possono rimanere invariate al plurale (e generalmente lo restano), ma è praticamente impossibile che prefissoidi, i quali non siano anche parole a sé stanti, vengano avvertiti come declinabili.
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Intervento di bubu7 »

Infarinato ha scritto: Il neologismo euro («moneta») è stato quindi avvertito come indeclinabile in quanto prefissoide.
Questo è molto probabile. Ma se nella sua frase sostituisco prefissoide con abbreviazione non sto dicendo, a mio parere, una cosa imprecisa: perché il prefissoide euro- è un’abbreviazione e perché la tendenza all’invariabilità è una caratteristica di queste ultime e non del solo sottoinsieme dei prefissoidi.

Ma penso che ormai abbiamo [piacevolmente] tetratricotomizzato a sufficienza la questione. :wink:
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Intervento di Infarinato »

Bue ha scritto:…l'unica parola femminile autenticamente italiana terminante in -o e dotata di plurale che mi sovviene e` "mano", che non fa certo le *mane
In alcuni vernacoli toscani, sí! :D Se aspetti un po’ (devo controllare a casa sul Giannelli), ti dico anche esattamente quali…
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Intervento di Infarinato »

Infarinato ha scritto:
Bue ha scritto:…l'unica parola femminile autenticamente italiana terminante in -o e dotata di plurale che mi sovviene e` "mano", che non fa certo le *mane
In alcuni vernacoli toscani, sí! :D Se aspetti un po’ (devo controllare a casa sul Giannelli), ti dico anche esattamente quali…
A séguito d’una ricerca molto approssimativa, sono riuscito a trovare solo questo:
Il fiorentino rustico prevede però sempre /-i/ per /kaf'fE/, /tE/ (/kaf'fEi, /'tEi/), /-e/ per i femminili in /-e/ (/le 'fartSe/ ‘le falci’, /le 'vite/ ‘le viti’) e non conosce femminili in /-o/ (cfr. n. 75).

[n. 75] L’unico sostantivo femminile è /'mano/, in fiorentino rustico ma anche dei vecchi di ceto urbano /'mana/ ‘mano’, pl. /'mane/. Diciamo subito che è veramente substandard e disusato il pl. /le 'mano/ attestato per la Toscana occidentale […]. Nel linguaggio affettivo /i mma'nino/ ‘la manina’, pl. /i ma'nini/
(Luciano Giannelli, Toscana, Pisa: «Pacini», 2000² [1976¹], p. 36).
CAMILLUS
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Intervento di CAMILLUS »

Giusto per farci due risate... un successo discografico degli Anni Ottanta, "I like Chopin", era di un certo Gazebo che, anche se era italiano, si faceva chiamare "gazibo" (pronuncia all'inglese).
Ricordo che molti ragazzi hanno iniziato a chiamare "gazibo" il gazebo...
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