"Altre[[i][/i]s]sì"

Spazio di discussione su questioni di carattere morfologico

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"Altre[[i][/i]s]sì"

Intervento di PersOnLine »

Dalla Treccani
altresì (ant. altressì) avv. [da altro e sì].
altrettanto (ant. altretanto) agg. e avv. [da altro e tanto]
Se altresì ha subito lo stesso procedimento di universalizzazione di altrettanto, come mai ha perso la doppia 's' - che aveva in passato - indotta dal raddoppiamento fonosintattico dovuto dalla congiunzione e? e a questo punto, cosa per me ancora più strana, perché la grafia altressi non è per lo meno attestata come variante legittima, ma marcata come antica?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

In realtà le due forme coesistono sin dalle origini. Troviamo altresí nei poeti siciliani, in Guittone d’Arezzo, Brunetto Latini, Restoro d’Arezzo, Marco Polo, Dante (Inferno XIX, 76), Boccaccio (Corbaccio), Ariosto e Bembo (e molti altri). Altressí si riscontra presso Brunetto Latini, Marco Polo, Dante (Convivio) e Boccaccio (Decameron).

I dizionari, fra cui lo stesso DELI, dicono che deriva da altro e . Secondo tale derivazione, la cogeminazione non avviene; il Battaglia e il DISC invece lo fanno derivare (il DISC dice ‘probabilmente’ e asterisca la forma) dal latino volgare altĕrum et sĭc (‘altro che cosí’), e in tal caso si giustifica la cogeminazione. Può darsi che l’oscillazione fosse dovuta alla percezione dei diversi parlanti. Fatto sta che altressí si estingue con Straparola (1480-1557): i secoli successivi non conoscono questa forma. Infine, l’esistenza della variante antica altresie e la maggior frequenza della forma scempia ci mostrano che la battaglia era quasi vinta in partenza.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Constato che il Devoto-Oli (edizione 2002-2003, ma anche edizioni anteriori) riporta nella nota etimologica «Lat. volg. *alterum et sic ‹altro-cosí›», ma non dà conto, nemmeno marcandola come arcaica, della forma altressí, largamente attestata, come informa Marco.

Mi piacerebbe chiedere a coloro che sostengono la derivazione di altresí (non cogeminato) da altro e come si giustifica il passaggio della o finale di altro in e.
Ultima modifica di Ferdinand Bardamu in data sab, 20 dic 2014 14:48, modificato 1 volta in totale.
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Marco1971 ha scritto: I dizionari, fra cui lo stesso DELI, dicono che deriva da altro e . Secondo tale derivazione, la cogeminazione non avviene..
Ma nella prima edizione del DELI la e è in corsivo, quindi fa parte della locuzione: il che giustificherebbe il raddoppiamento della s...
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Sí, l’errore è mio, nel mio DELI la e è in effetti in corsivo. S’è visto che sono convissute per molti secoli le due forme, anche presso lo stesso autore, e che la variante con doppia s perí dall’uso strada facendo.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Non potrebbe essere che la forma senza geminata — dando per scontato che l’avverbio sia composto di altro e sí o, supponendo un’origine già latina volgare, *ALTĔRUM ET SIC — si sia imposta per effetto del prestigio del francese e del provenzale, che hanno (o avevano) un analogo autresi?

Il Rohlfs pare essere piuttosto ambiguo al riguardo. Al paragrafo 946 (Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, Torino, «Einaudi», 1969, vol. III «Sintassi e formazione delle parole») si legge:

Indigeno è invece [a differenza del francesismo alsí] altresí, per esempio altressí ben per terra chome per acqua (Monaci, 324), ov’ierano li suoi kavalieri e Tristano altresie (ibid., 344).

Piú avanti (§ 963), invece, si legge:

Pure d’importazione francese (provenzale autresí) è altresí ‘parimenti’, che in certi casi si avvicina al significato di ‘anche’, cfr. ov’ierano li suoi kavalieri e Tristano altresie (Monaci, 344).
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