I «perdigiorni»

Spazio di discussione su questioni di carattere morfologico

Moderatore: Cruscanti

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Fausto Raso
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I «perdigiorni»

Intervento di Fausto Raso »

Ho notato che tutti i vocabolari consultati (Treccani, Sabatini Coletti, Gradit, Gabrielli, Garzanti) tranne il DOP, dizionario di Ortografia e di Pronunzia, non contemplano il plurale del sostantivo perdigiorno. Questo sostantivo, dunque, riferito sia a un uomo sia a una donna, non avrebbe la forma plurale. A mio modo di vedere ha ragione solo il DOP, che ammette il plurale <i>perdigiorni</i> e dà come forma rara l’invariabilità. Questo sostantivo, infatti – sempre a mio modo di vedere – segue la regola del plurale dei sostantivi composti con una voce verbale (perdere) e un sostantivo maschile singolare (giorno). I nomi cosí composti formano il plurale regolarmente: passaporto, passaporti; parafango, parafanghi; coprifuoco, coprifuochi; perdigiorno… perdigiorni. Il plurale, oltre tutto, mi sembra logico: chi bighellona, chi non fa nulla perde “i giorni” che, inevitabilmente, passano. Quindi: Giulio è un perdigiorno; Pasquale e Umberto sono dei <i>perdigiorni.</i>
Si veda qui.
Dimenticavo. Sempre a mio modo di vedere, è preferibile non pluralizzare il sostantivo in oggetto quando si riferisce a un femminile, per analogia con ficcanaso, che resta invariato quando non fa riferimento a un maschile: Luigi e Corrado sono dei ficcanasi; Rossella e Mariella sono delle ficcanaso.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Avatara utente
Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

L’archivio BIZ[a] dà ragione al DOP: 9 occorrenze del plurale perdigiorni, e zero di perdigiorno plurale (7 al singolare).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
rossosolodisera
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speravo di no

Intervento di rossosolodisera »

Io sono soltanto un appassionato, mai laureato né iscritto ad alcuna facoltà, tuttavia visto che nessuno mi paga per scrivere, qualora mi capitasse di usare questo termine, scriverei perdigiorno anche al plurale. Da un punto di vista tecnico non so come si chiami un prefisso come il perdi- di questo caso, ma se anche capissi le ragioni dell'altra dizione dobbiamo metterci in testa che quel che davvero sentenzia, in linguistica, è l'uso. La lingua è quella che parla effettivamente la gente. Quanto al plurale di nomi composti temo che il dibattito si possa protrarre anche oltre le nostre vite: capitecnici o capotecnici? Capotreni o capitreno? Pensate che in una scatola di una confezione di lattine di pomodori trovai scritto (erano gli anni 70) "pomidoro pelati", ed era la scritta commerciale, quella dell'azienda.
domna charola
Interventi: 1624
Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09

Intervento di domna charola »

La lingua è un codice di comunicazione condiviso. Quindi è necessario che ne esista una "copia standard di riferimento depositata", ovvero un insieme di regole alle quali ricollegarsi in ogni caso (dubbi, insegnamento, apprendimento etc.).
Poi esistono i vari usi concreti che ne vengono fatti. Con deviazioni dallo standard che possono essere legate al registro della comunicazione, ai vari ambiti professionali o simili, a variazioni diastratiche e così via.

In questo quadro, dire che "la lingua E' quella che parla la gente" mi sembra per lo meno riduttivo.
Tralasciando le ovvie battute, tipo: se così fosse, staremmo veramente freschi...
ha mai prestato orecchio a quanto si sente in giro, fra giornalisti, politici e vip assortiti?
Se quella fosse "la lingua", avremmo già finito di intenderci da decenni... :roll:
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Carnby
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Re: speravo di no

Intervento di Carnby »

rossosolodisera ha scritto:Pensate che in una scatola di una confezione di lattine di pomodori trovai scritto (erano gli anni 70) "pomidoro pelati", ed era la scritta commerciale, quella dell'azienda.
C'era scritto su una confezione di pelati fino a non poco tempo fa e non mi pare sbagliato in linea di principio perché viene da pomi d'oro.
Qui da me il plurale vernacolo di pomodoro è pumidori, ma il singolare mi pare che sia pumidoro, quindi non sarebbe pertinente all'oggetto della discussione.
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

domna charola ha scritto:In questo quadro, dire che "la lingua E' quella che parla la gente" mi sembra per lo meno riduttivo.
Anche perché il concetto di gente è quanto mai vago.
Avatara utente
bubu7
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I «perdigiorni»

Intervento di bubu7 »

Non so se avete notato che è possibile, secondo il DOP, anche la forma singolare perdigiorni.

Si noterebbe in questa variante la tendenza realistica del parlante per il quale un fannullone non perde solo un giorno, come il cavatappi, nella sua vita, non estrae solo un tappo. :)
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
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