«Cartamoneta»: quale plurale?

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Fausto Raso
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«Cartamoneta»: quale plurale?

Intervento di Fausto Raso »

Le persone che non "masticano" bene la lingua italiana non sanno come regolarsi per formare il plurale di "cartamoneta". I vocabolari non aiutano, anzi...
Su nove vocabolari "spulciati" solo sei concordano (ma a mio avviso contravvenendo alle norme che regolano la formazione del plurale dei nomi composti). Il solo plurale "corretto" – a mio modo di vedere - è cartamonete, perché essendo un sostantivo composto di due nomi dello stesso genere nella forma plurale cambia la desinenza del secondo sostantivo. Vediamo, ora, il "verdetto" dei vocabolari consultati.
GRADIT: cartemoneta; Devoto-Oli: cartemonete; Sabatini Coletti: cartemonete; Treccani: cartemonete; Zingarelli: solo singolare; Gabrielli: solo singolare; Garzanti: cartemonete; De Agostini: cartemonete; Sandron: cartemonete.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Per me cartemonete.
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Caro Fausto, il suo approccio alla questione non mi sembra corretto.

Se i nostri migliori vocabolari danno un'indicazione univoca, non può trattarsi di un errore e quindi la loro indicazione è quella che va seguita nella lingua standard: il plurale corretto di cartamoneta è cartemonete.

Tra parentesi, nel suo elenco di forme riportate dovrebbe indicare a quale edizione del vocabolario fa riferimento.
In questo elenco vi è sicuramente un errore: il plurale normale indicato dal GRADIT è cartemonete, come specificato dal paradigma di riferimento in fondo alla voce (il n. 47, il cui dettaglio è riportato nelle prime pagine di ogni volume); il plurale cartemoneta è riportato come variante rara. Infine l'edizione maggiore di riferimento, in due volumi, del Gabrielli riporta come plurale cartamonete.

Appurato quindi che il plurale di cartamonete rappresenta un'eccezione alla regola generale da lei riportata vediamo di ipotizzarne l'origine.

Nella prima variante attestata nell'Ottocento il concetto si presenta nella forma polirematica carta monetata, cioè un pezzo di carta al quale è stato attribuito il valore di moneta. Dopo qualche decennio è apparsa la forma carta moneta, sempre scritta separatamente. Quindi gli viene affiancata la forma col trattino carta-moneta è infine la forma univerbata cartamoneta.

Il plurale di tutte le forme è sempre stato raro poiché il singolare ha un valore collettivo e viene comunemente usato per indicare più pezzi di cartamoneta.

I rari plurali sono stati formati tenendo presente la polirematica, facendone quindi il plurale di entrambi i termini. Anche quando è apparsa la forma univerbata la coscienza dell'individualità dei suoi componenti è sempre stata alta e ha quindi portato al mantenimento del plurale dei due componenti: cartemonete.

L'eventuale progressiva perdita nei parlanti della coscienza del significato dei singoli componenti può portare al progressivo uniformarsi alla regola generale che, come lei correttamente ricorda, prevede il solo plurale del secondo elemento della parola composta.

A mio parere non va condannata questa recente tendenza uniformatrice anche se non possiamo considerare errata la forma tradizionale.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
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Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

bubu7 ha scritto:Tra parentesi, nel suo elenco di forme riportate dovrebbe indicare a quale edizione del vocabolario fa riferimento.
Purtroppo non sono in grado di specificare le edizioni di tutti i vocabolari che ho citato perché si è strappata la pagina in cui è indicata l'edizione.
Posso dire, per quanto attiene allo Zingarelli, che si tratta di un'edizione vecchissima (1970); per il DISC, il Treccani e il Gabrielli faccio riferimento a quelli in Rete.
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Fausto Raso ha scritto: Posso dire, per quanto attiene allo Zingarelli, che si tratta di un'edizione vecchissima (1970)
Dovrebbe trattarsi della decima edizione.

Se è così si tratta di un ottimo vocabolario: la sezione etimologica è curata da Cortelazzo e Zolli mentre la pronuncia, curata dal Fiorelli, è indicata mediante l'alfabeto fonetico internazionale.
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