Sul suffisso «-ino»

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Sul suffisso «-ino»

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Ferdinand Bardamu ha scritto: ven, 06 set 2019 9:21 Gippino è un sostantivo e quindi può essere soltanto un diminutivo, con base gip o gippe.
Quindi secondo Lei il diminutivo può mutare di genere rispetto al primitivo?
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Ferdinand Bardamu
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Re: Sul suffisso «-ino»

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In qualche caso sí: es. donnadonnino. Ma il genere del sostantivo muta anche in quello che è inequivocabilmente un alterato, cioè (la) gip(pe)(il) gippone.
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Re: Sul suffisso «-ino»

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Ferdinand Bardamu ha scritto: ven, 06 set 2019 15:02 In qualche caso sí: es. donnadonnino. Ma il genere del sostantivo muta anche in quello che è inequivocabilmente un alterato, cioè (la) gip(pe)(il) gippone.
Credo sia un fenomeno molto più frequente per quanto riguarda l'accrescitivo. 'Donnino' fa parte di un registro più alto che medio (forse addirittura letterario, ma non voglio sbilanciarmi troppo). La norma prevede che il diminutivo conservi il genere.
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Re: Sul suffisso «-ino»

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Dubito fortemente che donnino sia di registro elevato: ricorda la scenetta comica della Littizzetto a Mai Dire, «Nives, il bel donnino»? :D Ma anche se fosse, non renderebbe meno valido l’esempio: esistono casi (rari) in cui con il diminutivo muta il genere del sostantivo. Le faccio poi notare che esiste il femminile anche dell’accrescitivo, sicché si sarebbe potuto coniare senza dubbio anche gippona. Gli è che i sostantivi che indicano autovetture spesso assumono un genere non prevedibile: es. mi è capitato di sentire sia il Ferrari sia la Ferrari. (Di passata, noto come esista anche macchinino, diminutivo di macchina, giusto per restare in tema).

Tutto questo discorso non cambia comunque la realtà: gippino è un diminutivo, perché gli unici sostantivi col suffisso -ino che non siano diminutivi sono o nomi di mestieri (stagnino, spazzino) o nomi di strumenti derivati da verbi (accendino) o da altri sostantivi con cui mantengono un chiaro legame di derivazione (cerino, lavandino). Quale sarebbe il legame tra gip(pe) e gippino, se il secondo non è un alterato del primo?
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Re: Sul suffisso «-ino»

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Ferdinand Bardamu ha scritto: ven, 06 set 2019 15:36 Dubito fortemente che donnino sia di registro elevato: ricorda la scenetta comica della Littizzetto a Mai Dire, «Nives, il bel donnino»? :D Ma anche se fosse, non renderebbe meno valido l’esempio: esistono casi (rari) in cui con il diminutivo muta il genere del sostantivo. Le faccio poi notare che esiste il femminile anche dell’accrescitivo, sicché si sarebbe potuto coniare senza dubbio anche gippona. Gli è che i sostantivi che indicano autovetture spesso assumono un genere non prevedibile: es. mi è capitato di sentire sia il Ferrari sia la Ferrari. (Di passata, noto come esista anche macchinino, diminutivo di macchina, giusto per restare in tema).

Tutto questo discorso non cambia comunque la realtà: gippino è un diminutivo, perché gli unici sostantivi col suffisso -ino che non siano diminutivi sono o nomi di mestieri (stagnino, spazzino) o nomi di strumenti derivati da verbi (accendino) o da altri sostantivi con cui mantengono un chiaro legame di derivazione (cerino, lavandino). Quale sarebbe il legame tra gip(pe) e gippino, se il secondo non è un alterato del primo?
È convincente, ma nel suo elenco mancano appunto i derivati delle sigle, a cui volevo far ricondurre gippino, benché, stando a qualche intervento, tale meccanismo non possa essere esteso oltre a sigle di partito. Cosa ne pensa Lei?
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Re: Sul suffisso «-ino»

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Nulla vieta la formazione di derivati di sigle. Provi a cercare sul motore di ricerca «suvvino» (da SUV) o «piddieffino» (da PDF). Se con «derivato» intende però un sostantivo non alterato, non credo esistano, per la ragione su esposta: deve sussistere un legame tra base e derivato, come in accendereaccendino, ceracerino o lavandalavandino, mentre tra gip(pe) e gippino ci sarebbe, nella sua proposta, una perfetta identità semantica.
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Re: Sul suffisso «-ino»

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Ferdinand Bardamu ha scritto: ven, 06 set 2019 16:11 Nulla vieta la formazione di derivati di sigle. Provi a cercare sul motore di ricerca «suvvino» (da SUV) o «piddieffino» (da PDF). Se con «derivato» intende però un sostantivo non alterato, non credo esistano, per la ragione su esposta: deve sussistere un legame tra base e derivato, come in accendereaccendino, ceracerino o lavandalavandino, mentre tra gip(pe) e gippino ci sarebbe, nella sua proposta, una perfetta identità semantica.
Ma missino e piddino non vogliono dire 'piccolo MSI' o 'piccolo PD'. È questo che Le sfugge nella Sua comunque preziosa risposta :)
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Re: Sul suffisso «-ino»

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Missino e piddino sono aggettivi sostantivati; noi si parlava di sostantivi e basta. :wink:
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Re: Sul suffisso «-ino»

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Ferdinand Bardamu ha scritto: ven, 06 set 2019 16:24 Missino e piddino sono aggettivi sostantivati; noi si parlava di sostantivi e basta. :wink:
Forse intende dire che nascono come aggettivi sostantivati. Perché qua c'è scritto chiaramente s.m. per quanto riguarda il secondo e s.m. e agg. per quanto riguarda il primo:

http://www.treccani.it/vocabolario/piddino_(Neologismi)

http://www.treccani.it/vocabolario/missino/
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Re: Sul suffisso «-ino»

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Intendo dire che nascono come aggettivi e possono essere usati come sostantivi. Il suffisso -ino, in questo caso, forma aggettivi denominali, che possono anche essere sostantivati.
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Re: Sul suffisso «-ino»

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G.B. ha scritto: ven, 06 set 2019 16:16 Ma missino e piddino non vogliono dire 'piccolo MSI' o 'piccolo PD'.
È proprio per questo che il meccanismo di derivazione non è applicabile.
Questi citati si riferiscono a persone, che hanno una qualche relazione con l'oggetto.

Ci sono anche parole in cui sono presenti entrambe le derivazioni: "scalpellino" può essere sia un piccolo scalpello (diminutivo semplice) sia l'artigiano che lavora la pietra (derivazione di cui parlavamo, che non so se abbia un nome specifico).

Volendole applicare a "gip", possiamo avere:
-il diminutivo semplice (che è già usato)
-altro meccanismo di derivazione che ha proposto, ma di cui non si capisce esattamente la natura dato che si è limitato a fornire quegli esempi.
E, volendo seguire quegli esempi, potrebbe indicare chi usa o ripara i mezzi.

Oppure il concetto è "il suffisso -ino può formare dei derivati, usiamolo a prescindere dal meccanismo di derivazione"?
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Re: Sul suffisso «-ino»

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Ferdinand Bardamu ha scritto: ven, 06 set 2019 16:36 Intendo dire che nascono come aggettivi e possono essere usati come sostantivi. Il suffisso -ino, in questo caso, forma aggettivi denominali, che possono anche essere sostantivati.
Aggiungo che, nel paragrafo Suffissi aggettivali denominali di Luca Serianni, Italiano. Grammatica, sintassi, dubbi, Milano: «Garzanti», 2000 al punto XV. 53, si legge:
Luca Serianni ha scritto:Oltre che da toponimi, il suffisso -ino può anche derivare aggettivi (o aggettivi sostantivati) da antroponimi. Si pensi a denominazioni di ordini e congregazioni religiose (i Filippini, da San Filippo Neri; le Orsoline, da Sant’Orsola; i Pallottini, dal beato V. Pallotti, ecc.) o a formazioni d’ambito storico-politico come umbertino (da Umberto I), crispino (da F. Crispi), salandrino (da A. Salandra: «nazionalisti, liberali salandrini e anche popolari dell’ala destra» Montnelli, L’Italia in camicia nera, 152).
Non c’è nulla riguardo alle sigle, ma si capisce bene che la trattazione si può estendere anche a questo caso: si parte da un sostantivo (il MSI, il PDS, il PD, ecc.) e si crea un aggettivo o un aggettivo sostantivato (il senatore piddino, i piddiessini, ecc.)
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