Mi domando: perché, allora, coprotagonista e non comprotagonista?cón–
pref., indica unione, partecipazione, simultaneità in parole di origine latina:
concatenare, condegno, condiscepolo, condurre, connaturale, conseguire, consocio, consolidare, consuocero, contenere, conterraneo, e in formazioni italiane, premesso a verbi, sostantivi, aggettivi: concentrare, concittadino, connazionale, corresponsabile; provoca assimilazione davanti alle consonanti iniziali b, l, m, p, r: collaborare, combaciare, commensale, compaesano, corresponsabile; davanti a s seguita da consonante tende a ridursi a co–: costruire
Perché coproduzione e non comproduzione?
Perché cobelligerante e non combelligerante? E altre parole "errate" che ora non mi sovvengono?
Dimenticavo: Il De Mauro ha omesso di ricordare che con- si riduce a co anche davanti a parole che cominciano con vocale: coetaneo; coabitazione.
Il DOP non condanna coproduzione dice, però, che è meglio comproduzione. Lo stesso dizionario non riporta la forma "corretta" combelligeranza.
Non lo avevo notato: Il De Mauro dice che "provoca assimilazione davanti alle consonanti iniziali B, L, M, P, R" e riporta l'esempio di combaciare. Dovrebbe dire, quindi, cobbaciare. Il prefisso con- si assimila solo davanti a L, M, e R: collaboratore, commilitone, correligionario. Davanti alla B e alla P la N di con si tramuta in M: combaciare, comproprietario.